Pasquale Culotta


Il Prof. Pasquale Culotta, Preside della Facoltà di Architettura dell’Università di Palermo, sottolinea l’importanza del comprendere la destinazione dell’opera.

Lo spazio della celebrazione liturgicaè sempre stato intessuto di simboli, tutti i suoi elementi contenevano una valenza simbolica:è questo il caso dell’ambone. Guardando al passato con un occhio al presente, vorrei chiederle di parlarci un poco di quali simboli siano recuperabili per le nuove costruzioni.
Vorrei fare una premessa, credo necessaria, per spiegare quale debba essere il ruolo del progettista in generale e in particolare nei confronti dell’organizzazione dello spazio cultuale. L’architetto affronta il suo lavoro a partire dalle necessità del suo cornmittente, il cui programma nonè solo funzionale, quantitativo ed economico, ma contiene anche la finalità culturale dell’opera: un complesso ampio e comprensivo di desideri, esigenze e significati propri del committente. La forma della cosa progettataè ricavata dai materiali indicati dal committente e da quelli che il progettista riesce a individuare grazie alle sue conoscenze, alla sua esperienza e alla sua ricerca. Il progettista che lavori in piena autonomia si allontana inevitabilmente dal valore autentico dell’opera.
Da questo mio convincimento emerge chiaramente cheè fondamentale la figura dell’ermenueta dell’opera cultuale, che non coincide con quella del progettista. Si tratta piuttosto di due protagonisti che interagiscono nel processo progettuale e che assicurano l’autenticità dell’opera.
Il punto di vista dell’architetto, se questi agisce solo,è parziale e nel campo liturgico questo spesso finisce con il determinare situazioni organizzative dello spazio estetizzanti e anche arbitrarie. Simboli, forme, tipi, collocazione dell’ambone, per esempio, nascono dalla cultura cultuale propria del momento della realizzazione. Le scelte e il senso dei significati possono e devono essere dati dall’ermenueta dell’opera, mentre all’architetto spetta di spiegare la costruzione, e all’artista di spiegare la figurazione.
Ritengo che questa sia una premessa importante. Per quanto riguarda i simboli adottati nei vari amboni, posso dire che non sta all’architetto di individuare o disquisire di particolari simboli. Essendo l’ambone uno spazio liturgico per la proclamazione dell’annuncio pasquale da parte del diacono, dal suo carattere liturgico nascono e si ripetono i simboli e le forme.

Si può tuttavia parlare di "tipi" architettonici dell’ambone nelle varie epoche?
Credo, per la conoscenza che ho di queste strutture, di poter semplicemente distinguere tra amboni alti e amboni bassi. Quelli bassi sono quelli di Ravello, Santa Sofia, San Clemente, Santa Maria in Cosmedin quelli alti sono quelli di Casauria, Salerno, della Cappella Palatina dì Palermo e altri del periodo normanno.

La liturgia richiede che l’ambone, così come ogni altro luogo dello spazio per la celebrazione, sia precisamente individuato.
Degli antichi amboni vediamo che avevano una collocazione propria, una particolare presenza architettonica, un luogo definito e una iconografia (musiva e scultorea) che li facevano "parlare". Si possono recuperare oggi antichi amboni?

Con il mio collega Giuseppe Leone per mesi siamo stati impegnati a riconfigurare l’ambone del Duomo di Cefalù;. Un lavoro entusiasmante e istruttivo.
Abbiamo elaborato un progetto a partire dalla utilizzazione di quasi tutti i frammenti recuperati dall’antico ambone normanno smontato nel XVI secolo. La ricerca pazienteè stata possibile grazie l’intervento dell’emeneuta Mons. Crispino Valenziano, profondo conoscitore e studioso del nomunento normanno ed esperto dell’organizzazione tipologica e culturale dell’ambone.
Dalla nostra esperienza emerge che il luogo dell’ambone possiede strutture architettoniche congegnate da una fine e sottile organizzazione iconologica, simbolica e spaziale derivante dalla liturgia del culto: ad essa, e solo ad essa, va riferita la individuazione dei significati e della posizione nello spazio della chiesa.

Ambone del convento di Baida

Viè un problema generale dello spazio liturgico, quello di essere unico ma articolato attorno a poli diversi. Epossibile dare delle indicazioni su come, nel progettare nuove chiese, si possa cercare di rispettare questa unicità di spazio nella complessità della articolazione liturgica?
Ripeto: lo spazio liturgico deve essere pensato, organizzato, precisato dall’Ermeneuta. L’Architetto ne costruisce la forma, ovvero individua la soluzione materiale della coerenza unitaria della finalità culturale.

Mi sembra che molti liturgisti, fermo restando che da essi provengono indicazioni precise sui luoghi di rito, sostengano che sia però responsabilità dell’architetto di configurare lo spazio nel suo complesso…
Negli ultimi anniè aumentata l’autonomia dell’architetto nella ricerca della soluzione dell’opera, con conseguenze che definisco negative. Dobbiamo aiutare il committente a riappropriarsi dell suo ruolo, nel senso di aiutarlo ad essere più; esigente e più; colto.
Noi architetti abbiamo la libertà di trovare soluzioni per la forma delle strutture.

Vi sono amboni moderni riusciti, in chiese nuove o antiche?

Certo, per esempio, c’ quello della chiesa del convento di Baida a Palermo, realizzato circa cinque anni fa dal prof. Canzoneri e dall’arch. Rossella Leone.

STUDIO ANALITICO
SULL’AMBONE DEL DUOMO DI CEFALU

Prof. Arch. Pasquale Culotta
Prof. Arch. Giuseppe Leone
Prof. Mons. Crispino Valenziano
Arch. Rosa Bellanca
Arch. Vincenzo VizzariCefalù;, giugno 1986

La rinconfigurazione

La struttura architettonica dell’ambone del Duomo di Cefalù;è risultata costituita da cinque parti:
I) la loggia per la proclamazione delle scritture;
2) la loggia del salmista, inter gradus;
3) l’ingresso e la scala;
4) ii battistero nella cripta sotto la loggia per la proclamazione delle scritture;
5) il candelabro pasquale.

Le singole parti sono composte da elementi distintivi della c
omplessità e unicità del monumento: Ambone – luogo della Parola – luogo dell’annuncio profetico e apostolico pasquale e illuminante – luogo liturgico della Parola proclamata nel rito cristiano nella celebrazione misterico pasquale.

In particolare:

I) la loggia per la proclamazione delle scritture si compone da: a) sette colonne disposte tre sul fronte nord, tre sul fronte sud e una al centro. Le colonne che si corrispondono sui due fronti (nord e sud) hanno capitelli con la stessa figurazione, da est verso ovest: capitello raffigurante un palmizio, capitello con foglie d’acanto, capitello raffigurante un giardino; b) sette lastre ornate musivamente secondo lo schema iconografico ‘Biblia pauperum’ con unico modulo: ruota centrale e quattro ruote collaterali. Le lastre sono disposte a due sui fronti nord, sud ed ovest, la settima chiude il lato est; c) architravi di collegamento delle colonne; d) cornici decorate a chiusura e concatenamento delle lastre; e) Aquila-leggio al centro del fronte nord; f) due rocchi agli angoli del bordo superiore del fronte nord; g) solaio.

2) La loggia del salmista o inter gradus si compone di: a) lastra strigilata sul fronte nord; b) lastra sul fronte sud; c) cornici a chiusura e concatenamento delle lastre; d) architravi; e) due rocchi sul bordo superiore della cornice del fronte nord; f) cinque gradini con il centrale più; ampio come pedana.

3) L’ingresso e la scala si compongono di: – sul fronte nord: a) due pilastri d’ingresso ornati, b) lastra ornata secondo il modulo di tre ruote in linea sulla porta d’ingresso, c) cornici decorate di chiusura e concatenamento della lastra con due rocchi angolari sul bordo superiore; – sul fronte ovest: d) lastra ornata secondo il modulo delle cinque ruote nella parte inferiore, e) lastra in porfido nella parte superiore, f) cornici decorate, g) lastra ornata con due paraste musive; – sul fronte est: h) lastra in marmo bianco nella parte inferiore, i) lastra in porfido nella parte superiore, I) cornici decorate; all’interno: m) 12 gradini in marmo.

4) 11 battistero si compone di: a) vasca circolare in lumachella ornata con quattro leoni, b) piedistallo in lumachella con scanalature inclinate e convergenti su un collarino, c) incasso ottagono sul pavimento.

5) II candelabro pasquale composto da: a) base in lumachella con due leoni, b) colonna con capitello istoriato, c) patera (base del cero) in lumachella istoriata con tre figure.
L’ubicazione del monumento liturgico ricade tra l’ultima colonna dell’intercolunnio meridionale della navata centrale ed il pilastro meridionale dell’arco trionfale.
L’orientamento per chi sale segna la direzione da est verso ovest e viceversa, per chi scende segna la direzione da ovest ad est.

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