Il giardino segreto

Sesantacinque metri quadri nel pieno centro di Milano in cui sono stati ritagliati, presenza gentile e fondamentale, quattro metri quadrati di impluvio privato in cui dedicarsi al giardinaggio o… alla semplice contemplazione del passare delle stagioni.

Quante volte sarà capitato, di fronte allo spettacolo della natura, il chiedersi come poter catturare, conservare per sé un momento speciale, magico. Quando, per esempio, all’affacciarsi della primavera, compaiono le prime timide foglie sui rami oppure quando, a fine stagione, queste divengono rosse e gialle e dipingono nell’aria i colori dell’autunno. Ecco quale deve essere stato il concetto ispiratore del progetto di ristrutturazione che ha interessato un appartamento all’ultimo piano di un palazzo nel pieno centro storico di Milano, un palazzo costruito verso la fine degli anni ‘50 – tipo di edilizia solida ma che non sempre brilla per fantasia e creatività. Non si sarebbe potuto immaginare un contrappasso migliore dell’aver inventato proprio in un contesto simile uno spazio, un’oasi, un vero “giardino segreto” di due metri per due, che nel pieno centro della casa diventa un balcone-acquario in cui un piccolo bosco, formato solo da un acero e da un’aiuola ben tenuta, racconta anche qui, in centro a Milano, in un palazzo come tanti, quali e quanti sono i colori della primavera e dell’autunno. Affacciarsi alla finestra che si apre su questo spazio particolare (il termine corretto per definirlo è “viridario”, se ne trovano accenni già nei testi di Vitruvio) è un prepararsi in maniera positiva e gioiosa alla propria giornata. Ma anche il resto del progetto è un inno alla solarità ed al buon umore. Con un attento mélange di tinte accese e luminose (arancione e giallo in cucina, una calda tonalità di legno doussié per il parquet dell’intero appartamento, un brillante giallo per le pareti e per i soffitti inclinati che segnano lo spazio e riflettono la luce colorandola di buoni sentimenti) su cui sono innestate alcune importanti presenze che testimoniano il rigore dell’intervento progettuale: una parete in vetrocemento per separare la cucina, lampade di design a segnare lo spazio e a definire il gusto moderno ed essenziale dell’intervento, inserimenti di mobili realizzati su misura che aiutano ad organizzare i sessantacinque metri quadrati su cui si sviluppa l’intero miniappartamento.

L’intera pavimentazione in legno doussié fornisce un elemento unificatore per tutto l’appartamento. Soltanto per la zona cucina gli è stato preferito il marmo, che si innesta al parquet grazie ad un taglio orizzontale e ad un cambiamento di materiale sul calpestio a movimentare i volumi e definire le diverse funzioni a cui sono destinate le aree. Una necessità, questa, che in appartamenti di dimensione piccola o media diviene del tutto primaria proprio per aiutare a vivere al meglio spazi non particolarmente vasti e che in una mansarda, con le falde del tetto che abbassano drammaticamente l’altezza utile di alcune zone dell’appartamento, diviene ancora più importante. Da qui l’accortezza, nella zona notte (unico locale separato dal resto dell’appartamento), di sistemare il letto in maniera tale da sfruttare al meglio l’abbassamento del soffitto. Anche in questo caso le pareti sono tinteggiate con colori caldi e solari, così da illuminare le zone più basse e scure e da amplificare la luce che sembra letteralmente cadere dai grandi ed ariosi lucernari aperti sul tetto.

Appartamento a Milano di 65 mq con intervento progettuale dell’architetto Gabriella Pobiati
Testo di Lucio Leone
Foto di Leonardo Cairo

 

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