Look

Le aree vetrate definiscono la relazione tra spazi interni ed esterni.

“The window is a wall, a screen, a garden” dichiarò il celebre architetto Miës Van der Rohe. Un concetto ripreso e sviluppato da Le Corbusier, un maestro, nell’articolare gli spazi e nel considerare i muri non come barriere ma come diaframmi, come mediatori. Proprio per la sua trasparenza il vetro è considerato il mediatore per eccellenza, come in questa immagine, dove l’area giorno si affaccia sull’esterno. L’abitazione (in Val d’Ega – Bolzano) progettata dall’architetto Wolfgang Complojer e costruita poco più di vent’anni fa, è stata recentemente ristrutturata. L’intervento ha valorizzato soprattutto il giardino. Oltre ad essere stato diversamente piantumato è stato organizzato con diverse zone di soggiorno all’aperto, arredate in legno d’abete e riparate da coperture in scandole di larice. Collegato al soggiorno è stato realizzato un “giardino d’inverno” arredato con mobili in rattan e vimini e pavimentato con travertino. La struttura, in alluminio verniciato e vetro, assorbe l’energia solare e trasmette calore all’interno dell’abitazione.

Spazi di relazione, isole di vetro immerse nella natura, prolungamenti della casa pensati per il relax.
Sono le “zone di confine” progettate per allargare

gli orizzonti domestici.

Nelle immagini: il tavolo della collezione “west&ming collection”, Mobilia International; un tappeto in lana di origine nepalese, disegnato da Stefano Giovannoni, Menphis.

Dal progetto dell’architetto Paola Basile, una realizzazione decisamente inconsueta per il contesto nel quale è stata inserita. Eppure il contesto stesso ha fornito la motivazione più forte. All’ultimo piano di un palazzo in pieno centro a Milano, è stata costruita una vera e propria oasi di verde e tranquillità, trincea frapposta al frastuono e ai fumi del traffico cittadino. Il terrazzo dell’edificio, al centro del quale sorge l’appartamento, è diventato un giardino con manto erboso, laghetto e animali di molte specie. Il fulcro dell’intera realizzazione è la splendida veranda, traît-d’union tra interno ed esterno. Il colore naturale caldo del legno scelto per l’arredamento, per le travi a vista, per il parquet
e la perlinatura oltre le vetrate e l’utilizzo di numerose piante come veri elementi d’arredo, contribuiscono a rendere impercettibile il passaggio tra lo spazio abitativo reale e la veranda che lo collega al giardino. La struttura di quest’ultima è costituita da profilati in alluminio verniciato all’esterno e legno naturale all’interno. Le vetrate sono rifrangenti, quinte trasparenti di un intimo teatro rigoglioso.

In questo perfetto ecosistema,

lo spazio abitativo si fonde perfettamente

con quello del giardino dove sono annessi

un laghetto e un piccolo ruscello.

Nelle immagini: “Alveo”, la chaise lounge in midollino sintetico Emu Wicker prodotta da Emu; Una sedia di Bambù Design, azienda specializzata in mobili di bambù, rattan, giunco e midollino.

Tra le montagne austriache vicino Villach, scopriamo sulle sponde del lago della Maddalena un’inaspettato gioiello di architettura prefabbricata. Posizionata sul pendio, se ne rimane affascinati. La casa si apre infatti su un panorama intimo e inviolato al di fuori delle rotte turistiche. Progettata da Griffner Haus l’abitazione si integra perfettamente con l’ambiente circostante. Caratteristica del progetto è l’intelligente suddivisione delle aree interne e la scelta d’un arredamento essenziale. Protagonista della casa è il salotto, spazio aperto, disegnato da scalini che creano livelli e zone differenti. Come se si insinuasse nel giardino, il salotto evolve in una meravigliosa veranda che, nonostante i pochissimi elementi d’arredo, appare tutt’altro che desolata. Viva, vibrante di luce si colora di tutte le eco del verde circostante.

L’area giorno si declina su livelli diversi grazie ad ampie gradinate in legno che delimitano le diverse funzioni del living.

Una zona sospesa tra esterno e interno.

Nelle immagini: in alto un vaso – scultura in vetro, Studio Dillon; in basso luci da giardino “Okai”, Biffi.

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