Un appartamento in un’ex officina aeronautica


GIOCHI DI COLORI E FORME

Nella periferia milanese un’area completamente reinterpretata e trasformata in uno spazio ad uso abitativo, mantenendone però l’involucro e la struttura in ferro.
Un enorme contenitore ricco di luce, un volume autonomo, perfettamente geometrico, dentro alla scatola muraria originale. Un’area domestica giocata sulla semplicità degli ambienti che si aprono gli uni negli altri.

An area on the outskirts of Milan has been completely restyled and converted into a living space while
maintaining the building shell and structure in iron.
It is a huge container full of light, a perfectly geometric autonomous volume inside the original wall casing. The living area has a simple interplay of rooms that open onto one another.

Servizio di: Maria Galati
Foto di: Athos lecce
Architetto: Maria Teresa Sibilia

La società Aeronautica Caproni iniziò la propria attività all’inizio del secolo scorso, progettando durante la guerra, uno dei primi aerei a reazione.
Insediata nella periferia di Milano, precisamente in via Mecenate, la struttura originaria era quella classica dei capannoni, caratterizzati dal mattone a faccia vista, dalle ampie vetrate, dai serramenti con arco a sesto ribassato e rigorosa ossatura portante in metallo. Una volta cessata l’attività, essendo la zona sempre periferica, ma diventata punto di riferimento per l’entourage della moda e design, è nata la necessità di ristrutturare uno dei capannoni del complesso, precisamente quello dei servizi igienici della fabbrica, e trasformarlo in un’abitazione comprensiva di uno spazio lavorativo.
L’intervento è stato curato dall’architetto Maria Teresa Sibilia, che ha proceduto allo svuotamento totale dei locali lasciando solamente la struttura portante e mantenendo in vista, quando possibile, le travi in ferro. L’idea era quella di creare un nuovo volume incorporato in quello esterno, un vero e proprio cubo rosso che si erge indipendente all’interno
del costruito preesistente e che ricorda l’immagine di una barca ancorata alla terraferma da cui affacciarsi tramite due aperture a cerchio che sembrano degli oblò. L’appartamento è dislocato su due livelli, collegati tramite una scala autoportante in ferro, che porta, tramite una passerella, alla zona notte, in cui si trovano la camera da letto e un piccolo
bagno. Al piano terra, invece, troviamo la zona giorno con un luogo per desinare e un’area che ospita lo studio del proprietario. Il progetto della scala, eseguita su disegno dell’architetto, è fortemente legato al concetto di barca, che rappresenta sia una passione della progettista, amante della vela, che una sorta di antitesi tra il lavoro e il riposo,
tra l’operosità e la voglia di rifugiarsi in un nido tutto proprio capace di regalare momenti di relax.
La struttura della scala è in semplice acciaio verniciato autoportante, che si abbina perfettamente alle travi in ferro mantenute dalla fabbrica originaria, mentre i gradini sono in legno, rivestiti di resina color grigio in coordinato al pavimento in battuto di cemento. Ricordiamo che il rivestimento delle scale deve essere realizzato tramite materiali antisdrucciolo per ovvie questioni di sicurezza. La parte più interessante della realizzazione è costituita dai traversi di protezione del corrimano, formati da cavi di acciaio (sartie) che normalmente servono per mantenere in tensione l’albero delle barche a vela, solo che invece di essere utilizzati in verticale, sono posizionatii in orizzontale. Questi cavi sono in
tensione e agganciati ad anelli posti sui montanti fissi d’acciaio; il risultato finale è una struttura di protezione di estrema leggerezza, con un costo di realizzazione molto contenuto e che non necessita di alcuna manutenzione.

L’ARCHITETTO
si racconta

Maria Teresa Sibilia, architetto con studio a Milano, si è occupata prevalentemente di progettazione edilizia e architettura d’interni.
Da oltre ventanni progetta in Italia e all’estero appartamenti, ville e uffici dedicando grande attenzione allo studio della funzionalità dello spazio e ai particolari costruttivi.

Arch: Maria Teresa Sibilia

Aeronautica Caproni began business at the turn of the last century, designing, during the war, one of the first jet-engine planes. Located on the outskirts of Milan, in Via Mecenate, the original structure was a classic industrial warehouse with exposed brick, large windows, drop-arch doors windows and shutters, and a robust shell in iron. When the company closed, given that it was still on the outskirts but had become a point of reference for the fashion and design world, one of the warehouses in the complex had to be renovated (more precisely the one pertaining to the company’s washrooms) and converted into a residence complete with work area. The project was handled by Architect Maria Teresa Sibilia. She gutted the premises leaving only the load-bearing structure and keeping the iron girders in full view, wherever possible. The idea was to build a new volume inside the exterior one. It would take the form of a red cube standing independently inside the existing structure, bringing to mind the image of a boat anchored to dry land with two round portholes to look out of.

Nella pagina accanto, una vista attraverso l’apertura a cerchio da cui si vede la scala in ferro su disegno dall’architetto che collega la zona giorno alla zona notte. In questa pagina, il soggiorno, con i mobili e il tavolo progettati dall’architetto
e realizzati in opera, sedie bianche di Cappellini.

Facing page, view from the round porthole opening showing the iron staircase designed by the architect that connects the living area to the sleeping area. On this page, the living room with table designed by the architect; white chairs by Cappellini.

A sinistra e sopra, due diverse vedute dalla passerella che collega la camera da letto al bagno padronale e il guardaroba.
Si vedono perfettamente le sartie, cavi di acciaio usati usualmente in verticale per mantenere in tensione l’albero delle barche a vela.
In basso a destra, i disegni delle piante dei vari livelli: piano terra e piano soppalcato, con l’indicazione degli arredi
che mostrano la distribuzione funzionale dei locali.

Left and above, two views of the gangway linking the bedroom to the main bathroom and wardrobe. The stainless
steel cables (shrouds) usually used vertically to hold up the mast on sailing ships are clearly visible. Below right,
floor plans of the various levels: ground floor and gallery plans showing the furniture that illustrates the functional
distribution of rooms.

Percorsa la scala e arrivati al piano superiore, troviamo una passerella sospesa che si affaccia sullo spazio sottostante come il ponte di una barca, da cui si accede alla zona notte. Il soppalco ha una linea molto leggera perchè si è cercato di ridurre il più possibile lo spessore della soletta per non appesantirne l’effetto finale. Tutto ciò è stato possibile grazie
all’utilizzo di travi in ferro, che hanno una resistenza superiore a tutte le altre tipologie di travi, realizzate con materiali differenti e che permettono di ricoprire luci più ampie riducendo al minimo gli elementi portanti verticali. L’arredo è essenziale e leggero, come anche la scelta del colore che va dal bianco all’azzurro polvere per le pareti, e dalle tonalità
di grigio per il pavimento e il soppalco; unica eccezione il rosso acceso del cubo, nucleo della casa.

Architect Maria Teresa Sibilia. She gutted the premises leaving only the load-bearing structure and keeping the iron girders in full view, wherever possible. The idea was to build a new volume inside the exterior one. It would take the form of a red cube standing independently inside the existing structure, bringing to mind the image of a boat anchored to dry land with two round portholes to look out of. The apartment is on two levels connected by a self-supporting iron
staircase that leads, by means of a gangway, to the sleeping area which has a bedroom and small bathroom. The ground floor has a living area complete with dining area and the owner’s studio. The architect’s staircase design is closely linked to the boat concept. The architect is an avid sailor, so this design represents a sort of contrast between work and rest, between industriousness and a need to seek refuge in a personal space capable of providing moments of relaxation. The structure of the staircase is in self-supporting painted steel which goes very well with the iron girders of the original factory; steps are in wood covered with a grey resin that matches the cement floor. The covering used for the steps needs to be made with anti-slip materials for obvious safety reasons. The most interesting part of the staircase is the guardrail made with steel cables (shrouds) usually used to hold up masts on sailing boats; instead of being placed vertically, here they have been positioned horizontally. These cables are tightened and hooked up to rings placed on the steel uprights; the end result is a very light maintenancefree protective structure at very low cost. Walking up the stairs to the floor above, we find ourselves on a suspended gangway similar to the bridge of a ship that looks onto the space below and leads to the sleeping area. The gallery has a very light design because the thickness of the floor has been reduced to a minimum in order not to weigh down on the overall effect. All of this has been made possible thanks to the use of iron girders, much stronger than all other types of beams made of various materials; given that they cover broader openings they reduce vertical load-bearing elements to a minimum. The furniture is light and essential, as is the choice of colour that ranges from white to light blue on the walls, and shades of grey for the floor and gallery; the only exception is the bright red of the cube, the core of the house.

 

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)