La tecnica dell’intonaco

La tecnica dell’intonaco

La chiesa di San Nicola a Mallare (Savona) è stata oggetto di un intervento di restauro, riguardante la facciata ed il campanile, realizzato con prodotti Röfix di Parcines (BZ), dall’azienda Formento Restauri di Finale Ligure (SV).
L’edificio sacro risale al 1570. In origine era di forma rettangolare con una sola navata e terminava in un coro.Tra il 1632 e il 1637 ne fu eretta un’altra mantenendo il presbiterio e il coro della vecchia struttura ma con la navata più grande e sei altari laterali. Ne emerse una costruzione dal netto contrasto architettonico. Nel 1651 venne scolpita la statua in marmo di San Nicola, ospitata nella nicchia in facciata.

Intervento di restauro sulla facciata

L’intonaco della facciata era costituito da due tipi di materiale: un primo strato di rinzaffo molto friabile, nel quale era visibile una certa coesione con il fondo in mattoni e pietra e un secondo strato di intonaco meno friabile. In particolare il secondo, con evidenti parti di carbone provenienti dalle vicine carbonaie, era quasi completamente staccato dal rinzaffo e formava sonore tasche di distacco. Le parti di intonaco decorativo in rilievo presentavano notevoli problemi di disgregazione e di aderenza al fondo. Inoltre l’acqua si era infiltrata tra il supporto e l’intonaco provocandone il distacco. Il vecchio intonaco della facciata è stato demolito completamente e ripristinato con l’utilizzo di materiali
adatti al supporto murario. La superficie da trattare è stata bagnata a rifiuto un giorno prima dell’applicazione
dell’intonaco: l’asciugatura è molto importante, in quanto la superficie umida permette di evitare distacchi e ritiri da parte dell’intonaco stesso. E’ stato utilizzato il Ciclo Röfix Calce Idraulica Naturale.

La statua di san Nicola.
Le superfici restaurate.

Il supporto è stato preparato eliminando gli intonaci ammalorati e le parti di muratura friabili; in seguito è stato applicato a mano il rinzaffo Röfix 675 a base di calce idraulica naturale e sabbia silicea, con una copertura del 100%. Asciugatosi il rinzaffo (tre giorni di stagionatura), si è reso necessario inumidirlo di nuovo per garantire un’ottima adesione del successivo strato di intonaco a calce idraulica naturale e sabbia silicea Röfix 695 che è stato applicato in più mani fino a raggiungere lo spessore desiderato e protetto da un’asciugatura troppo rapida. Asciugato l’intonaco (dieci giorni di stagionatura), è stata applicata la finitura tipo Röfix 380 a base di calce idraulica naturale e sabbia silicea sul fondo preliminarmente inumidito.Tale finitura può essere lavorata con effetto fratazzato. La pittura è a base di grassello di calce. Per proteggere l’intonaco della facciata da eventuali infiltrazioni di acqua piovana, tutte le aperture sono state munite di davanzali e relativi gocciolatoi. Gli intonaci decorativi sono stati ripresi con malte a base di calce idraulica e le fessurazioni limitrofe sono state trattate con iniezioni di calce. Le due meridiane a graffito sono state ripristinate mediante consolidamento con iniezioni di calce e con successivo impregnamento di resine silossaniche.

Intervento di restauro sul campanile

Gli intonaci del campanile, anche se più esposti, presentavano un migliore stato di conservazione rispetto all’intonaco della facciata della chiesa, in quanto ben coesi con il fondo e meno friabili. Si evidenziavano efflorescenze di sali nitrati dovute al guano di piccione depositatosi sul piano sotto le campane e problemi dovuti all’erosione da parte di agenti atmosferici e muschi sugli intonaci esposti a sud. L’intonaco del campanile non è stato completamente demolito, in quanto si è ritenuto opportuno procedere solo con interventi di ripristino locale. Le parti di intonaco erose sono state reintegrate con lo stesso ciclo di intonaci della facciata; sulla superficie attecchita da muffe è stato applicato un biocida
per inibirne la rigenerazione.

(Per informazioni: ufficiostampa@demetraweb.it – www.roefix.com)

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