Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

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"Lo spettacolo dell’ascensore"

Nel suo libro Delirious New York Rem Koolhaas, architetto contemporaneo di straordinario talento ed acume teorico, ha descritto in maniera affascinante l’apparizione in pubblico del primo ascensore: 1853, prima esposizione di New York, Elisha Otis, inventore, stupisce tutti con lo spettacolo della piattaforma che lo porta in alto ma che non cade quando egli ne recide i cavi. Da allora ad oggi la spettacolarizzazione insieme alla alta prestazione tecnica sono i tratti che caratterizzano di più l’ascensore, luogo di incontro temporaneo che, come ogni spazio della progettazione, rivendica una
identità matura e autoctona. Il sistema dei collegamenti verticali automatizzati è oggi per gli edifici, soprattutto oltre una certa altezza, un elemento irrinunciabile e primario per assicurare praticità, comfort e garantire l’accessibilità anche a chi non può usare le scale.

Spesso però il criterio di progettazione e la posizione degli ascensori negli edifici appaiono ingiustamente in secondo piano. Lo stesso Koolhaas ci offre un esempio innovativo di progettazione coi collegamenti verticali meccanici: nella casa che ha progettato a Bordeaux (per un facoltoso ed illuminato committente, finito in sedia a rotelle dopo un grave incidente) egli ha posto come perno della pianta dell’edificio una ampia piattaforma aperta sui lati che garantisce
perfettamente al proprietario la fruibilità di ogni ambiente della casa, regalando alla composizione degli spazi un gioco
di vuoti in altezza strabiliante.

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

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