Superfioriera

Un vaso tedesco
Chi ha detto che i vasi per fiori devono essere delicati, aggraziati, romantici? Non certo Helge Ott, l’autrice di questo contenitore.
E’ un vaso che, per capirlo, va visto in prospettiva tenendo presente la recente mutazione antropologica della donna nel mondo occidentale. L’angelo del focolare di deamicisiana memoria preferiva vasi di preziosa porcellana o di delicato cristallo, e vi inseriva i fiori come se spuntassero da un naturale cespuglio. Oggi la “padrona” di casa, distratta da mille impegni, non ha più tempo né per la cucina né per l’addobbo floreale, per cui ricorre con facilità a cibi e mazzi preconfezionati, presi magari al supermercato per risparmiare tempo e denaro. Il vaso in metallo che propone la Baierischer Kunstgewerbeverein di Monaco è un oggetto solido ma di prestigio (è in argento 925), facile da gestire, dove i fiori s’infilano come le mazze da golf nell’apposita sacca, e non fa perdere tempo. Il suo aspetto è “grintoso” (come va di moda) ed è il simbolo di una visione pratica della vita (la moltiplica).

Una presenza di luce
C’è un ometto appeso a un filo con un golfino a collo alto che sprigiona luce da tutti i pori.
“Taglia Elle” è una lampada lanciata con lo slogan: vestiamo la luce! Naturalmente è stata pensata e realizzata a Milano, la capitale della Moda con la “m” maiuscola. Infatti, la più bella piazza di questa città (che è anche la più nuova) ha al suo centro un gigantesco ago con un filo smisurato: è il nuovo stemma cittadino che ha preso il posto dell’antica scrofa celtica e del biscione visconteo. I tempi cambiano e il design si adegua, perché non illuminare la casa con i nostri vestiti griffati? Detto fatto: Anna Citelli, designer di professione ma casalinga per vocazione, prende i ferri da maglia e invece dei soliti fili di lana usa tubicini in PVC, quelli della flebo, e crea questa lampada. Con “Taglia Elle” sarà possibile vestire la luce con diversi modelli, a collo alto o con profonda scollatura, corta in vita o molto aderente a un corpo sexi.

Superfioriera
Un grande calice di frassino contiene un vaso di vetro cilindrico che contiene un mazzo di fiori a calice.
È tendenzialmente una fioriera per persone alte, in grado di togliere e inserire senza problemi un vaso che sta a 184 cm da terra; gli altri dovrebbero ricorrere a una scala, a uno sgabello o a una sedia. Ma ne vale la pena, perché i fiori lì in alto diventano belli e impossibili; guai a volerne aspirare il profumo a meno di non essere Pinocchio. Io proporrei di metterci una gigantesca felce, di quelle che ornano le grandi serre inglesi: avrebbe un effetto monumentale, indimenticabile, anche se toccherebbe il soffitto. Meglio ancora i lunghi rami fioriti di pesco o di melo: annuncerebbero la primavera come da un faro. Gli ospiti piccoli di statura ne godrebbero poco, ma non si può fare felici tutti. Una volta, in Sardegna, sono stato ospitato da una famiglia particolarmente non alta e, quando mi sono seduto sulle seggioline fatte a loro misura (e la tavola poggiava sulle mie ginocchia) mi sono sentito in imbarazzo: nonostante sia normale, lì ero fuori misura. Ebbene, non vorrei trovare invece questa fioriera in casa di gente particolarmente alta dove, sedendosi, le mie gambe non toccano terra: questo potrebbe risultare un incubo peggiore.

Vaso in argento di Helge Ott, socia del BKV di Monaco di Baviera. Questa fioriera, in doghe di massello di frassino curvate, è un oggetto-scultura progettato da Christophe Pillet per Ceccotti Collezioni (Cascina di Pisa).
Prezzo L. 7.220.000.

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