Arte – Monica Sarà

Qualche domanda a Monica Sarà, architetto e pittrice

Nasce come pittrice, Monica Sarà, e al contempo matura il suo percorso universitario come architetto.
Il suo itinerario di ricerca si esplica attraverso lo studio della luce e la fotografia di spazi urbani. Qui
ci parla della sua passione per la pittura.

Servizio di: Viviana Guadalupi

“Certi luoghi non esistono che attraverso le immagini che li evocano…” È l’estratto che introduce Spazio Arte, le pagine che sul web raccontano l’immaginario artistico di Monica Sarà. Luogo di sorpresa emotiva. Slancio intimo di un architetto che sperimenta e lega alla sua stessa professione un altro modo di ricercare spazi fluidi. Un altro contesto dove ricavarli. Volevamo sapere come arriva un professionista ad un trabocco artistico, abbiamo scoperto che quella vena è identificativa, perciò non può che esserci stata sempre e non può che essere presente in qualsiasi manifestazione o linguaggio di Monica.

«Sono appassionata da sempre alle arti figurative. Il mio percorso parte dal piacere che provavo da bambina nell’utilizzare i colori in modo libero, quando ci riuscivo, senza predispormi un obiettivo finale ed ancora oggi è un po’ la stessa cosa. Dipingere è soprattutto un piacere che non significa necessariamente gioia, spesso è forte agitazione, è paura di sopprimere qualcosa, di non essere in grado di liberare le emozioni, è osservare con curiosità il lavoro che mano a mano emerge, rimanerne stupita e soprattutto soddisfatta perché a volte lo sento molto vicino».

1. “Guerra in Jugoslavia”, colori acrilici e terre su tela;
2. “La Rana”, colori acrilici, murale.
3. “Sotto il mare”, colori acrilici e terre su tela;

Quali sono le tecniche che prediligi per dipingere e, se ce n’è uno specifico, qual è il motivo che investe la tua scelta?
«Utilizzo diverse tecniche ma in particolare oggi preferisco i colori acrilici miscelati con le terre naturali. Con questa tecnica riesco ad ottenere superfici cromatiche molto varie, traslucide e opache, materiche e trasparenti; l’effetto è una melodia di forme e colori».

Da cosa parte il tuo slancio a dipingere?
Esistono vere e proprie contingenze che ti spingono a dedicare te stessa e il tuo tempo alla pittura?
«Non c’è mai stato un fattore determinante che mi ha spinto alle arti figurative e in particolare avvicinato alla pittura. È sempre stato così, “un piacere da soddisfare”, un modo per comunicare con gli altri e con me stessa per capire, conoscere e curiosare dentro e fuori di me. Se devo improvvisarmi critica del mio lavoro, posso dire che non è portavoce di qualche cosa di specifico, piuttosto esso tende ad intercettare ed incontrare le emozioni più intime. Il mio interesse inizialmente si sofferma allo studio della figura, nuda o vestita, e attraverso essa genera un immaginario di forme e colori fatto di piacere compositivo; qui il soggetto viene trasportato in luoghi estranei, collocato in uno spazio inaspettato, intimo, segreto. In questo luogo di sorpresa emotiva mi ritrovo spesso e per il resto… non c’è nulla da dire!»

4. “Alto pavese”, olio su tela;
5. “Uomo in blu”, gessetto su carta;
6. “Caterina”, colori acrilici e terre su tela.

La pittura in rapporto all’architettura che è la tua professione. La prima corrobora la seconda? ne è logica conseguenza o rappresenta piuttosto l’esigenza di parlare un linguaggio diverso? o ancora qualcosa che esula da tutto il resto?
«Se penso al mio lavoro di architetto, all’utilizzo dei materiali, dei colori, all’attenzione che adopero negli spazi dell’abitare, mi accorgo che non c’è una separazione tra le due cose. Sono sempre alla ricerca di spazi fluidi dove luce, colore e trasparenze disegnano ambienti sempre diversi e in movimento; è l’occhio che genera lo spazio dentro e al di fuori dalla tela. Sono convinta che pittura, architettura, scultura, design, e assieme cinema, musica e poesia siano linguaggi diversi sì, ma per questo non si escludono. Così la pittura per me è anche un modo di immaginare quello che si compone in architettura, è il piacere di accostare colori all’interno di un ambiente, sono le proporzioni di segni che disegnano lo spazio e, su tutto, lo slancio che mi porta a creare».

www.monicasara.com

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