L’appeal di una STUFA neoclassica

Questa villa recentemente costruita nell’Alta Val di Non è la dimostrazione di quanto sia adattabile il linguaggio architettonico razionalista anche a un contesto decisamente rustico e montano. I suoi volumi globali sono quelli tradizionali dell’architettura della zona (tetto a due falde in legno a vista su un corpo murario basso e largo), ma nell’interno parzialmente soppalcato spiccano forme geometricamente pure, tipicamente moderne, articolate in un classico sistema trilitico. L’architetto Lorenza Minoli di Milano, cui si deve sia il progetto sia la realizzazione, ha detto in proposito: “Qui vengono fatti coesistere elementi della tradizione montana con una definizione degli spazi e uno sviluppo planivolumetrico ispirati ai principi del Movimento Moderno, in un mix innovativo e talora spiazzante.”Approfondendo questo discorso di contrapposizioni, in questo apparato scenografico tipicamente modernista, reso aereo e luminoso dall’intonaco bianco delle pareti e dal larice biondo del soffitto, sono state inserite due belle stufe in maiolica verde di fine Settecento, con forme massicce, alleggerite da delicate decorazioni neoclassiche. Una è cilindrica, l’altra squadrata; entrambe sono di costruzione italiana: sia il modello sia il colore sono tipici delle stufe costruite in quel periodo dagli artigiani di Sfruz in Val di Non, vicino a dove si trova la villa. I suoi proprietari, originari della zona, le avevano acquistate per tempo insieme ad altri mobili antichi, tutti perfettamente inseriti in questo interno, inquadati da un’architettura rigorosa ma discreta. Va notato come lo smalto verde e bianco che ricopre la maiolica contrasta gradevolmente con i colori dei legni e il rosso dei tessuti e dei tappeti.A SFRUZ IN VAL DI NON GLI ARTIGIANI FAENTINI, FUGGITI NELLA SECONDA METÀ DEL
‘500 DA PERSECUZIONI RELIGIOSE, SEPPERO CONIUGARE LA LORO MAESTRIA NEL
DECORARE LE CERAMICHE CON LA TRADIZIONE LOCALE DELLE GRANDI STUFE: NE USCIRONO DEI VERI CAPOLAVORI. IL COLORE “VERDE SFRUZ” È UNA LORO ANTICA INVENZIONE, E LA FORMULA DEGLI INGREDIENTI È TUTT’ORA SEGRETA, CONSERVATA NELLA CASSAFORTE DELLA LOCALE ASSOCIAZIONE ANTICHE FORNACI. ALCUNI ESEMPLARI DI STUFE IN MAIOLICA DI SFRUZ SONO ATTUALMENTE AMMIRABILI NEL MUSEO DI REVÒ.È stato un tour de force intelligente ed esperto quello che ha sperimentato l’architetto Lorenza Minoli quando, pensando al progetto, ha voluto mirare contemporaneamente a due obiettivi: un linguaggio moderno, per la parte propriamente architettonica, e un sapore di tradizione alpina nel colpo d’occhio d’insieme.
Minoli ha giocato d’astuzia sulla compresenza simultanea di forma e materia, facendo in modo che la forma andasse in un senso e la materia in un altro; la prima verso il linguaggio razionalista e la seconda verso i sapori materici tradizionali della montagna (vedi il larice utilizzato nel soffitto a due falde).
Da qui un effetto che lo stesso architetto ha definito “spiazzante”, quello strabico di due forti presenze che cercano di prevalere sovrapponendosi.
Una forma esasperata di eclettismo dove anche pezzi decisamente antichi come le grandi stufe di maiolica s’inseriscono a pieno titolo.Laureata al Politecnico di Milano, ha maturato una vasta esperienza progettuale in diversi ambiti tra cui l’edilizia scolastica e quella residenziale.
Vive e lavora a Milano nel proprio studio.
Attualmente si dedica alla ristrutturazione di appartamenti e alla progettazione di interni per seconde case al mare e in montagna. Ha svolto, in collaborazione col Politecnico di Milano, una ricerca sulle progettiste donne, pubblicando una monografia sulla pioniera Margarete Shutte Lihotzky.Centralità del progetto: utilizzare il linguaggio dell’architettura razionalista in un contesto di materiali tradizionalmente “montani”, come il larice che fodera le falde del tetto e le due grandi stufe in maiolica verde.
Innovazione: per decorare le pareti ha utilizzato pietre tagliate a spacco molto chiare, in continuità con il tradizionale intonaco bianco, per ottenere un mix di modernità e tradizione.
Uso dei materiali: al legno del soffitto e del pavimento è dato il compito di caratterizzare in senso “montano” un interno che non ha nulla della tradizione alpina, a parte le due grandi stufe in ceramica.
Nuove tecnologie: gli aggetti verso Sud hanno funzione di protezione dai raggi solari secondo l’approccio bioclimatico. Le due stufe antiche in maiolica sono perfettamente funzionanti e con un ottimo rendimento.La scala su disegno dell’architetto ha un parapetto in tubolare e tondino d’acciaio, verniciati color canna di fucile, con corrimano in legno massello e pedate in iroko come il pavimento. 
I sanitari del bagno sono Villeroy & Boch.
La grande stufa cilindrica verde è coetanea di quella a pianta rettangolare.

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