I miniappartamenti

3 progetti per piccoli spazi: come aumentare la vivibilità

Le travi di legno grezzo a vista che percorrono questa mansarda sono un rassicurante segno di continuità tra lo squilibrio dei grandi vetri, delle pareti inclinate e dei pavimenti bianchi o neri e ricordano il precedente tetto a capriate, quando la soffitta non era abitata, mentre ora partecipano a un gioco astratto di piani tagliati dalla luce che s’intersecano. Si tratta di un miniappartamento con vista sul lago da poco terminato a Zurigo per una committenza giovane, tendenzialmente minimalista. ll rigore di certi pezzi di design (vedi le sedute) si smorza davanti a mobili decisamente materici e tradizionali come il tavolo in massello rifinito a cera. Ma la chiave di lettura che tutto unifica è la trasparenza tra interno ed esterno.

Un segreto per il trattamento dello spazio in un miniappartamento è di lasciarlo fluire il più largamente possibile tra le varie zone funzionali: la casa sembrerà più larga e meno incombente. Si sfrutterà così una limitazione non eliminabile (il poco spazio) per aumentarne la vivibilità anche visiva.

La grande vetrata con vista sul lago crea un forte motivo d’attrazione verso l’esterno. L’interno minimale fa da cornice discreta e neutra, senza però rinunciare a qualche unghiata di design, come per le poltrocine in terrazzo. Siamo nel centro culturale e politico della Svizzera, Zurigo, e anche in una semplice mansarda emerge l’identità di un paese
razionale poco propenso agli sfoghi temperamentali in forme e colori forti. I dettagli di questo interno, tutti pensati e rigorosamente dosati, rimandano a uno stile di vita piuttosto nordico con interessi culturali puntati più sull’attualità che sul passato. I vari temi toccati (minimalismo, primitivismo materico, trasparenza e sofisticata funzionalità dei mobili) sono combinati tra loro con molto fair play.


La cucina non è in stile rustico ma hi-tech e le luci sono disposte in funzione dell’attività che vi si svolge: faretti ravvicinati sul piano di lavoro e una lampada di design industriale a fianco del lavello (chi lava i piatti, se sbaglia, non ha scusanti). Al primo piano, dove s’intravede la famosa “ringhiera” delle case popolari, c’è la camera da letto con annesso bagno, rivestito con piastrelline blu e azzurre con effetto piscina.

In zona Navigli a Milano, in una casa popolare del secolo scorso, l’intonaco della parete di fondo e degli archi è stato grattato per mettere in mostra il cotto originario. Ma il cotto appesantisce: allora per rendere più luminosi gli interni le
altre pareti sono state intonacate di bianco e per il pavimento si è scelto il legno di noce. L’arredamento s’ispira allo stile rustico italiano, come viene interpretato in Umbria e Toscana. Le luci sono molto curate e decisamente dolci e soffuse.

Questi dettagli dell’interno, che illustrano in suggestiva sequenza i cambiamenti ottenibili aprendo o chiudendo le grandi porte, fanno risaltare la forza espressiva di questa architettura d’interni. Più che un appartamento è un esempio di scuola sulla nascondibilità delle zone funzionali.

Questo interno di Bad Waltersdorf in Austria (come anche gli altri di questo articolo) è tratto da “Small Spaces” di Harper Collins Pub, distribuito in Italia da Di Baio Editore in Milano. Si tratta di una panoramica sui vari modi di gestire un piccolo spazio abitativo nei posti più significativi del mondo occidentale, in Europa e in Nord America, in Australia come nel nuovo Oriente.

In una località termale dell’Austria c’è chi preferisce vivere in cubi monocromi di stile fantascientifico, dotati di porte scorrevoli che di colpo fanno apparire quello che prima non era visibile: un divano, un bagno o una cucina. Questa scelta ha permesso di ottenere spazi puri che, anchese piccoli, non sono ingombri di mobili. E’ una casa a scatole cinesi, che cambia ogni volta che si apre qualcosa; la si potrebbe definire una casa giocattolo, perfetta per coloro che vogliono tutto sgombro, perfettamente in ordine e rarefatto.

In Show room

E’ un interno basato sui colori puri che coinvolgono in misura eguale pareti, soffitti e pavimenti. E’ una casa che si può considerare l’antitesi della casa rustica, dove quel che conta sono la spontaneità dell’architettura e la patina dei materiali vissuti, e dove c’è indulgenza per l’accumulo di vecchi oggetti di utilità contadina oggi ritenuti decorativi.

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