Le travature a sostegno dei piani superiori

Tratto da:
Case di campagna n°86
Le travature a sostegno dei piani superiori
 

Quando si decide di restaurare un’abitazione, uno dei principali problemi è legato alle travi che reggono le solette: ecco un approfondimento e qualche consiglio tratti dal manuale illustrato “Ristrutturazione pratica dell’antica dimora di campagna” di Glauco Bigongiali, esperto nella valutazione e nel recupero di rustici e casali.

a cura di Glauco Bigongiali

Se avete la fortuna che i soffitti e i pavimenti del rurale siano sostenuti da travi di sezione adeguata e ancora in buono stato, non è opportuno cambiare la struttura portante. Infatti un’antica trave di legno forte che appaia un poco malandata in superficie, se non ha subito lunghi dilavamenti meteorici, generalmente presenterà una sezione ancora compatta e sana. Bisogna considerare che quei legni, con tutta probabilità, sono stati tagliati e lavorati da persone esperte, mettendo in opera degli accorgimenti particolari tramandati da secoli, e possiedono una fibra che le travi segate a macchina ricavate da tronchi nuovi difficilmente sapranno darvi. Gli antichi tagliavano il legname in stagione invernale in particolari fasi lunari e forse tenendo anche conto della congiunzione dei pianeti, e cioè quando per la diminuzione dell’effetto gravitazionale l’attività della linfa della pianta era al livello minimo.

Con la stagionatura in acqua e spesso sotto la neve aspurgeva fuori anche la linfa rimasta. Con questo procedimento che privava il legno delle sostanze zuccherine interne, difficilmente le camole attaccavano i tronchi che nel frattempo erano divenuti compatti e durissimi. Talvolta, nei piani a terra, le travi ricavate da essenze dure e tanniniche come il castagno selvatico, erano poste in opera appena il fusto era abbattuto e quindi senza alcuna essiccazione. Con tutta probabilità la loro perfetta conservazione senza fessurazioni è dovuta a molteplici conoscenze, fra cui il taglio di tronchi selvatici di cedui di terre poste in particolari esposizioni climatiche, e la accurata scelta e all’abbattimento dei fusti in epoche e temperature determinate. Spesso la perfetta conservazione è anche dovuta al fatto che i piani terra non erano riscaldati e il legname impiegato seguiva una stagionatura naturale in tempi lunghi e in ambienti che non avevano grandi escursioni termiche repentine. Nel caso delle stalle, la presenza di animali assicurava una umidità costante, necessaria ad una stagionatura lenta in luoghi chiusi. Come abbiano già sottolineato, l’ulteriore tavellatura interna delle pareti aumenterà anche la base di appoggio statico delle travi. Ma se qualche trave presenta una falla contro il muro, ammuffimento o lesione, conviene valutare di rinforzarla con una mensola in pietra o in legno. Tale accorgimento si presenta esteticamente valido ed è stato molto usato anche nell’antichità. Il sistema della mensola o aggetto può essere attuato anche nel caso di sostituzione di una semplice trave, quando non sia agevole praticare perforazioni sufficientemente profonde in ambedue i muri per mettere il legno in opera.

Nel caso invece che doveste sostituire o ricreare tutta la travatura fra un piano e l’altro, bisognerà prestare attenzione soprattutto che il materiale impiegato sia simile a quello già in opera. Le travi dovrebbero inserirsi almeno per i due terzi nel muro di pietra (quindi senza calcolare la tavellatura interna) ed è bene, anche per ragioni sismiche, che alle loro estremità vengano saldamente poste in opera robuste alette in ferro o acciaio fissate alla trave con tirafondi e poi affogate nel muro stesso. In questo caso le travi serviranno anche da tiranti e contribuiranno a “legare” le pareti opposte. Nel caso estremo è molto frequente che le traopera per la loro lunghezza: si praticherà dove ciò sia possibile un foro passante totalmente in uno dei muri per avere il gioco utile a metterle in opera nel muro frontale per la profondità necessaria. Il foro, anche se in facciata, potrà poi essere facilmente tamponato con pietre dello stesso tipo, senza lasciare traccia. Nel caso di pareti di pietra non ben cementate, murate con malta povera, o con argilla o comunque con materiale poco consistente, è bene mettere in opera una trave alla volta. Nel costruire o ricostruire un pavimento in legno di estensione limitata, avendo la necessità di accostare elementi antichi e moderni, descriviamo un accorgimento estetico per mettere in opera le travi di sostegno senza annegarle in una trave in cemento armato laterale aggettante che non si vuole indebolire o in cui gli elementi (cemento e legno), per ragioni estetiche, non si vogliono visualmente mescolare. Dalla parte in cui le travi andranno contro la trave in cemento armato a vista, occorrerà imbullonare sulla testata di ogni trave, un’aletta in acciaio a L, larga e spessa. Dette alette saranno poi appoggiate e imbullonate sopra al travetto in cemento onde impedire qualsiasi scorrimento . Mediante tale espediente guardando il soffitto dal piano sottostante, sia le travi in legno, che il travetto in cemento, rimarranno “a vista”, ma separati. Cioè le travature in legno non figureranno annegate nel cemento ed esteticamente rimarranno senza appoggi visibili. I due elementi, il cemento armato moderno, e le travi antiche, rimarranno materialmente e concettualmente divisi, e le epoche e gli stili non verranno fra di loro confusi.

Per locali molto riscaldati
RICORDIAMO A PROPOSITO CHE METTENDO TRAVATURE NUOVE IN LOCALI MOLTO RISCALDATI E’ NECESSARIO ATTUARE PARTICOLARI ACCORGIMENTI. IN CASO DI TEMPO SECCO PROLUNGATO, DENUNZIATO DA UN IGROMETRO CHE E’ BENE INSTALLARE NEI LOCALI, E’ OPPORTUNO PROVVEDERE A REGOLARE L’UMIDITÀ DELL’ARIA CON PROPORZIONATI UMIDIFICATORI. SI EVITERANNO COSI MOVIMENTI E SPACCATURE DELLE TRAVI CHE NE INDEBOLISCONO LA FIBRA E CHE POSSONO ANCHE RENDERLE ANTIESTETICHE.

Legno e pietra
SPESSO, DURANTE UNA RISTRUTTURAZIONE, CI SI IMBATTE IN MATERIALI DIVERSI DI EPOCHE DIFFERENTI: IN QUEST’IMMAGINE LA DIVERSA COMPOSIZIONE DELLE PIETRE DEI MURI E’ SEGNO DI COSTRUZIONI REALIZZATE IN TEMPI SUCCESSIVI. LA TRAVATURA LIGNEA SI ARMONIZZA NEL CONTESTO RIVELANDOSI UN LEGANTE DI QUESTE DIVERSITÀ E SOTTOLINEANDONE IL LORO VALORE STORICO.

Le travature ai piani intermedi
Vi suggeriamo un accorgimento che faciliterà la messa in opera delle travi dei pavimenti dei piani intermedi: anche se il tetto della casa è da rifare, non togliete le travature del tetto prima di aver messo in opera le travi dei pavimenti. A prescindere che il tetto aiuta a mantenere la statica delle pareti durante i lavori, le capriate e le travature della copertura serviranno ai muratori per applicarvi i paranchi di sollevamento e manovra: infatti le travi non sono fuscelli da trasportarsi a mano, ma devono essere manovrate da argani, funi, paranchi e martinetti.

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