360 gradi

Servizio di:Claudia Molteni

Il gorgoglìo dell’acqua, nel giardino islamico, rappresenta la voce del giardino e quella di Dio. Al piacevole rumore dell’acqua che scorre tutti attribuiamo significati di freschezza e di tranquillità. E’ una melodia naturale che rilassa mente e corpo e che in diversi modi, come illustra questo servizio, può inserirsi all’interno e all’esterno delle nostre abitazioni.

L’esistenza sulla terra è indissolubilmente legata all’acqua e l’uomo, fin dai tempi preistorici, ne è stato cosciente,
attribuendole profondi significati simbolici e spirituali. Primo fra tutti la purificazione che accomuna molte culture,
tra cui l’Islam, il Giappone e il Cristianesimo. Poiché all’acqua è legata la vita stessa, le città, in tutto il mondo,
furono edificate in presenza di una fonte, spesso anche in riva a un fiume o a un lago, mentre le case isolate erano
costruite in presenza di un ruscello o di un pozzo. Tradizioni e suggestioni culturali a cui si rifanno molti architetti, utilizzando l’acqua all’interno e all’esterno della casa per la realizzazione di piscine, giardini e interni dedicati al relax.

Nelle foto: due immagini della casa dell’architetto Roberto Pamio; nei suoi progetti di abitazioni sono sempre presenti uno specchio d’acqua e un camino, acqua e fuoco, elementi primari per l’uomo.

Pietre e rocce

Pietra e roccia sono i segni fondamentali della poetica del giardino, gli elementi con cui l’albero intrinsecamente
colloquia e i componenti cardine per creare situazioni in apparenza naturali, dove l’acqua sembra scorrere libera da vincoli. Per ottenere una maggiore armonia con il paesaggio circostante è meglio scegliere pietre locali.

Nelle foto: un piccolo giardino zen è stato costruito all’interno della casa. Per la saggezza zen terra, acqua, fuoco e vento sono gli elementi naturali fondamentali. Se a questi aggiungiamo il nulla abbiamo le parti che formano il corpo del Buddha. Nel giardino giapponese le rocce sono indispensabili e vengono disposte secondo schemi precisi
sottolineando la presenza di alberi ed arbusti.

Ninfe e fior di loto

Nella concezione egizia la nascita della terra è rappresentata da una grande ninfea uscita dalle acque primordiali.
La ninfea è vista come elemento simbolico generato dall’acqua, primaria fonte di vita e, ancora oggi, ci affascina
per i suoi colori stupendi, giallo, blu, rosa, bianco. Incorniciate da ampie foglie carnose ninfee e fior di loto appaiono deliuna superficie di almeno 6 mq e non deve essere esposto al sole per più di 10 ore; la superficie del lago deve inoltre essere lontana da alberi di alto fusto che inquinerebbero l’acqua con foglie o aghi. La realizzazione di un
laghetto artificiale non è un’impresa cati, fragili nella loro bellezza, ma in realtà sono piante a cui non occorrono cure continue, ma solo condizioni ottimali per vivere. Il laghetto in cui poter far crescere queste bellissime piante deve avere particolarmente difficoltosa: si può optare per vasche in vetroresina da interrare, oppure si possono utilizzare
teli in PVC dello spessore di almeno 0,8 mm. Questa piccola oasi domestica si può poi completare con la presenza di pesci, che la renderanno veramente vitale.

In questa foto tre differenti tipi di fiori acquatici: un Fior di loto, che può elevarsi sull’acqua anche fino a un metro, un esemplare di Nynphea gialla, la Victoria Regia. Il pittore impressionista Edward Monet fece delle ninfee uno dei suoi soggetti preferiti.

Forme Sinuose

Uno stagno dalle forme sinuose, apparentementi naturali, può diventare un angolo di tranquillità, un luogo dove potersi rilassare rimanendo in giardino. Il progetto di uno specchio d’acqua artificiale richiede per la sua realizzazione alcuni accorgimenti. Ad esempio, evitare le forme troppo complesse e stravaganti; inoltre usare rocce e ciottoli per rivestire parte del bordo, intervallati da zone di prato e/o zone di sabbia, quasi fossero piccole spiagge naturali. Cascatelle e, se possibile, stretti corsi d’acqua (movimentati da una pompa), ma anche fontane o sculture, possono
rendere più interessante l’insieme. L’importante è non esagerare: è bene non mettere tutte queste cose in un solo stagno!

Il “genius loci”, lo spirito del luogo: quell’insieme di caratteristiche naturali e legate all’antropizzazione che formano un’atmosfera unica e irripetibile. La vera personalità del luogo che va rispettata e tutelata. L’architetto Luigi Vietti,
durante la sua lunga carriera, ha sempre messo il rispetto per l’ambiente al primo posto, realizzando splendide abitazioni, in modo particolare in Sardegna e a Cortina d’Ampezzo. Questo modo di concepire gli interventi edilizi prende il nome di architettura spontanea.
“Studiare l’architettura spontanea dei luoghi vuol dire capire la natura dei luoghi stessi, il loro carattere e il
carattere della gente che li abita, capirne la cultura e le ragioni del vivere, in una parola entrare a far parte del loro spirito profondo; è l’unico modo di non far violenza quando intraprendiamo il compito, non facile, di aggiungervi nuove costruzioni” (Luigi Vietti).

In questa foto è proposto il patio di una villa in Sardegna dell’architetto Vietti, dove non solo l’edificio esternamente si integra con la natura rendendo minimo l’impatto ambientale, ma la natura stessa entra nella casa. Un portico circonda una vasca illuminata direttamente dai raggi del sole; completano il patio fiori, piante e semplici panche realizzate con blocchi di arenaria. Acqua, cielo, piante e roccia entrano nella casa, creando un microcosmo completo.

"genius loci"

Il dolce clima della Sardegna permette di vivere l’acqua in modo attivo, non solo come elemento decorativo del giardino. Vasche e piscine completano il fantastico scenario naturale del mare.

Azzurre come il mare, come il cielo terso della Sardegna. Nel giardino di questa antica casa ristrutturata, nella campagna vicino a Baia Sardinia, sono state costruite due vasche in muratura, dalle forme ergonomiche. L’intonaco è a base di calce, a cui è stato aggiunto l’ossido di cobalto, trattato poi con materiali idrorepellenti. Un’oasi di pace in mezzo alla macchia mediterranea dove poter godere dell’aromaterapia: all’acqua vengono aggiunti olii essenziali con cui è possibile eliminare lo stress e dedicarsi alle cure di bellezza. Le vasche sono state realizzate senza fondazioni,
in modo tale che possano essere facilmente smantellate senza provocare danni al sottobosco.

Atmosfere lagunari

Pochi centimetri d’acqua e la magia è fatta: ecco un altro modo, diverso e per certi versi sorprendente, per vivere l’acqua. Un vero specchio naturale, dalla forma sinuosa, creato con un velo di pochi centimetri d’acqua, che riflette cielo e nuvole, tramonti infuocati o le luci della casa.

L’architetto è Roberto Pamio, particolarmente sensibile al fascino di questo elemento naturale, di cui si serve con disinvoltura in tutti i suoi progetti. Componente importante dell’abitazione è il portico, spazioso ed elegante, da cui si gode la vista della laguna artificiale che, d’estate, dona una sensazione di frescura e suggerisce l’idea di essere sempre in vacanza.

L’oriente in Provenza

Una grande casa in pietra con un piccolo giardino chiuso da muri, ancora di pietra, all’interno del quale c’è la presenza
dell’acqua: una piccola fontana la cui acqua sgorga in una piscina. L’acqua, però, è anche nella casa: un’altra piscina,
a cui è destinato il locale d’ingresso, e che, in estate quando il luminosissimo cielo della Provenza è di un blu intenso,
può essere messa in collegamento con quella esterna. Le caratteristiche di questa abitazione la collegano alla
concezione islamica del giardino e dell’acqua. Il giardino islamico deve infatti essere un hortus conclusus, cioè del tutto delimitato, ed è visto come il Paradiso, ricco di fiori e d’acqua. Nelle riad marocchine, le case tradizionali, l’acqua è una presenza viva anche all’interno, scorrendo in fontane nelle quali si pongono petali di fiori. L’influenza mediorientale di questa casa provenzale è dovuta all’infanzia della padrona di casa, passata in Marocco, dal quale ha tratto le atmosfere più intriganti e suggestive. Il locale che contiene la piscina, intimo e accogliente, ha le pareti trattate con l’ocra su cui, per allargare percettivamente lo spazio, è stato dipinto un trompe-l’oeil con vasi di fiori e piante grasse.

Acqua e arte

Un tappeto persiano disteso in piscina, che ci accoglie quando si incede nell’acqua. Questa è l’apparenza, in realtà è un mosaico, creato dall’artista Aldo Mondino per la piscina della villa degli architetti Sandro Monteforte e Mariella Sartoris, situata nel Monferrato. Un’opera nata in campagna, come raccontano gli architetti stessi, innaffiata da numerose bottiglie di vino, gesto d’amore e d’amicizia. Una piscina semplice nella forma, raffinata nelle scelte, perché il
fondo a mosaico, realizzato con differenti tonalità di verde, si integra alla natura circostante, genuina e schietta. L’unica concessione alla pretenziosità è l’opera d’arte di Mondino.

Il classico fondo turchese, normalmente usato nelle piscine, l’avrebbe fatta apparire troppo artificiale. In prossimità della piscina vi è un portico dall’aspetto rustico e, proprio per questo, molto suggestivo. Viene usato per i pranzi all’aperto con gli amici, ma anche qui l’arte non manca: il tavolo è infatti di Urano Palma.

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