Un puro design tra vette e vallate


Le architetture alpine di Matteo Thun

Liberata dall’obbligo dell’apparire a tutti i costi, l’architettura può recuperare il senso della misura, se accompagnata dalla percezione della necessità e della verità dei materiali. È una delle lezioni che si possono ricavare dall’opera del progettista altoatesino

Servizio e testi di Leonardo Servadio

C‘è un’architettura alpina, e c’è la sua evoluzione contemporanea, figlia tanto della tradizione quanto del “moderno”; e Matteo Thun è il suo profeta. La sua origine ha il profilo della baita, il suo materiale è il legno unito alla pietra, la novità consiste nella precisione dei profili, nelle finestre che la tecnologia consente di avere ampie, come terrazzamenti belvedere la cui trasparenza si offre sia ai pendii innevati, sia ai prati fioriti. Gli edifici sono resi alla loro essenza
compositiva (tetto a capanna, pareti diritte) e, in tale cristallina elementarità, Thun scopre la forza sottile dell’equilibrio, il nitore efficace delle proporzioni, il proficuo gioco di rimandi che si attiva quando gli elementi tecnologici, dal ritmo incalzante e ripetitivo, si uniscono a superfici in cui si stampa il perenne racconto della vitalità naturale. In questa architettura alpina non s’insinua il discorso formale inteso come proposizione astratta: vige un continuo confronto con le condizioni di necessità dettate dal clima e dall’attitudine alla memoria. Per questo ha senso parlare di misurata evoluzione, di un rinnovarsi di sentimenti entro una logica in cui il disegno non perde il riferimento col senso ultimo del progettare, che consiste nell’abitare. In queste pagine presentiamo alcuni dei più recenti progetti di Matteo Thun per residenze alpine, resort, centri termali. In tutti si riconosce una grafia chiara e semplice, un gesto che mai presenta sbavature. E, soprattutto, pur nella modernità dell’approccio, in gusto per la verità materica dell’oggetto e la profonda cognizione di come sia questo uno degli elementi fondamentali che mantengono la sintonia tra l’uomo e l’ambiente. Tra gli aspetti che più risaltano, ecco le griglie lignee. Sono la memoria delle intelaiature che nei cascinali montani si usavano
per far essiccare le messi – diventano l’orditura di una nuova, ritmica partizione disegnata dello spazio. In un certo senso un’astrazione, ma ancora pregna di significato, come lo sono tutte queste nuove “baite”.

Il nome più diffuso è “resort”, il concetto è quello dell’hotel, ma con un pizzico di autenticità in più, che in
un contesto alpino appare particolarmente consono.
Per questo progetto di un “resort” naturale in Svizzera, Matteo Thun & Partner hanno creato un villaggio che ricalca i profili degli insediamenti storici, in cui si alternavano agli edifici a più piani le basse stalle in cui gli animali passavano i mesi invernali.
Seguendo tale sistema compositivo, le casette sono
disegnate per ospitare camere e suite; gli edifici
elevati sono quelli ove si raccolgono i locali pubblici.
Spicca la costruzione con le pareti intessute di disegni con motivi alpini tradizionali, di natura floreale e animale.

LA PAROLA AL PROGETTISTA

Il legno risalta nelle sue opere…
“Per me ha anzitutto un forte valore emotivo: con la sua superficie non trattata e lasciata ‘aperta’ il legno può vivere, cambiare aspetto, colore; riflette il trascorrere del tempo e invecchia come noi.

Sono volumi di schietta geometria
che il legno radica nel sito

È un materiale che, in virtù delle sue qualità emozionali e tattili, invoca il contatto con le mani, i piedi, gli occhi.”
C’è in lei una specie di razionalismo montano, di poetica della natura: quali aspetti della sua formazione professionale la portano in questa direzione?
“La mia memoria visiva e la mia sensibilità estetica sono state profondamente influenzate dall’architettura alpina arcaica e dai suoi materiali: la pietra, ma soprattutto il legno. Il legno è presente in abbondanza nella zona e facile da reperire, tanto che ha dato origine a una tradizione architettonica basata sulla natura intrinseca del materiale. Con Ettore Sottsass ho approfondito la conoscenza dei materiali, mentre mi insegnava quotidianamente a cercare il supermanto dei limiti fino allora comunemente accettati.”
Ha progettato due case prefabbricate, alla fine degli anni Novanta: che imporanza ha la prefabbricazione oggi?
“Con Heidis e Osolemio abbiamo aperto una riflessione allora d’avanguardia, e ora attualissima: la prefabbricazione contiene tutte le caratteristiche oggi necessarie per una progettazione contemporanea: velocità e sostenibilità.

La Residenza Pergola ad Algund presso Merano nasce come tributo ai vigneti sudtirolesi, adagiandosi con naturalezza sul pendio. Architettura e viticoltura sanno “fertilizzarsi a vicenda” nell’approccio di Matteo Thun. La strategia costruttiva è impostata sulla discrezione nella forma, sull’armonia con l’intorno, il rispetto del genius loci, il risparmio energetico.
Il sistema di terrazzamenti ospita 12 ambienti residenziali, 2 suite ma anche una SPA con vasche e sauna.
Nella stereometria di elementi quali il balcone, si riconosce la modernità del disegno, pur tradizionale nell’impronta.

DA KOKOSCHKA AL GRUPPO MEMPHIIS

L’ARTE E IL DESIGN DI MATTEO THUN SI ESPLICANO IN MOLTEPLICI CAMPI APPLICATIVI, DALLE TAZZE ESPRESSO DELLA LAVAZZA AL RESIDENCE DI LUSSO IN MONTAGNA. MATTEO THUN È NATOABOLZANO IL 17 GIUGNO 1952, FIGLIO DELLA CONTESSA THUN (LA CREATRICE DEGLI ANGELI E DELLE CERAMICHE CHE PORTANO IL SUO NOME), ED È STATO BATTEZZATO MATTHÄUS ANTONIUS MARIA THUN. DOPO AVER STUDIATO CON OSKAR KOKOSCHKA ALL’ACCADEMIA DI SALISBURGO, SI È LAUREATO IN ARCHITETTURA ALL’UNIVERSITÀ DI FIRENZE. PER ALCUNI ANNI HA OPERATO NEGLI STATI UNITI, SINCHÉ NEL 1981 HA FONDATO CON ETTORE SOTTSASS IL GRUPPO MEMPHIS. UN ANNO PIÙ TARDI SI È TRASFERITO AVIENNA PER INSEGNARE ALLASCUOLASUPERIORE DIARTEAPPLICATA.
NEL 1984 HAAPERTO AMILANO LO STUDIOMATTEO THUN E DAL 1900 AL 1993 SI È OCCUPATO DI DESIGN CREATIVO PER GLI OROLOGI SWATCH. PER TRE VOLTE HA RICEVUTO IL PREMIO "COMPASSO D’ORO".

IL SUO HOTEL AD AMBURGO, REALIZZATO IN COLLABORAZIONE CON L’ARTISTA ROBERTWILSON, È STATO PREMIATO NEL 2001 COME "HOTEL DELL’ANNO". NEL 2004 È ENTRATO A FAR PARTE DELLAHALL OF FAME DI NEW YORK. MOLTI DEI SUOI PROGETTI SONO STATI REALIZZATI NELLA SUA TERRA NATALE, L’ALTO ADIGE. TRA QUESTI: HOTEL VIGILIUS MOUNTAIN RESORT A LANA, VICINO A MERANO (VINCITORE NEL 2004 DEL PREMIO WALLPAPER DESIGN AWARD. LA STRUTTURA SI TROVA A 1500 METRI SUL LIVELLO DEL MARE ED È RAGGIUNGIBILE SOLO CON LA FUNIVIA.

L’ARCHITETTURA ORGANICA DELLA FACCIATA È REALIZZATA IN LEGNO E VETRO. UN MASO DI 250 ANNI È DIVENTATO UN RESIDENCE DI LUSSO); PERGOLA RESIDENCE (IL SECONDO PROGETTO ALBERGHIERO DI THUN IN ALTO ADIGE. SI TROVA NEI PRESSI DI MERANO CIRCONDATO DA VITIGNI. È CONCEPITO COME SIMBIOSI FRA PAESAGGIO E ARCHITETTURA); TERME DI MERANO (INAUGURATE NEL DICEMBRE DEL 2005, IL LORO ARREDAMENTO INTERNO È STATO CURATO DAL PROGETTISTA. LEGNO E PIETRE SONO TRATTATE COME SE FOSSERO STATE EROSE DAI SECOLI. LE TERME DIMERANO RAPPRESENTANO UN’ICONA PER LA CITTÀ).

IL DESIGN TRA LIBERTÀ E NECESSITÀ

L’ARTE CONOSCE IL RAPPORTO CON LA GEOMETRIA IN PARTICOLARE DAL RINASCIMENTO, CON LO SVILUPPO DELLA PROSPETTIVA CHE IMPLICA UNA “GRIGLIA” IMPOSTATA SUI PUNTI DI FUGA.
TALE STRUTTURA È LEGGIBILE NEI DIPINTI E COSTITUISCE LA BASE PER LA LORO PREPARAZIONE.
QUEL MODELLO GEOMETRICO NELL’EPOCA CONTEMPORANEA SI SVILUPPA ATTRAVERSO LAVORI QUALI QUELLI DI PIETR MONDRIAN, E DIVIENE UN ELEMENTO FONDANTE DEL DESIGN INDUSTRIALE, IN CUI IL RAPPORTO TRA LIBERO GESTO E STRUTTURA GEOMETRICA È CRUCIALE.
LE OPERE DI THUN ESALTANO LA CONNESSIONE TRA GRIGLIA STRUTTURALE E LIBERTÀ FORMALE.

Il rapporto tra edificio e panorama:
il ruolo delle vetrate

In termini tecnologici e soprattutto economici, e semplicità di costruzione. Stiamo lavorando a nuovi progetti in questa direzione.”
Qual è l’aspetto più importante nel progettare: il disegno, il risparmio energetico, i materiali…
“La questione ecologica è ormai un cappello introduttivo a qualsiasi pratica progettuale e discorsiva. La tutela dell’ambiente, la riduzione degli sprechi, la limitazione all’impoverimento delle risorse, il minor consumo di energia sono
tutte responsabilità non più rinviabili, un grande tema quotidiano da affrontare anche nel più piccolo gesto.”

Il Villaggio Verticale è progettato per Zermatt, in Svizzera. Il motivo ispiratore è dato dal massiccio del Cervino: la cui mole scultorea si erge come simbolo imperituro del picco montano che esalta la dimensione verticale.
Tale “Villaggio” è un hotel a cinque stelle dotato di 50 suite su 9 livelli in cui si articolano molteplici unità abitative su un totale di 5 mila mq. Risaltano gli affacci sul panorama.

MIILLE SOLII PER LE TERME DII MERANO

C’è il parco: solare, aperto, vivace e tranquillo allo stesso tempo. E nel parco la piscina: ampia, luminosa rinfrescante. Il fatto di essere circondati dalle montagne passa quasi in secondo piano: il clima ha un che di medite
rraneo, e le rocce calcaree delle Dolomiti, con la loro origine marina, ricordano questo stretto raccordo. Le terme sono un palazzo dove legno e vetro si integrano per favorire il contatto visivo col panorama e allo stesso tempo definire ambienti protetti e articolati che esaltano la cura del corpo (sauna, idromassaggi, giochi acquatici…).
L’articolarsi geometrico delle vasche, le paratie vetrate e soprattutto i mille soli colorati che popolano il volume, ne fanno un luogo che, pur totalmente aperto, è sempre da riscoprire e reinventare con l’immaginazione.

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