Interviene, come terzo relatore dello speakers’ corner dell’ Osservatorio del Cambiamento, Marco Marcatili, di Nomisma, con un intervento denominato “La sfida delle città”.
L’obiettivo è comprendere ciò che sta accadendo nelle città, i fabbisogni e gli sviluppi.
Proietta una slide che dimostra che il P.I.L. francese è aumentato di oltre il 40%, quello italiano solo del 18%. In Italia non sono i soldi a mancare, ma le idee forti.
Le città sono diventate luogo di fragilità e solitudine. Per costruire una nuova idea di città non possiamo fare a meno dei sogni, che si affiancano ai bisogni.
E’ stata fatta un’indagine su 14 città metropolitane italiane, misurando l’attrattività secondo vari parametri: più della metà di esse sono risultate non attrattive.
Risultati migliori, invece, arrivano dallo studio sulle piccole città (con meno di 100.000 abitanti). L’Italia è fatta di medie città che hanno bisogno di piani strategici.
Secondo studi demografici, in Europa stanno aumentando le persone della terza e della quarta età.
Vi è uno sgretolamento rispetto alla base sociale, alla base economica e alle funzioni tradizionali.
Il tema è come reinventare questi aspetti: dobbiamo riconoscerci come un contesto di “nuova produzione”,attrarre nuovi produttori (makers, creativi, startuppers) e dobbiamo creare “infrastrutture cognitive e sociali” per costruire la base economica.
I latini avevano due termini per indicare le“città”: Urbs ne indicava la struttura fisica, Civitas la realtà sociale ed economica.
Ogni cambiamento nelle “civitas”, richiede un cambiamento alle “urbs”:
l’invecchiamento della popolazione, l’aumento dei flussi turistici, la fioritura del commercio nei centri storici, l’aumento degli studenti universitari, la difficoltà d’accesso al credito per l’acquisto della casa da parte dei millennials, e la nascita dello smart working e di tante start-up richiede alle città di attrezzarsi con Senior Housing, edilizia ricettiva, High Street Retail, studentati, Smart Housing e Co-Working.
Va abbandonato l’approccio “mono-specialistico” e “mono-generazionale”: potrebbero essere creati case di riposo integrate ad asili, piccole comunità costruite attorno ad una filiera, potrebbero essere ripensati interi quartieri.
Inoltre, si dovrebbe agire simultanea su varie aree: la cura, l’abitare, le relazioni e l’apprendimento, quest’ultimo concepito sul desiderio di conoscenza applicato all’intero arco della vita, invecchiamento compreso.
Il relatore conclude con l’aneddoto del “Mercante di Kant”. Il sovrano chiede ad un mercante cosa può fare per lui, ed egli risponde “Maestà, dateci conio certo e strade sicure, al resto ci pensiamo noi”.
Il 35% delle famiglie vuole cambiare o ristrutturare l’abitazione, ma non può: è un mercato potenziale censurato.
Sappiamo dove vogliamo andare, ma non sappiamo “come” e il costruttore deve accompagnare i nuovi bisogni.
Arch. Bonnì (Irriverender)