Il Museo della Montagna: un belvedere sulle Alpi.

L’ascensore diventa il perno delle sale espositive

Testo Leonardo Servadio
Foto Courtesy Studio Bistagnino-Marino
Installazione Ascot Ascensori

Un edificio di fine ‘800: questa la sede del Museo Nazionale della Montagna sito in Torino. La ristrutturazione, durata
due anni e completata nel dicembre 2005, è stata l’occasione non solo per ripensare tutto l’allestimento espositivo (ritrovando le prospettive architettoniche e togliendo le superfetazioni accumulatisi nel corso degli anni) ma anche per mettere a norma l’accessibilità dell’edificio con l’abbattimento delle barriere architettoniche.
Aspetto centrale quindi è stata la collocazione del nuovo ascensore. Grazie a questo, oggi chiunque, anche i diversamente abili, sono in grado si visitare tutte le sale e di accedere alla torretta panoramica, che consente una splendida vista sulla corona alpina. Con l’intervento si è provveduto a svuotare il vano scala, ubicato nella parte mediana dell’edificio. Coerentemente con la filosofia generale che ha ispirato l’intervento, anche nel collocare il nuovo sistema di raccordo verticale l’attenzione è andata alla luminosità e ariosità ambientale. In luogo della vecchia scala quindi è stata collocata centralmente nel vano la struttura con 4 montanti per la corsa dell’ascensore e attorno
a questo, una nuova, leggera scala in acciaio con pedate in pietra di Luserna. Aspetto qualificante del nuovo ascensore è che le specchiature lasciate libere dalla struttura di acciaio sono state chiuse con vetri opalini. Tra una lastra e l’altra, tagli casuali disegnano una trama che accentua la sensazione di trovarsi di fronte a una massa di ghiaccio. Il sommarsi di linee diagonali dal taglio netto, sia nelle fenditure del corpo ascensore, sia nelle scale dalle superfici lucide, danno nel complesso l’impressione di un enorme cristallo di ghiaccio, nel quale la cabina appare incastonata. Quando si muove la cabina, le cui pareti sono di acciaio, il cristallo traslucido sembra percorso da un’ombra silenziosa.

Sezione verticale della torretta: il corpo
ascensore attorniato dalla scala metallica.
Il Museo visto dall’alto: si notano la
torretta e le quattro piramidi-lucernari.

“Le specchiature così sezionate – scrive l’architetto Luigi Bistagnino – hanno trasformato il blocco molto lineare dell’ascensore in un volume dinamico e altresì hanno consentito un più agevole montaggio determinando un costo minore. Personalmente ritengo – continua Bistagnino – che il blocco ascensore, sovente percepito solo come uno strumento necessario e utile, abbia invece la possibilità di offrire forti spunti progettuali: è un prodotto industriale
ma con evidenti caratteristiche che lo portano ad avere quasi una spontanea serialità differenziata. E’ il classico prodotto cui può essere applicata con estrema efficacia la metodologia di approccio del Design per Componenti. Questo processo consente di ottenere un prodotto industriale fortemente maturo che abbia la capacità di offrire una serialità differenziata con l’intento di raggiungere facilmente diverse nicchie di utenza. Un approccio che rende possibile col tempo procedere a un miglioramento della funzionalità e forse anche a un miglioramento tecnologico”.

Le collezioni includono 1.800 cimeli, 100 mila
fotografie, una biblioteca di 52 mila volumi.
Una parte riguarda l’alpinismo extraeuropeo.
L’apparato museografico è stato studiato in funzione
dell’impatto emotivo, con sagacia scenografica.

Qui è stata posta la sede del Club Alpino Italiano a partire dal lontano 1874. La nuova sistemazione museale, inaugurata l’11 dicembre 2005, in vista delle Olimpiadi della Neve svoltesi nella capitale piemontese, è stata intesa a realizzare un museo aperto, che “respira” proponendo in parallelo storia e contingente, in un continuo rimando tra passato e presente.
La parte più “intrigante” del nuovo Museo è l’arredo delle sale espositive. Come spiega il direttore del Museo, architetto Aldo Audisio: “Le raccolte, infatti, non sono presentate in teche lontane dal pubblico: al contrario, sono vicine al visitatore, esposte su supporti tecnici e scenografici. In questo modo il Museo si fa spettacolo, emozione e riproposizione d’ambiente. Oltre a ciò, una decina di postazioni video presentano il racconto di un testimonial di eccezione, Giuseppe Cederna, e propongono sequenze di film custoditi nella ricchissima cineteca storica e videoteca del Museo.”

L’accesso alle sale espositive, tutte raccordate dal collegamento verticale.
La struttura dell’ascensore è ancorata ai muri portanti dell’edificio.
L’ascensore raccorda quattro livelli, uno dei quali sotterraneo.

La sistemazione tematica delle sale reca un particolare riferimento alle otto vette alpine visibili dalla torretta del Museo e allo stesso tempo individua, associandoli a esse, altrettanti argomenti chiave legati alla montagna, al suo mito, alla storia, realtà ed eterno fascino.
Gli argomenti sono: “Sacra di San Michele: dal mistero alla civiltà”, “Moncenisio: le comunicazioni”, “Rocciamelone: il
turismo estivo e l’alpinismo”, “Monviso: Club Alpino Italiano”, “Uja di Mondrone: alpinismo invernale”, “Val di Susa: sci e
sport invernali”, “Monte Rosa: una montagna extra europea”, “Gran Paradiso: sviluppo sostenibile”.
“In qualche modo – conclude Aldo Audisio – la visita al Museo potrebbe paragonarsi alle modalità di un ascensore che, appunto, qui culmina sulla terrazza dalla quale, dopo aver incontrato la montagna, ripartita in otto tappe nei due piani sottostanti, finalmente la vede nel suo scenario che varia in continuazione, secondo le stagioni e le ore del giorno”.

Informazioni

Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” CAI, Monte dei Cappuccini – Torino Progetto di trasformazione: Aldo Audisio, Luigi Bistagnino, Enrico
Camanni e Pasquale Bruno Malara. Progetto degli allestimenti: Luigi Bistagnino Direzione recupero edilizio: Rosalba Stura e Emanuela Lavezzo
Esecuzione recupero edilizio:
Città di Torino <www.museomontagna.org>

Il livello alto: dalla torretta si osserva
la città e la corona delle Alpi.
Le specchiature di vetro opalino
sono attraversate da tagli obliqui.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)