NEL CUORE DELLA SICILIA
Nella bella campagna modicana, caratterizzata dalle strade ricoperte di “balata” (una pavimentazione a grosse lastre di pietra), nasce una casa (che è anche albergo) per arricchire la quale sono stati chiamati giovani artisti
Servizio di Caterina Parrello e Giulio Proli, architetti
Balarte è un hotel che nasce dalla collaborazione tra la società proprietaria, il progettista arch. Sergio Adamo e l’Accademia di Belle Arti di Catania. Obiettivo di questa sinergia è stata la realizzazione di installazioni e interventi all’interno delle stanze dell’Hotel. Il progetto ha permesso a giovani artisti, che si distinguono per un lavoro di ricerca e sperimentazione nei vari linguaggi e nelle varie tecniche di creazione delle immagini, di misurarsi con la realizzazione di ambientazioni concrete e permanenti. Gli artisti sono stati selezionati attraverso un concorso rivolto esclusivamente a giovani iscritti o laureati presso l’Accademia di Belle Arti di Catania. A partire dal pionieristico Atelier sul mare, l’albergo con stanze d’artista a Castel di Tusa per arrivare alla catena Design Hotel con indirizzi in tutto il mondo, gli alberghi del Terzo millennio tendono sempre più a divenire soprattutto luoghi di piacere estetico oltre che di relax. L’hotel, che un’espressione ormai abusata definirebbe non-luogo, diviene spazio pubblico riconoscibile; alle stanze anonime, spoglie, magari confortevoli e ultraccessoriate, ma prive di personalità, si sostituiscono camere e ambienti alla cui progettazione e realizzazione sono chiamati designer, architetti e artisti di talento.
Così definisce questa realizzazione il progettista architetto Adamo: “L’Hotel Balarte è uno spazio residuale. Ai margini del territorio del turismo istituzionalizzato dalle compagnie, dai club, dai villaggi turistici, non è una cartolina della città. Appartiene all’esperienza del viaggio come ciò che si visita nella città. Non ha la memoria storica del monumento: ha il divertito e ironico ricordo dell’ultima avanguardia che ci è appartenuta e che abbiamo cancellato; come una piazza provvisoriamente occupata dai busker, è uno spazio radicato nel presente dalle spontanee installazioni degli artisti ancora sconosciuti.” Balarte vuole essere una provoca-azione attiva per il territorio, nasce nella meravigliosa campagna modicana, terra di antica antropizzazione e di bellezze barocche, ma si contamina con le ricerche espressive di giovani artisti, dipanando dalla matassa della memoria il filo che ci riporta ai giovani di ieri, a coloro che, nati in questa terra di miti, guardarono ai movimenti d’avanguardia e in particolare al Futurismo come possibilità di rigenerazione culturale e di riscatto. Accolti nel caldo spazio della reception, il corridoio introduce l’ospite lungo un percorso che presenta di fronte ad ogni camera un pannello in cui è riprodotta un’opera parolibera di sette autori: E. Cavacchioli, R. Vasari, Vann’Antò, L. Nicastro, B. Joppolo, G. Janelli, S. Quasimodo.
Sette autori che tra il ’15 e il ’25 del secolo scorso presero parte al rinnovamento culturale e artistico rappresentato dal Futurismo marinettiano. Certamente il Futurismo agli inizi del XX secolo rappresenta il primo vero fenomeno culturale internazionale con intenti totalizzanti, capace cioè di coinvolgere ogni aspetto della cultura: dalle arti visive alla letteratura, dalla musica al cinema. In grado di penetrare nel quotidiano e di imporsi come movimento capace di divenire espressione culturale globale. Balarte vuole essere un percorso di memoria e proiezione che è un rimando a voler guardare al passato nella prospettiva del futuro, attraverso le energie creative più vitali di un territorio, riattualizzare la carica e la determinazione a partecipare al dibattito artistico- culturale nazionale e internazionale di giovani nati in questo lembo periferico e di frontiera, ieri come oggi.
NEL CUORE DELLA SICILIA
BIANCO E COLORI
L’architettura degli edifici è caratterizzata dal colore chiaro delle pietre calcaree locali che rivestono gli esterni e dagli intonaci nelle stesse tonalità che tinteggiano le altre pareti. Gli spazi comuni sono contraddistinti da pannelli che riportano frasi di artisti futuristi. La reception è, al contrario, dominata dal colore rosso di una parete “morbida”, che nei riquadri del rivestimento riporta i nomi dei giovani artisti che hanno collaborato, e dal grigio-blu delle altre pareti e del soffitto, con un pavimento di marmo rosa che riequilibra il contrasto.
La proprietaria del Resort Balarte, Cinzia Azzarelli, col figlio Karol.
Un corpo a corpo che si gioca sul piano dello spazio fisico, lungo un percorso di rimandi agli autori di inizio Novecento, trasformando il corridoio in un tracciato che invita a varcare soglie che, preannunciando, promettono. Ogni porta/soglia materializza questo corpo a corpo, apre e comunica, chiude e separa, mette in relazione futurismi e futuribile, inoltra in ambienti elaborati da un riconquistato lavoro sinergico che vede l’artista visivo non autore solipsistico, ma capace di dialogare con altre figure professionali e creative e soprattutto con un pubblico invitato a non essere solo spettatore ma fruitore capace di entrare in relazione con l’opera, vivendola. Attraversato questo filtro, che diviene spazio-temporale, all’interno ciascuna stanza si offre come idea d’ambiente, di relazioni che ciascun artista ha voluto immaginare fecondando il proprio pensiero con un serrato contaminarsi di oggetti, sensazioni, immagini, che trasfigurano un luogo di funzioni essenziali in spazi in cui non è solo il comfort, la qualità pregnante ma soprattutto il bisogno di proiettarvi identità multiformi ora seducenti, ora vertiginose e destabilizzanti, altre ironiche e ludiche, altre ancora relazionali e socializzanti. All’architetto Adamo il compito e il merito di interpretare con gli arredi quanto via via emergeva dal rapporto di interscambio con gli artisti. Gli autori di Balarte sono: Daniele Alone, Carmen Cardillo, Tiziana Contino, Daniele Denaro, Fattidarte, Filippo Leonardi, Vittoria Petronio, Vanila Privitera, Mary Siverino, Angelo Spina.
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