Recuperare il fascino del passato


Servizio di Caterina Parrello, architetto
Testo di Leonardo Servadio

La nostalgia è forse l’ingrediente basilare del restauro.
Non a caso l’arte è sorta in epoca romantica, fondata sul tentativo di recuperare radici storico-monumentali segnate dal tempo, e far rivivere glorie passate.
Allora, a inizio ‘800, l’impulso generatore degli interventi ricompositivi era legato alla nascita degli stati nazionali, e quindi alla formulazione di una identità collettiva storicamente fondata, ma anche sfalsata nella prospettiva del lancio di valori epici dalle tinte celebrative.
Ora il restauro, o meglio la conservazione, è diventato scienza – anche se mantiene, pur nell’oggettività dei protocolli,
un ampio spazio di soggettività interpretativa.
Certamente ben maggiore è la possibilità di ridefinizione che si offre con un intervento di ristrutturazione.
Qui ci troviamo nel lungomare di Santa Margherita Ligure.

Il prospetto dal mare: un sito dai connotati paesaggistici radicati. Un complesso in pietra a livello del mare, che doveva essere l’apparato di fondazione di una villa degli anni ‘30, mai costruita. È stato operato un consolidamento strutturale e un controllo dell’impermeabilizzazione. La pavimentazione è stata totalmente rifatta con mattoni bloccati a incastro.

La pianta dell’ampio locale articolato: all’interno lo spazio per il ristorante, bar, dancing-locale musica (con tetto insonorizzato). All’esterno, la spiaggia e il molo trasfigurati dalle palme. Il costruito s’insinua nella natura al confine tra mare e terra. L’edificazione in pietra nasconde un piccolo nuovo universo dal quale si gode una vista privilegiata del Tigullio.

Un molo si inoltra nel mare mentre, alle spalle, si ergono poderosi muri in pietra aperti da archi che danno adito ad
ambienti voltati. La scenografia è impressionante, con quel rapporto diretto tra mare e pietre.
L’origine è degli anni ‘30 del Novecento: la costruzione per un castello mai realizzato (evidentemente una villa
patrizia dotata di sbocco diretto sul mare).
Ma la connotazione del sito lascia libertà alla fantasia: si delinea l’immagine di un antro di pirati, in cui nascondere in fretta le lance usate per le scorrerie.
Non a caso è chiamato Covo di Nord Est quando dal secondo dopoguerra diventa locale di fascino, music bar
dove si esibiscono divi come Mina e Ray Charles.

Architetto Domenico Podestà
La sua attività, con studio in Genova, Salita San Matteo 19, si svolge nei settori dell’edilizia privata, pubblica, nei campi dello spettacolo, degli impianti sportivi, della sicurezza antincendio e dell’acustica ambientale.
È al primo mandato nel Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C. e attualmente ricopre la carica di Presidente
Dipartimento Legislazione nazionale e Europea (Osservatorio), Protocolli Prestazionali.

In anni più recenti si sono presentate difficoltà gestionali, e quindi la chiusura.
La ristrutturazione, curata da Domenico Podestà, ne recupera il fascino di antro marinaro esaltato da luci radenti e da led che contornano i gradini tra i diversi piani sfalsati; i divani letto quadrati sono come oasi nello spazio tra i cunicoli. Mentre all’esterno 1.500 palme trasformano la piattaforma in spiaggia esotica. Ristrutturazione architettonica, arredo e rilancio mondano sono tutt’uno.
L’architettura interpreta il fascino del passato in chiave di divertimento, la nostalgia è diventata “a la page”.

 

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