Orizzontalità sociale e verticalità sacra

Il progetto si è posto un doppio obiettivo da conseguire in modo unitario: riqualificare l’aerea con un intervento che produca un riordine urbano e al contempo introdurre nel tessuto edificato una presenza architettonica significativa capace di riproporre una forte identità “figurativa” alla nuova chiesa.    
La situazione urbana, l’esigua estensione del lotto e le difficili condizioni del contesto, occupato da una edilizia frammentata con una volumetria eterogene, hanno suggerito di contraddistinguere il nuovo complesso parrocchiale articolandolo entro un recinto-soglia.  
La delimitazione su tutti i lati del complesso ne rimarca l’eccezionalità e lo rende inequivocabile sia nelle relazioni con il contesto edificato, sia nella sua fruizione “distratta” quale figura simbolica nel territorio.  
Ciò permette di ribadire architettonicamente l’unitarietà dello spazio parrocchiale entro il quale si dispongono le diverse attività, in modo tale che queste non risultino separate nella loro dimensione sociale “orizzontale” dalla dimensione “verticale” della fede.  
La “verticalità” della chiesa quale “sublimazione” della “orizzontalità” sociale della parrocchia, è restituita dal progetto con una forma di massima intelligibilità.  
L’articolazione morfologica della nuova chiesa che si innalza dal recinto sacro, si ricollega infatti alla matrice originaria che ha ispirato lungo i secoli l’edificazione delle chiese cristiane: dare forma architettonica al segno della Croce.      

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