Philippe Starck


Il designer del mese

Ho ricevuto una piccola eredità, una piccola eredità intellettuale: mio padre era un inventore, disegnava aerei e la sola eredità che mi ha lasciato non è stata una grande somma di danaro, come generalmente avviene con l’aviazione – per me è stato il contrario – ma mi ha lasciato l’idea che uno dei mestieri più belli che si possa fare è un mestiere creativo.

La storia di Philippe Starck è quella di un geniale autodidatta – basti pensare che già da studente crea una società di
strutture gonfiabili finanziata dall’attore Lino Ventura – che ha creato le basi del design francese e oggi è considerato il designer più popolare al mondo. Starck è noto e stimato per le sue qualità di designer, colto autodidatta, creatore estroso e libero da conformismi sebbene accompagnato da grande professionalità.
Dopo avere collaborato nel 1982 alla realizzazione dell’arredamento degli appartamenti privati del Presidente Mitterrand al Palazzo dell’Eliseo il suo lavoro di architetto si espande al puto tale da avvalersi dell’Honor Award
dell’American Institute of Architetcts nel 1992, per il Paramount Hotel di New York.

"Scritti su Starck" è stato pubblicato dal Centre Pompidou proprio nel momento della grande consacrazione arrivata con la retrospettiva del 2003 curata da Marie-Laure Jousset. Grazie al contributo di otto teorici, il libro analizza gli aspetti della creazione starckiana dal punto di vista semiotico, filosofico, architettonico e del design. Si tratta di
un’indagine inedita – nonostante la popolarità del suo protagonista – che scava a fondo le ragioni teoriche della grandezza (e del successo) del lavoro di Starck, una necessità di riflessione che sembra richiesta dallo stesso
designer quando afferma: "Oggi tutto il lavoro estetico e culturale è divenuto inutile, l’urgenza di agire non è più là. Se guardate per strada, come laggiù, vedrete che tutte le macchine, tutte le automobili, tutto quello che ha un motore, gli scooter, le moto, da qualche tempo gli scooter un po’ meno – e forse in parte grazie a me portano solamente
segni maschili, di machismo, è ridicolo.
Perché una macchina deve avere i `coglioni’?
non ha senso. Una macchina è un oggetto di servizio che dovrebbe essere intelligente.

Ma è per questo, l’uomo non potendo essere più intelligente ci resta male. L’intelligenza è femminile, l’intelligenza
moderna è femminile, e la macchina non è moderna, non sarà mai femminile. vedete quindi che è possibile lavorare continuamente sulle domande:
Questo oggetto deve essere maschile o femminile?
questo oggetto merita d’esistere o esiste soltanto per dimostrare al proprio vicino che si è pieni di soldi? o per
mostrare che si è più potenti?’
Dietro e davanti gli oggetti acquistati ci sono molte brutte cose.
Le case generalmente vengono costruite per dimostrare che nella vita si è raggiunto il successo, piuttosto che
per vivere felici al loro interno. Ci sono miriadi di cose come queste da decifrare. E questo è un po’ il mio lavoro".
"La storia del design francese, come tutti sanno, non esiste. Oppure, se esiste, assomiglia a un triste palazzo con grigie finestre, da dove i progettisti francesi degli ultimi decenni hanno visto passare l’allegro "corteo del design", stando appunto alla finestra, senza prendervi parte. Sulla strada in festa, fra i protagonisti italiani, tedeschi, giapponesi e americani, di francesi non ce n’era nessuno. Ora nel corteo c’è anche Philippe Starck. A bordo di una Citroën…

Tra le sue realizzazioni
– Sedia "Costes"(1981), per Aleph
– Sedia "Doctor Sonderbar" (1983) per Xò
– Tavolo "Tippy Jackson" (1981), per Aleph
– Piccola poltrona "J" (1984/86), per Aleph
– Sedia "Von Vogelsang" (1984), per Aleph
– Sedia "Dr. Glob" (1988/89), per Kartell
– Lampada "Arà" (1988), per Flos
– Spremiagrumi "Juicy Salif" (1990/91), per Alessi
– Scolaverdura "Max- le- chinois" (1990/91), per Alessi
– Bollitore "Hot Bertaa" (1990/91), per Alessi
– Lampada "Miss Sissi" (1991), per Flos

Scritti su Starck
a cura di Valérie Guillaume

Il Nuovo Design, con Alchimia e Memphis, è stato colorato, decorato, romantico, eccedente, esasperato.
Gli oggetti del Nuovo Design sono per definizione impraticabili, la rotturacon il funzionalismo è stata ecologica,
polemica e traumatica.
Starck, invece, è uno dei responsabili del design Nuovo-Nuovo. Egli progetta istintivamente sui dati e con i metodi del mondo tardo-industriale, per un uomo "post-dimassa" divenuto un "consumista- di-clan", raffinato utente di oggetti post hightech, di strumenti miniaturizzati, di monocromi spazi rarefatti. Starck individua con precisione questa committenza "diversa" rispetto a quella tipica del Bel Design, e provoca uno scatto generazionale
al sistema di oggetti da lui progettato.
Propaganda divistica del suo ruolo, sovrapposizione fra il progetto e la sua immagine pubblicitaria, applicazione delle regole del marketing non solo ai propri oggetti ma al suo stesso personaggio.
"Come costruire, a partire da un tale “magma” sensibile, ciò che potrebbe costituire una raccolta di analisi e interpretazioni?
Qualunque sia l’aspetto con cui si accosta Philippe Starck, si colgono, nella loro stessa diversità, le costanti che lo fondano: la sua poesia ispirata e lucida, il suo humour onnipresente, e la sua libertà di parola incontenibile."

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