Ecodesign

Servizio di: Barbara Olivieri, architetto

Per dare un significato concreto ai termini ecodesign o design sostenibile – che vengono utilizzati sempre più spesso – bisogna partire da quello che noi produciamo e consumiamo. Qualsiasi oggetto che venga acquistato e utilizzato ha un suo “ciclo vitale”, ciclo che termina quando viene gettato via. Questo gesto provoca un “impatto sull’ambiente”: il prodotto non più utilizzato diventa un “rifiuto”. La sua destinazione è il termovalorizzatore (il vecchio inceneritore),
la discarica oppure gli impianti di riciclaggio. E’ proprio in quest’ultimi impianti che i materiali vengono “rivitalizzati”. Sia che si tratti di carta, di plastica (nei suoi molteplici componenti), di vetro o di alluminio, essi vengono riportati allo stato grezzo (attraverso processi particolari) con lo scopo di riutilizzarli per fare nuovi oggetti. E’ proprio in questa fase
che l’ecodesign entra in gioco, ideando nuovi prodotti pensati con materiali di recupero. Quindi ecco nascere cucine in cartone (con ripiani realizzati in “Tetrapak”, il materiale utilizzato per i contenitori per bevande ed alimenti), poltrone imbottite in gomma e rivestite in lana (entrambi riciclati), sgabelli in alluminio riciclato, sedie con sedute in Chylon (un materiale dall’apparenza del legno, ma ottenuto dalla miscelazione di plastica e legno provenienti da scarti di lavorazione) lampade in cartapesta o in carta proveniente dagli elenchi telefonici, mobili in legno recuperato, e altro.

Nelle foto: Cucina in cartone (design Marco Cappellini). Cucina realizzata interamente in cartone ondulato (equivalente a 70 quotidiani), con ripiano in Tetrapak. Anche i tubolari di sostegno sono realizzati in cartone.
Fanno parte della serie “Hudson colors” le sedie disegnate da Philippe Starck in alluminio riciclato. Emeco

Ma il design sostenibile è anche studio del ciclo di vita e del processo di “disassemblaggio” degli oggetti. Cioè il
pensare, già in fase progettuale, come comporre il prodotto affinché, una volta esaurito il suo utilizzo, possa essere smontato in tanti pezzi di diversi materiali che possano essere destinati al riciclo. Inoltre design sostenibile è progettare oggetti flessibili: ossia concepire prodotti in grado di modificarsi in funzione del cambiamento delle esigenze. Un esempio è lo studio, o “upgrade”, di un frigorifero, ad opera di Merloni Elettrodomestici (in collaborazione con Cappellini Design & Consulting e il Politecnico di Milano), visibile sul sito www.capcon.it, che si basa sull’analisi e la valutazione del prodotto e della sua flessibilità atta ad adeguarsi alle esigenze e all’evoluzione della vita. In conclusione l’ecodesign è una sfida ed un’opportunità per sviluppare la fantasia e la creatività dei designer e dei produttori, e per sensibilizzare la collettività ad una maggiore coscienza dei consumi recuperando le tradizioni
delle origini, quando una volta si realizzavano oggetti con ciò che c’era disponibile sul posto per un risparmio
economico e per la scarsità di risorse.

“Bella Rifatta” l’elegante sedia monomaterica di William Sawaya, in plastica riciclata, esile ed impalpabile, cambia abito e si veste con le opalescenze dell’acrilico, osando una ricca tavolozza di freschi colori caramella. Sawaya & Moroni

Nelle foto: Millepiedi” (design Marco Cappellini, prodotto da Tubettificio Robbiese) Porta Cd o libreria (21 cm di profondità per 2 metri di
lunghezza). E’ un complemento realizzato in carta, alluminio e plastica riciclati.
“Riccio” una serie di lampade realizzate in cartapesta progettate da Gianni de Carlo e Pinuccia Petruzzelli. Artefare
La sedia “Hudson”, realizzata in alluminio riciclatoè considerata un’icona del design contemporaneo. Philippe Starck l’ha creata per il Ian
Schrager’s Hotel di New York. Attualmente è in esposizione al Museum of Modern Art. Nel 2000 ha vinto il prestigioso Good Design Award. Emeco

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