L’obiettivo non è solo di rispettare Kyoto.
In Italia l’architettura delle case, degli edifici pubblici in genere si sta rinnovando, ha messo in moto ricerca e innovazione; il mondo professionale attentissimo, sollecitato
anche dai drammi che in questi anni scuotono il Paese quali i terremoti, si posiziona su scelte di rispetto alla tradizione, ma non rinuncia a tutti quei requisiti che fanno della propria casa un bene unico, personale, su misura dell’uomo.
La casa torna in legno, abitazioni antisismiche, caseclima e a risparmio energetico, progettate e realizzate in bio-materiali certificati.
La riduzione delle emissioni di anidride carbonica è già in atto e non è difficile prevedere che anche l’avanzata delle rinnovabili, parte integrante di un progetto che vede la ricerca, l’industria, la creatività del progettista, proseguirà fino al raggiungimento di quel 17% difficile di produzione di energia primaria, a discapito delle fonti tradizionali.
L’Italia, quindi, è in corsa e si allinea ai paesi più virtuosi, che stanno lavorando per vincere la sfida di Kyoto.
L’Italia ha, in più, una valenza di storia e di geografia che le permette di essere un modello, un punto di riferimento per il progetto casa-abitazione perché noi italiani l’abbiamo nel sangue la qualità del bel vivere e la nostra personalità è unica, irripetibile.
L’Italia è la patria di Vitruvio:
“Tutte le costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
Avranno solidità quando le fondamenta, costruite con materiali scelti con cura e senza avarizia, poggeranno profondamente e saldamente sul terreno sottostante;
utilità, quando la distribuzione dello spazio interno di ciascun edificio di qualsiasi genere sarà corretta e pratica all’uso;
bellezza, infine, quando l’aspetto dell’opera sarà piacevole per l’armoniosa proporzione delle parti che si ottiene con l’avveduto calcolo delle simmetrie.”
Marco Vitruvio Pollione (80/70 a.C. – 23 a.C.) è stato un architetto e scrittore romano;
la sua lezione ha fatto radici nella nostra storia dell’architettura, ancora oggi.
La Triade vitruviana: firmitas (uguale solidità, casa ben fatta con tutti i requisiti proposti dalle nuove tecnologie che contengono gli sprechi di materiale e di consumi energetici, salvaguardando appunto la solidità e la sicurezza nei confronti di tutte le incognite sia geologiche che meteorologiche);
utilitas (funzione, destinazione d’uso, rispetto appunto alla qualità della vita) e, infine, venustas (cioè la casa deve essere bella dentro e fuori sia per chi l’abita sia per quanti ne godono esternamente il paesaggio rispettando il genius loci; la casa deve essere bella!).
Certo, nuove tecnologie dei materiali oggi permettono soluzioni una volta impensabili; le travi lamellari oggi coprono in leggerezza luci nuove e permettono l’originalità di prefabbricati; i serramenti sono cambiati, il risparmio energetico cerca nella geotermia soluzioni efficaci.
Anche la tegola di una volta diventa una trappola per il sole, cattura dai raggi del sole energia che trasforma in elettricità.
Il principio base con cui viene realizzata una tegola solare è quello di una tegola convenzionale, sia nella forma che nel materiale, composto prevalentemente da argilla naturale.
Ogni singola tegola solare ha dimensioni superiori rispetto a quelle comuni; su di essa viene inserito un pannello fotovoltaico formato da quattro celle: una porzione dell’intero sistema fotovoltaico, in modo che questo risulti completamente integrato. Collegando ciascun pannello al successivo, si crea un vero e proprio campo fotovoltaico che può coprire l’intera dimensione del tetto e raggiungere la massima estensione desiderata.
Ogni pannello è connesso all’altro attraverso un impianto elettrico allacciato a sua volta a una centralina che raccoglie l’energia prodotta dal sistema fotovoltaico e la immette nella rete elettrica.
La tegola solare si monta come una normale tegola, garantendo una copertura molto stabile. Il tetto, rivestito con questo tipo di tegola, permette la sostituzione di uno o più
pannelli danneggiati, l’adeguamento nel tempo con pannelli tecnologicamente più avanzati, una buona modularità e un basso impatto visivo. All’esterno infatti l’estetica della copertura risulterà inalterata, garantendo il tradizionale impatto visivo delle coperture in cotto, ma concretamente nasconderà un’importante innovazione tecnologica che permetterà una produzione di energia sostenibile.