di Edmondo Jonghi Lavarini
Scopri in questo articolo come la tragedia all’ex convento di Giaccherino svela l’urgente bisogno di restauro e manutenzione dei beni culturali. Un viaggio affascinante tra sicurezza, storia e responsabilità, rivelando come l’antico e il moderno possano convivere nel rispetto del nostro patrimonio culturale creando anche sviluppo economico.
L’Importanza della Manutenzione dei Beni Culturali Ecclesiali in Italia: Un Imperativo Tecnico ed Economico
In qualità di architetto attento al restauro, ho un particolare interesse ad evidenziare l’importanza critica della manutenzione dei beni culturali, in particolare quelli ecclesiali, in Italia. Questi manufatti architettonici non sono solo tra i più antichi del paese, ma rappresentano anche un tesoro inestimabile di valore storico, artistico e culturale.
Programmare la manutenzione costa meno.
La manutenzione regolare di queste strutture è cruciale per la loro conservazione. Il degrado causato dal tempo, dagli agenti atmosferici e dalla negligenza può portare a danni irreversibili. In Italia, dove l’eredità culturale gioca un ruolo fondamentale nell’identità nazionale, la salvaguardia dei beni ecclesiali è una responsabilità collettiva con l’effetto evidente di avere un risparmio effettivo in ogni procedura esecutiva rispetto quando le operazioni si devono fare con urgenza.
La tecnologia c’è: usiamola
Fortunatamente, viviamo in un’epoca in cui la tecnologia può giocare un ruolo significativo nel restauro e nella conservazione. Dalle tecniche avanzate di imaging per l’analisi strutturale alla robotica impiegata per interventi delicati, le opzioni a disposizione sono numerose e in continua evoluzione. Tuttavia, la disponibilità di tali tecnologie non è sufficiente di per sé: è cruciale un approccio che integri sapientemente le competenze tecniche con un solido piano di intervento, sia dal punto di vista tecnico che economico.
Bilanciare manutenzione e restauro
Un piano di manutenzione ben strutturato deve considerare non solo gli aspetti immediati del restauro, ma anche la sostenibilità a lungo termine degli interventi. Ciò implica un bilanciamento tra il rispetto dell’integrità storica e artistica dei beni e l’impiego di tecniche innovative che garantiscano la loro durata nel tempo.
Il patrimonio con valore economico finanziario
Inoltre, un bene culturale mantenuto in perfetta efficienza e sicurezza non è solo un tesoro preservato per le generazioni future; è anche un motore economico capace di generare flussi finanziari e valorizzare l’intero territorio. Il turismo culturale, sostenuto da beni ecclesiali ben mantenuti, può portare benefici economici significativi, creando un circolo virtuoso che reinveste nella conservazione e nella promozione del patrimonio culturale.
L’incidente
Questo tragico incidente all’ex convento di Giaccherino mette in evidenza un problema cruciale nel campo del restauro dei beni culturali: la necessità di manutenzione e monitoraggio costante delle strutture storiche, specialmente quando vengono utilizzate per eventi pubblici.
Fragilità italiana
Prima di tutto, il crollo di una struttura in un edificio storico come un ex convento del Quattrocento richiama l’attenzione sulla fragilità dei beni culturali. Anche se possono sembrare solidi, molti di questi edifici hanno bisogno di interventi regolari per garantire la loro sicurezza. Questo incidente sottolinea l’importanza di valutare la capacità degli edifici storici di supportare attività moderne, che spesso comportano carichi e usi non previsti dai loro costruttori originali.
Il dovere della sicurezza
In secondo luogo, la manutenzione dei beni culturali non è solo una questione di preservazione storica, ma anche di sicurezza pubblica. La trasformazione di edifici storici in luoghi per eventi pubblici, come matrimoni o altre celebrazioni, richiede un attento esame della loro idoneità a tali usi. Questo richiede una valutazione dettagliata da parte di esperti in restauro e ingegneria strutturale per garantire che modifiche e restauri siano effettuati nel rispetto della sicurezza.
Come pubblico e privato possono collaborare
Terzo, l’incidente evidenzia la necessità di una collaborazione efficace tra le autorità locali, i proprietari privati e gli specialisti del restauro. Mentre le autorità locali possono concedere permessi per l’utilizzo di edifici storici, è essenziale che tali permessi siano rilasciati solo dopo un’accurata verifica della stabilità e sicurezza della struttura. La proprietà privata di tali edifici implica anche una responsabilità nella manutenzione e nel restauro.
PDCA
Il concetto di PDCA (Plan-Do-Check-Act) applicato al restauro dei beni culturali, come nell’incidente dell’ex convento di Giaccherino, sottolinea un approccio sistematico e iterativo per garantire la sicurezza e l’efficacia dei processi di restauro. Inizialmente, nella fase di “Pianificazione” (Plan), viene definito un dettagliato piano di restauro, che include l’analisi dei rischi, la valutazione strutturale e la programmazione degli interventi. Successivamente, nella fase “Esecuzione” (Do), si attuano le azioni pianificate, come il rafforzamento strutturale o il restauro conservativo. La fase “Controllo” (Check) prevede una verifica accurata degli interventi effettuati, per assicurarsi che rispettino gli standard di sicurezza e conservazione. Infine, nella fase “Azione” (Act), si apportano eventuali correzioni o miglioramenti al processo, in base ai feedback e ai risultati ottenuti. Questo ciclo continuo garantisce che il restauro dei beni culturali sia un processo dinamico, costantemente adattato e migliorato per proteggere e valorizzare il nostro patrimonio storico.
La strategia è la base di ogni successo
Edmondo Jonghi Lavarini
Conclusioni
In conclusione, la manutenzione dei beni culturali, specialmente quelli ecclesiali in Italia, è un compito che richiede non solo una profonda comprensione tecnica e storica, ma anche un approccio innovativo e sostenibile. Le tecnologie necessarie ci sono; ciò che serve ora è la capacità di impiegare garle in modo efficace, attraverso piani di intervento che considerino sia gli aspetti tecnici sia quelli economici. Solo così possiamo assicurare che questi tesori culturali non solo sopravvivano, ma continuino a arricchire e valorizzare le comunità che li circondano. La manutenzione dei beni culturali non è solo un dovere verso il nostro passato, ma un investimento nel nostro futuro, un atto di fiducia nella capacità di questi monumenti di continuare a ispirare, educare e arricchire le vite di tutti.
Per conoscere i più interessanti casi studio, le aziende più impegnate e i prodotti più interessanti per il restauro e i beni culturali visita www.chiesaoggi.com/annuario