Ordine degli Architetti di Bologna

CHIESA DEL SS. SALVATORE
(via C.Battisti, Bologna)

In un contesto urbano storicizzato di elevata qualità architettonica, soggetto a vincoli di tutela, la riproposizione dell’antico disegno del sagrato riattribuisce alla chiesa l’originaria completezza architettonica e funzionale. (Giudizio della Commissione Nazionale)

Ordine degli Architetti di Avellino

Arch. Antonella Ranaldi

Arch. Antonella Ranaldi
Antonella Ranaldi (Roma, 1960) si è laureata in Architettura nel 1988. Ha conseguito la specializzazione in Restauro dei monumenti, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, il dottorato e il post-dottorato in storia dell’architettura e restauro. Ha pubblicato diversi saggi e il libro Pirro Ligorio e l’interpretazione delle ville antiche, Studi ligoriani 3, Edizioni Quasar, Roma 2001, per il Comitato per lo studio delle opere di Pirro Ligorio, diretto dal prof. Marcello Fagiolo.
Dal 2000 è architetto direttore presso la Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Emilia, con sede a Bologna, dove svolge attività di progettazione e direzione dei lavori nei lavori di restauro, nella chiesa del
SS. Salvatore, nel Palazzo Caprara-Montpensier a Bologna e nei Chiostri di S. Pietro a Reggio Emilia.
Dal 2002 è professore a contratto presso la Facoltà di Architettura di Cesena, Università degli Studi di Bologna, corso di Restauro Architettonico.

Il progetto riguarda la realizzazione a identikit, in forme analoghe a quelle antiche, del sagrato della Chiesa del
SS. Salvatore a Bologna, rimosso per ragioni di viabilità, dopo l’Unità d’Italia. Allo stato attuale l’intero sedime appartenente al sagrato è occupato da un parcheggio per automobili. Se si osserva l’impianto urbano di Bologna, non
si può non notare la carenza di piazze e slarghi ad uso pubblico. Da qui la necessità di ridare identità storica a quelli esistenti, mortificati da usi impropri. La chiesa del SS. Salvatore, realizzata su progetto del frate barnabita Giovanni Ambrogio Magenta, tra il 1605 ed il 1623, occupa lo spazio accanto al Convento del San Salvatore.

Stato di fatto.
Sito della chiesa in una pianta del ‘700.

La chiesa si trova lungo l’antica strada di via dell’Asse, attuale via IV Novembre, all’angolo con via Cesare Battisti. Acquista particolare importanza il fianco libero della chiesa che costeggia la via IV Novembre, arretrato rispetto al filo della strada in modo da creare un ampio slargo. Il lato lungo si configura come una vera facciata. Per dare ad essa
ampio risalto ed unità architettonica vennero sacrificate le case esistenti addossate alla chiesa, di proprietà degli stessi Canonici (ASB, Fondo demaniale, Corporazioni religiose, Canonici Regolari di S. Salvatore e S. Maria di Reno,
n. 230/2677, doc. 10, Perizia per la demolizione di case, 11, dicembre 1613).

Particolare dal PRG del 1980.

Intorno venne creato il sagrato che rigira sulla facciata e, all’angolo delle due strade, venne collocata una colonna con la croce. Nel 1744, il lastricato venne rinnovato e sostituito l’ammattonato con acciottolato, secondo il disegno di Carlo Sicinio Galli Bibiena, riportato da G.G. Trombelli (1752). La colonna venne nuovamente eretta, riportando sul piedistallo l’iscrizione che commemorava la costruzione del 1624 ed il rinnovamento della platea e della colonna del 1744, da parte del Padre Abate Pellegrini, che sostenne l’opera “colla spesa di mille, e più scudi facendo rinovare di selci il mattonato del Sagrato già consunto” (Giovanni Grisostomo Trombelli, Memorie istoriche concernenti le due Canoniche di S. Maria di Reno, e di S. Salvatore insieme unite, Bologna 1752, p. 79).

Progetto di ricostruzione del sagrato settecentesco.

Il Progetto

L’indagine storica e archivistica ha permesso di rilevare ogni dato utile per la fedele ricostruzione della pavimentazione settecentesca del sagrato. Le tracce rilevabili in sito danno l’impronta dello spiccato del sagrato, costituito da un lastricato, sopraelevato di quattro gradini rispetto.

La chiesa in una stampa d’epoca.

Ne sono testimonianza anche le vedute storiche che raffigurano la colonna con la croce all’angolo delle due strade, che serviva anche da segnale urbano efondale della strada antica di via dell’Asse. Il pavimento ricostruito prende come modello il disegno del 1744 di Ca
rlo Sicinio Galli Bibiena, che riporta il disegno geometrico, formato da ciottoli di colori e materiali diversi.

La colonna proposta in ricordo di quella
antica, in forme diverse seppure tradizionali, in legno
di ciliegio, per dare l’idea dell’elemento di arredo.

Il sagrato sarà separato dalla strada con fittoni e catenelle, come riportato nei disegni storici. L’accesso per chi ha difficoltà motorie avverrà dall’ingresso presso il transetto, nel punto di minore dislivello con una rampa d’accesso.

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