Un paradiso tra due mari


Progetti

La leggenda racconta che “qui, Ulisse naufrago, incontrò il mitico ciclope Polifemo, ed è forse questa
la terra dove, secondo la descrizione omerica, pascolavano gli armenti del Dio Sole”.

Capo Milazzo tra mito e storia, vanta comunque una bellezza e un patrimonio paesaggistico tale da lasciare nell’animo
la certezza di aver incontrato la mano divina: “così quella striscia ha l’aria d’essere stata lanciata da sacra mano perché
prendesse forma, quella di un dito che vuol indicare che più in là, lontane tra l’azzurro del Tirreno, si ergono bellissime le isole dell’arcipelago eoliano”.
La Penisola del Sole si staglia sopra un mare profondo, limpido, ma difficile da domare. Una costa frastagliata dai venti e un promontorio di rara bellezza, fanno da cornice a un mare difficile, insidioso. E proprio il mare, che idealmente si
riappropria di queste terre, è il protagonista di questo progetto. Un giardino che sprigiona energia e racconta di flutti d’acqua, distesi fino alla spiaggia e infranti sugli scogli.

Roberta Andaloro
Agronomo e socia AIAPP, frequenta il Master Universitario in Progettazione del Paesaggio e delle Aree Verdi dell’ Università di Torino.
Nel 2006 fonda, insieme alla collega Tindara Crisafulli, lo studio SETTEROSSO, architettura di giardini e paesaggio, a Catania. Insieme
progettano giardini privati e strutture ricettive.
Collabora con la rivista Gardenia, partecipa a concorsi di progettazione
nazionali e internazionali. Ideatrice insieme a Tindara Crisafulli e Paolo Villa di “ 100Mila giardini di Sicilia” , evento AIAPP di sensibilizzazione della risorsa paesaggio.

La sala ricevimenti Paradiso, prende il nome dalla località in cui sorge.
Il Parco che la circonda era stato progettato e realizzato per una discoteca immersa nel verde, ma col passare degli anni, la bellezza e l’atmosfera suggestiva del luogo, hanno convinto i gestori a pensare una differente destinazione. Il locale si è così trasformato in sala per ricevimenti, prediligendo una soluzione meno invasiva che permette
di godere appieno del parco e del suo panorama in particolare lo scenario incantevole dei tramonto sulle Isole Eolie. L’utilizzo è stato esteso a tutte le ore del giorno e ad un numero maggiore di persone.
Per questo tipo di trasformazione è stato necessario progettare diverse modiche: una nuova destinazione degli spazi adibiti ai banchetti, servizi, coperture per i mesi invernali e un nuovo assetto del parco, compresa l’illuminazione, i percorsi e l’arredo.

L’uso precedente richiedeva maggiori requisiti di sicurezza, con percorsi pedonali molto ampi. Il verde occupava un ruolo di contorno, e nonostante l’aspetto molto rigoglioso del parco, era evidente la funzione marginale o prettamente scenografica delle piante. Le aree a verde erano delimitate da blocchi in tufo posati a secco e dialogavano poco con il resto.
Proprio dalla posizione di quelle aree, nasce l’idea di lasciare che la natura si riappropri di questo spazio. Sono state create delle onde che attraversano la sala, separando nel contempo le zone pavimentate. E’ il mare che vince la lotta con la terra, ma è anche la natura che riconquista il ruolo primario, ribaltando i giochi. Il protagonista non sarà più l’uomo, bensì la natura incontaminata e contemporaneamente artificiosa, di un giardino nel paesaggio.

La pavimentazione è stata ritagliata per dare spazio alle essenze mediterranee già esistenti, trasformando così uno spazio a verde in un giardino che racconta una storia tutta siciliana: quella dell’”esoticità” dei giardini nobiliari presenti sul Capo di Milazzo, fatti di rarità botaniche, di essenze esotiche ormai acclimatate nell’ambiente mediterraneo.
Così gli ulivi, alti e maestosi nella loro bellezza, si intervallano alle Phoenix canariensis, al Chamaerops humilis, alla Washingtonia robusta, al Syagrus romanzoffianum, alle Cycas revoluta ma anche ad esemplari di Butia capitata, Phoenix reclinata, P. Roebelenii, Trachycarpus fortuneii, Beucarnea recurvata, Strelizia augusta, Dracena
marginata, Phormium tenax, Cycas circinalis.
Anche qui, però, il mare troverà i suoi scogli, si infrangerà con forza senza mai quietarsi: Buxus sempervirens a palla ci porteranno alla scoperta di “rumorosi” zampilli d’acqua. È il mare il protagonista del giardino, l’elemento naturale che
mai l’uomo è riuscito a domare.

 

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