I protagonisti dell’italian lifestyle

Coniugare arte e design

Manlio Armellini, presidente Cosmit

La mia casa è un rifugio, ma diviene un prolungamento del mio ufficio quando per qualche impedimento, sono impossibilitato a recarmi al lavoro. Altrimenti cerco di tenerla totalmente sganciata dall’attività professionale. La casa è cresciuta poco alla volta, amando molto l’arte è stata riempita di quadri, di sculture, di opere di grafica. Arredandola mi sono fatto guidare un pò dal cuore, un pò dalla ragione, cercando la buona forma senza rinunciare alla funzionalità.

La scelta è caduta su mobili di produzione ma non di grande serie, a parte alcune sedute, come “Fiandra” di Magistretti e la chaise longue di Charles Eames per Herman Miller, le sedie di Alvar Aalto. Per il resto sono arredi riconoscibili soltanto da un profondo conoscitore, prodotti tra gli anni ‘50 e ‘60 e sono tutti pezzi firmati.
(Da Casa Oggi modi di vivere n. 200)

Francesco Alberoni, sociologo e Rosa Alberoni, scrittrice

Noi non possediamo barche, io non uso gioielli – afferma Rosa Alberoni – ma non vogliamo rinunciare a una casa con opere d’arte; è una sorta di corrispondenza, nel senso che intendeva Baudelaire, tra lo spazio in cui viviamo
e il nostro mondo interiore ci deve essere una specie di interscambio.
(Sotto, un’immagine del soggiorno della villa in Versilia. Da Casa Oggi modi di vivere n. 258)

In campagna o in città la casa è lo specchio dell’anima

Renato Balestra, stilista

Ho scelto tutto con cura particolare. Non potrei mai con il mio modo di essere, abitare in un luogo a me non congeniale. Quando guardo in giro, il mio occhio deve essere appagato, ed è importante perché comunica direttamente con l’anima.
(Sotto, la camera da letto del suo attico romano con alcuni pezzi di antiquariato birmano.
Da Casa Oggi modi di vivere n. 259)

Sonia Balestra Orlando e sua figlia Sarah, imprenditrici

Prima abitavo in centro a Milano – spiega Sonia Balestra – adesso preferisco stare in campagna. Mi trovo a pochi minuti dalla sede della nostra ditta a Peschiera Borromeo (la Soti’s banquetting n.d.r.) e a 12 chilometri da mia figlia Sarah che ha preferito la città. Cosa mi ha spinto? Il bisogno di tranquillità e di silenzio.
(Sotto, la camera da letto. Da Casa99Idee n.86)

Interni esuberanti

Raffaella Curiel, stilista

Questa casa è fin troppo ricca, a volte mi spaventano le molte cose che ho, ma quando penso a come mi sono arrivate, cioè dalle tante mancanze che si sono succedute nella mia famiglia, mi rendo conto che anche attraverso questi oggetti i miei cari continuano a vivere con me. La parte più privata è lo studio foderato di cachemere e dominato dal letto Napoleone III.
(A destra, la stilista nello studio n.d.r. – Da Casa Oggi modi di vivere n. 221 – 222)

Gigliola Castellini Curiel, stilista

Come tutte le coppie appena sposate ho iniziato ad arredare la casa con quello che avevo. Poi mi servivano dei divanetti e delle étagère dove riporre i libri e ho assemblato le due cose in modo che risultassero decorative.
(A sinistra, un ritratto della stilista e, in basso a destra, un’immagine del soggiorno. Da Casa99Idee n. 81)

Un abito della collezione Curiel Couture “Oriente a MIlano” – Primavera – Estate 2005

Una casa rifugio dove meditare

Flavio Caroli, storico dell’arte

Nella mia casa di campagna c’è una parte che si può definire “Viaggio dell’anima” dove ci sono affreschi e stucchi che potevano essere stati fatti in quella località in altre epoche, dovute invece ad artisti contemporanei. Si tratta di un viaggio nel tempo, nello spazio e nella creatività, dove alle suggestioni del luogo, della storia, si sommano quelle delle opere che dal passato arrivano al nostro tempo con la collaborazione di amici. L’arredamento è uno strumento per comunicare la propria anima e l’eleganza si ottiene proprio quando l’anima attraverso di esso si rende visibile. (Da Casa Oggi modi di vivere n. 271)

Sopra e a destra due immagini della cascina a Caruberto nella quale Flavio Caroli si rifugia per ritirarsi a scrivere e a meditare. Questa abitazione faceva parte di una tenuta quattrocentesca passata in eredità alla pittrice Sofonisba
di Anguissola. All’interno un’equipe di pittori, scultori e architetti disposti al falso d’autore hanno ricreato opere d’arte che avrebbero potuto vedere la luce in diversi momenti storici, opere che sarebbero potute realmente esistere.
Riccardo Dalisi, designer

Designer tra i più innovatori, docente universitario fuori schema Riccardo Dalisi ha reinventato il mondo oggettuale. La sua casa – studio a Napoli ospita centinaia di divertenti caffettiere. “L’Alessi mi incaricò di progettare una caffettiera napoletana – spiega Dalisi – con la quale ottenni il premio Compasso d’Oro.

Così mi venne naturale pensare a una caffettiera che col beccuccio reggeva il compasso che si era guadagnata. Da allora ne sono nate altre , tutti i personaggi di Napoli si sono reincarnati nelle caffettiere, da Pulcinella a Totò, tutte le maschere dello spirito partenopeo hanno ripreso a vivere.” (Da Casa Oggi modi di vivere n. 171 – 172)

L’oggetto deve rispecchiare la sua funzione

Ezio Didone, architetto

Ezio Didone è conosciuto soprattutto come designer, alcuni suoi prodotti sono stati selezionati da musei internazionali e hanno ricevuto riconoscimenti di qualità. Ma qual è la base delle sue ricerche? “Il mio è un design che nasce da una ricerca precisa sulla funzionalità dell’oggetto. Non ho mai progettato un oggetto solo decorativo. L’oggetto, qualunque esso sia, deve rispecchiare la sua funzione. Dietro ai miei lavori c’è un forte studio dei prodotti Bauhaus e del concetto di design espresso in quel periodo.” (Da Casa Oggi modi di vivere n. 189)

Marinella di Capua, manager

Fra me e la mia casa c’è un vero rapporto d’amore. In fondo ogni donna ama la sua “tana” fin dai tempi dei tempi. (Nelle foto è ritratta nella sua residenza milanese in Casa Oggi modi di vivere n. 208; a destra un’immagine della residenza a Cernobbio di prossima pubblicazione – interior decorator Filippo Perego di Cremnago)

La casa: microcosmo di memorie

Carlotta De Bevilacqua, architetto

Nell’affrontare il tema della mia casa ho cercato di interpretare da un lato i desideri e dall’altro le obiettive condizioni di vita. Doveva essere qualcosa che rispecchiasse le nostre abitudini, che sono a cavallo tra l’anarchia e il dovere sociale. Per fortuna questa è una costruzione con pochi vincoli strutturali e ho potuto ridisegnarla come volevo. A noi servivano tre camere da letto e da lì ho cominciato quantificando e verificandone il livello di libertà.
(Da Casa Oggi modi di vivere n. 187 – 188)

Gillo Dorfles, critico d’arte

Nella casa dove abito ci sono parecchi mobili che appartenevano ai bisnonni e ai trisnonni di mia moglie e anche qualche mobile della mia famiglia, quindi non abbiamo eliminato le cose che ci sono pervenute dagli antenati, ma le abbiamo mescolate con oggetti, quadri e soprammobili dei nostri giorni. Perché io ritengo che una casa non debba essere fatta con oggetti e arredamenti completamente nuovi
(a meno che non sia qualcosa di volutamente studiato in tal senso)

ma composta dal sedimentarsi delle memorie del tempo. Poi ci sono molte opere di autori contemporanei
e, di quelle, faccio una certa rotazione, perché con il tempo appassiscono, perdono la loro qualità e vistosamente tramontano. (Da Casa Oggi modi di vivere n. 190)


Materiali naturali, arte e design

Enzo Mari, designer

Se il designer vuole mettere in discussione norme e regole codificate, insomma essere “eversivo” intellettualmente, alloraè meglio che si prepari ad un lavoro difficile, dove è facile prendere delle bastonate.
(Da Casa Oggi modi di vivere n.199)

Marino Folin, rettore dell’Istituto Universitario di Architettura di Venezia

Questo spazio occupa una parte del quarto piano e del sottotetto di una casa del ‘500. Eliminando le modifiche e le superfetazioni succedutesi nel corso del tempo ne ho ricavato un grande spazio centrale libero con, a vista, le strutture lignee del solaio e della copertura. (Da Casa Oggi modi di vivere n. 247)
Ottavio, Rosita e Luca Missoni, stilisti

All’inizio questa casa era vuota e neutra, tutta bianca. Poi a poco a poco si è riempita di piante (vedi l’area pranzo, nella foto in basso n.d.r.) e oggetti colorati provenienti dai nostri viaggi. (Da Casa Oggi modi di vivere n. 148)

L’intimità e la quiete di una villa dell’800

Alessandra Mottola Molfino, direttore centrale dell’assessorato cultura del Comune di Milano Francesca Molfino, psicanalista

Questa villa nel ferrarese ci ha permesso di ritrovare un’amicizia e un affetto molto profondi. E’ diventata una casa dell’intimità e della quiete. Qui c’è molto spazio e anche i nostri ospiti vi si trovano bene, si rilassano, dormono tranquilli, si alzano riposati. Un nostro consulente, che è anche rabdomante, dice che dipende dalla dislocazione delle acque sotterranee. (Sotto, una delle camere da letto. Da Casa Oggi modi di vivere n. 212)

Un ex – voto diventato palazzo

Beppe Modenese, presidente della Camera Nazionale della Moda

Si tratta di una cappella costruita nel 1875 “per “Questa casa non l’ho cercata, mi è capitata; ma quando l’ho vista me ne sono innamorato e l’ho voluta a tutti i costi”. Queste le parole dette da Beppe Modenese dopo l’inaugurazione della sua seconda casa a Venezia, radicalmente sistemata dall’interior designer Piero Pinto. grazia ricevuta” che, durante la ristrutturazione, ha rivelato, sotto l’intonaco e il cemento, pareti e pavimenti con preziosi intarsi marmorei che hanno rafforzato il suo fascino veneziano e decadente. (A destra, una foto d’epoca di Beppe Modenese con una modella. Da Casa Oggi modi di vivere n. 271)

Un’oasi nella nebbia padana

Filippo Perego di Cremnago, interior designer

Questa villa era una proprietà di mia madre. Ho cominciato a sistemare due o tre stanze poi ho aggiunto i portici facendoli successivamente verandare per renderli abitabili anche d’inverno. Subito dopo ho fatto installare una piscina e ho messo a posto i cortili rustici. (Sotto, un’immagine del soggiorno – veranda, un’area verde valorizzata dai ricchi tendaggi e dai tessuti degli imbottiti da lui stesso creati e messi in produzione dalla sua griffe FP2. Da Casa Oggi modi di vivere n. 275)

Arnaldo Pomodoro, scultore

Ubicata nella bassa padana, in Lomellina, c’è la mia casa. Era una vecchia cascina abbandonata, adiacente ad una roggia, ma era ciò che volevo, una casa semplice e naturale. Il panorama è forse poco incoraggiante ma dipende molto dalle stagioni, in alcuni periodi è spettacolare ed io mi sono innamorato subito di questo luogo in mezzo alle risaie. (Sotto, un’immagine di alcune opere di Arnaldo Pomodoro. Da Casa Oggi modi di vivere n. 234)

La casa come testimone di vita

Angela Riccio, Direttore Relazioni Esterne di Fiera Milano

Questa casa non l’ho scelta, ma come spesso accade mi ci sono trovata. Ma non è detto che mi fermi qui ancora per molto. Quando ho fatto una casa sto già pensando alla prossima. (Sopra, un’immagine del soggiorno dove spicca il divano “Chester” di De Padova. Da Casa Oggi modi di vivere n. 234)

Carla Venosta, architetto

Avendo la casa su un vecchio giardino milanese, ho cercato di aprirla il più possibile verso l’esterno. Ho dilatato lo spazio con delle forme in diagonale che forzano la prospettiva e con una serie di controsoffittature che partono basse dall’ingresso e si alzano sempre più avvicinandosi alle finestre. (Sotto, Carla Venosta accanto alla libreria di sua creazione “Telemaco”. A destra, il soggiorno – studio. Da Casa Oggi modi di vivere n. 235)

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