Figura chiave nello sviluppo dell’arte concettuale e fondatore del movimento dell’Arte Povera, Michelangelo Pistoletto ha attraversato l’arte della seconda metà del Novecento, scrivendone una pagina storica e riportando l’Italia creativa al centro della scena. La mostra che concepisce per la Basilica di San Giorgio Maggiore e per gli spazi adiacenti, la Sala del Capitolo e l’Officina dell’Arte Spirituale, s’impone come riflessione che investe direttamente il destino dell’uomo e l’urgente necessità di un cambiamento sociale radicale.
La comunità monastica di San Giorgio è stata fondata nel 982, quando l’isola venne donata al benedettino Giovanni Morosini dal Doge Tribuno Memmo per costruirvi un monastero dedicato a San Giorgio. Nel 1565 i monaci benedettini chiedono al famoso architetto Andrea Palladio di realizzare il modello di una nuova chiesa. Gli interni della chiesa sono adornati da importanti opere d’arte realizzate dai più noti artisti del tempo. Alla chiesa di San Giorgio venne assegnato il titolo di ‘basilica’ a seguito delle pressioni del prelato veneto Giuseppe Sarto (il futuro Papa Pio X) per celebrare il centesimo anniversario della elezione di Papa Pio VII.
Secondo Michelangelo Pistoletto il processo evolutivo della società umana è giunto ad un livello che chiede l’assunzione della massima responsabilità e impegno. Nell’opera Il Tempo del Giudizio esposta nella Sala del Capitolo, le quattro religioni più diffuse nel mondo – Cristianesimo, Buddismo, Islamismo, Ebraismo – sono indotte a riflettere ciascuna su se stessa, come momento di radicale auto-confessione. Ciascuna religione è rappresentata da un elemento simbolico posto davanti a uno specchio: una statua di Buddha, un tappeto per la preghiera rivolto verso la Mecca, un inginocchiatoio. Fa eccezione l’Ebraismo che si presenta come specchi a forma di tavole della legge. “L’arte assume la religione vuol dire che l’arte fa dichiaratamente propria quella parte rappresentata dalle strutture che amministrano il pensiero (come la religione). Questo non per sostituirsi ad esse ma per sostituire ad esse un diverso sistema di interpretazione destinato ad estendere nella gente la capacità di esercitare autonomamente le funzioni del pensiero”, dichiara l’artista.
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