Alta tecnologia al servizio dei cinque sensi

ALTA TECNOLOGIA MA AL SERVIZIO DEI 5 SENSI

di Gjlla Giani

In questi giorni leggiamo anche a livello di quotidiani come gli internauti potranno reperire oltre che informazioni anche sensazioni emotive, musicali e olfattive: nell’ultimo caso come apprendere una giusta ricetta e assaporarne in anticipo il gusto; analogamente la fragranza di una nuova essenza lanciata sul mercato dalla nota CASA di un profumo.
Tutto questo ci fa intuire come l’uomo in stretta coerenza alla sua umanità abbia bisogno per apprendere e socializzare l’esercizio e l’uso equilibrato dei 5 sensi nella sua attività quotidiana, soprattutto nel suo ambiente quotidiano sia di lavoro che di relax nella cosa primaria o di quella di vacanza. Quello che vogliamo documentare e sostenere con CASA OGGI – Modi di Vivere, attraverso i protagonisti migliori della nostra Società è come gli stessi mantengano con coerenza scelte di stile di vita, di cultura, di comunicazione del “sé” sia nel lavoro che nella casa, – professioni invidiabili e nel contempo fondamentali per natura.
In questo numero, e la copertina ne è la sintesi e anticipazione, vogliamo maggiormente sottolineare come questi esempi di Architettura e di Architettura degli Interni tramite le sue componenti, sollecitino il piacere del sentire, del vedere, del gusto, del tatto e dell’olfatto, fiori, sapori, colori, musica tramite l’avvento dell’alta tecnologia devono essere comprimari e necessariamente complementari per l’appagamento di ognuno: quindi benessere e quindi felicità. Abbiamo voluto dal primo numero di questa nuova serie, ricercare la qualità dell’Uomo del Nuovo Rinascimento: definizione intuita e da molti poi condivisa la migliore Rinascita è proprio quel “mist” di cultura sensoriale, emotiva con profonde radici, perché no multietniche inconsciamente acquisite e quotidianamente vissute – Siamo entrati nella civiltà multimediale, multietnica, altamente tecnologica ma con estremo bisogno e mediazione della cultura. Dovremmo essere contenti di poter affermare che in questo grande passaggio (secolo e millennio) “c’ero anch’io”.

 

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