Le trasformazioni in atto in Cina liberano spazi su cui disegnare nuovi skyline
La combinazione di stimoli culturali ed estetici con le esigenze funzionali e progettuali è all’origine del progetto del giardino italiano di Tianjin.
Tianjin è una città storicamente e culturalmente molto legata all’Italia, in quanto sede dell’unica Concessione Italiana in Cina durante la prima metà del secolo scorso. Nell’ambito di attività comuni di ricerca e sperimentazione sulle tematiche ambientali in corso tra il Ministero dell’Ambiente italiano e quello cinese, si sta realizzando un nuovo spazio verde urbano che recuperi, in chiave moderna e nel rispetto della conservazione della biodiversità, le caratteristiche dei “giardini all’italiana” e che possa costituire il baricentro dello sviluppo di nuovi insediamenti, non solo abitativi, di Tianjin. L’architetto Mario Occhiuto, che da anni sviluppa progetti architettonici attenti ai principi di sostenibilità ed è già presente in Cina con numerosi lavori, ha proposto un nuovo concetto di giardino, tentando di andare oltre la pura architettura delle forme. Il grande parco che ne trae vita sviluppa una maggiore libertà dalle regole geometriche, una possibilità più vasta di scelte botaniche e l’uso di morfologie morbide con una grande variabilità del paesaggio. In questo processo di ricerca, il giardino si presenta come una nuova variante del disegno paesaggistico, in cui l’attenzione per l’ambiente si coniuga armoniosamente con il progetto, la funzionalità degli spazi e l’arte. Espressione della contaminazione culturale che prosegue tra Italia e Cina, il giardino trova la sua unità formale e la fluidità dei percorsi nelle linee della Venere di Botticelli e, a sottolineare l’intento educativo del progetto, ospiterà opere di artisti italiani contemporanei.
Inizialmente il progetto si è dovuto confrontare con le caratteristiche di ordine naturale e storico poste dal luogo. L’area in esame infatti, circa sette ettari di fronte al fiume Hai He, sin dagli anni ’50 ha ospitato un impianto industriale per la lavorazione dell’acciaio e presentava un terreno inquinato e disseminato di detriti, con un clima monsonico (freddo e umido l’inverno, caldo e umido l’estate) che ha richiesto numerosi approfondimenti progettuali e botanici. Si sono seguiti, quindi, due orientamenti: il primo verso la bonifica di un terreno critico da trasformare in un esempio di sito ecocompatibile e di sistema di progettazione sostenibile efficace; il secondo verso lo studio della storia del giardino nella tradizione italiana, per capirne la forza e l’armonia e sintetizzarle, dopo secoli, in un parco moderno pronto ad accogliere nuovi visitatori. All’esito del percorso progettuale, la Venere del Botticelli si sovrappone al disegno del giardino; le sue linee fanno da trait d’union tra le zone paesaggistiche, mentre i chiaroscuri plasmano senza enfasi i volumi, così da rendere omaggio all’ideale classico di una bellezza misurata ed elegante, icona dell’arte italiana. Ne nasce un parco in cui le più recenti metodologie progettuali, attente alla sostenibilità ambientale e sociale, s’ intrecciano ai richiami della cultura italiana dando vita ad un esperimento di evidente identità.
Il progetto paesaggistico e la tradizione italiana
La concezione dei giardini rinascimentali e barocchi viene reinterpretata nel progetto. A Tianjin rivivono alcuni elementi del giardino all’italiana: il belvedere, le architetture, le siepi modellate geometricamente, i percorsi prospettici, le fontane, le sculture usate come fondale scenografico. Tuttavia, l’ordine degli spazi propone un nuovo assetto diverso da quello tradizionale, arricchito dal gioco altimetrico dei dislivelli, che delineano armoniosamente i diversi ambiti del paesaggio ed accolgono gli elementi naturali in modo organico. Alle quote più basse le aree seguono un andamento caratterizzato dalla disposizione geometrica delle piante e compongono le forme raffinate del parterre, del labirinto e del giardino segreto. Il loro disegno può essere colto dai terrazzamenti panoramici sovrastanti. Gli ambiti più alti ospitano le zone più naturalistiche del parco, laddove la vegetazione si infoltisce assumendo l’aspetto di bosco, anzi di boschi differenti, ciascuno con una sua peculiarità. Le caratteristiche del progetto possono essere sintetizzate dai seguenti elementi: – l’articolazione del terreno, portando terrazzamenti e dislivelli sul sito pianeggiante. Una soluzione che a nord ha innescato un rialzamento utile a proteggere l’area dai venti freddi settentrionali e ad ovest, dalla strada trafficata;
Credits Un giardino italiano a Tianjin Progetto di Mario Occhiuto Hanno collaborato al progetto architettonico: Stefania Pace, Valentina Calmino, Vincenzo Apicella, Massimo Baragli, Mariapia Cipolla, Alessandro Izzo, Maddalena Fiorello, Anna Onesti, Angelo Spadafora Al progetto del Verde: Maria Cristina Leopardi Al progetto della struttura: Marcello Falbo Al progetto Impianti: Francesco Calomino, Paolo Veltri Alla grafica: Romualdo De Stefano, Daniela Fiorelli, Valerio Marini, Gaetano Martorello, Elvira Romano Al progetto artistico e culturale: Angelo Buccarelli, Elisa Crivellane, Mimmo Paladino |
M A R I O _ O C C H I U TO
Mario Occhiuto (1964) si laurea in architettura a Firenze nel 1987. Si interessa dei temi del progetto architettonico e della pianificazione territoriale, organizzando l’attività intorno ad alcuni punti cardine: identità culturale, estetica del progetto combinata alla sua utilità funzionale, innovazione e sostenibilità intesa come principale risposta possibile alla domanda di qualità del progetto contemporaneo.
Lo studio mOa – Mario Occhiuto architetture – ha sedi a Roma, Cosenza e Pechino. Tra le esperienze più recenti di rilievo internazionale: il progetto di Un giardino italiano a Tianjin, scelto per essere presentato con una istallazione alla prossima Biennale di Venezia – XI Mostra internazionale di Architettura; il progetto di un padiglione espositivo per l’Expo Universale di Shanghai 2010, vincitore di concorso internazionale e selezionato per Sustainab.Italy, padiglione italiano del London Festival of Architecture; il progetto del 4C Building attualmente in costruzione a Pechino, che sarà la nuova sede per le attività preposte agli accordi multilaterali del Ministero dell’Ambiente cinese (MEP); il Masterplan della Città di Huai Rou, commissionato dalla Municipalità di Pechino. È stato componente del Consiglio Superiore per i Beni Culturali e Ambientali presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e membro del Comitato Tecnico Scientifico per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Membro dell’Unità Tecnica Operativa per i Balcani, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la ricostruzione dei paesi dell’area balcanica.
L’arte nel giardino L’elemento scultoreo è sempre stato una delle caratteristiche principali del giardino italiano, rafforzandone il lato estetico e trasmettendo un’anima al luogo. Per arricchire ulteriormente il parco di Tianjin, vari artisti italiani, di calibro nazionale ed internazionale, sono stati coinvolti ed invitati a confrontarsi liberamente con il disegno di progetto.
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La scelta della vegetazione è stata anche determinata dalla qualità che possiedono determinate essenze di ripristinare la vita faunistica, oltre che offrire nuove suggestioni all’interno di un’area che attualmente ne è priva.
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Credits Progetto di allestimento a cura di Mario Occhiuto Con la partecipazione di Mimmo Paladino Coordinamento: Elisa Crivellane, Angelo Bucarelli Hanno collaborato: Valentina Calmino, Daniela Fiorelli, Rosa Morelli, Anna Onesti, Stefania Pace, Patrizia Pichierri Interventi artistici: Mimmo Paladino, Giovanni Cesellato e Maurizio Orrico Video: Giorgio De Finis Allestimento tecnico: Manalystandeventi
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La XI Biennale di Architettura di Venezia
la presenza di colori, definita dalla scelta accurata di piante cinesi che offrano la varietà di sfumature dei nostri giardini e che siano abbastanza resistenti alle condizioni climatiche locali; – la nascita di aree tematiche (il giardino segreto, l’arboretum, il labirinto ecc.) collocate nel giardino per ricordare l’essenza della tradizione italiana e per creare nuovi panorami; – il parterre, elaborato, geometrico e la cui bellezza si possa scoprire dall’alto, collocato nei pressi della serra; – la serra come elemento architettonico che ospiterà piante ed essenze mediterranee; – lo studio di percorsi ed ombre per un effetto di chiaroscuro tipico della nostra scenografia; – l’uso dell’acqua, cascate, vasche e giochi d’acqua pensati con sistemi di risparmio e riciclaggio, per arricchire le viste, calmierare il rumore e legare il progetto tramite i flussi; – la scultura, elemento di fascino, catalizzante, pronta a sorprendere i visitatori.
11. Mostra internazionale di Architettura – Out There: Architecture Beyond Building
Un Giardino italiano in Cina L’occasione per presentare al pubblico il progetto di Un Giardino italiano in Cina, dell’arch. Mario Occhiuto, è stata l’edizione 2008 della Biennale di Architettura, intitolata Out There: Architecture Beyond Building. L’istallazione, esposta nei suggestivi padiglioni THETIS, e curata dall’architetto Mario Occhiuto con la partecipazione di Mimmo Paladino, comprende tre ambienti diversi: il primo introduce i visitatori in una atmosfera introspettiva, in netto contrasto con l’esterno; il secondo ambiente principale illustra il progetto attraverso impressioni e suggerimenti visivi; il terzo è invece dedicato alla storia del progetto architettonico, in modo più didascalico. L’acqua e l’immagine sono le protagoniste dell’installazione. Nel secondo ambiente, una grande vasca colma d’acqua e attraversata da una passerella centrale accoglie, come galleggianti, sculture di Mimmo Paladino e opere di altri artisti, quali Maurizio O
rrico e Giovanni Casellato. Sulle pareti laterali, esattamente nello spazio disegnato da otto grandi nicchie ad arco, sono proiettati video inediti, realizzati per l’occasione, che raccontano i temi sperimentati nel progetto del giardino. Un Giardino italiano a Tianjin è stato elaborato all’interno del Programma di Cooperazione Ambientale italo-cinese attivato tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio italiano e il MEP (Ministry of Environmental Protection of China), sotto la guida di Corrado Clini, Direttore Generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo.
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