PROCEDURE A GARANZIA DI QUALITÀ

“Mi raccomando, che si veda la porta e che non ci piova dentro”: questa la raccomandazione che S.Em. il Card. Carlo Maria Martini, allora Arcivescovo di Milano, rivolse agli architetti nell’occasione del Concorso per una nuova chiesa lanciato nei primi anni ’90. Lo ha ricordato S.E. Mons. Franco Giulio Brambilla, Vescovo ausiliare di Milano, nell’omelia pronunciata durante la celebrazione eucaristica che ha avuto luogo alla conclusione della seconda giornata del convegno L’ufficio diocesano per l’edilizia di culto. Struttura e funzionamento (Milano, 6-8 maggio 2010).
L’osservazione di S.Em. il Card. Carlo Maria Martini è indice di un problema reale: vi sono stati infatti alcuni edifici ecclesiastici la cui esecuzione è stata tale che letteralmente essi hanno “fatto acqua” già pochi anni dopo la loro realizzazione. Anche per ovviare a tale genere di problemi, da anni la Conferenza Episcopale Italiana ha avviato una serie di procedure volte a garantire la qualità dei manufatti e l’accuratezza della manutenzione.In tale contesto si inquadra il Convegno in questione: la qualità delle opere dipende dalla capacità degli operatori.
Nella sua prolusione introduttiva, Mons. Giuseppe Russo, responsabile del Servizio nazionale per l’Edilizia di Culto della CEI, ha evidenziato proprio questo, parlando dell’importanza del lavoro preparatorio e dell’attenzione riversata nel seguire tutti i passaggi che riguardano sia le nuove realizzazioni, sia gli ampliamenti o altre trasformazioni. “È imprescindibile che gli uffici diocesani siano dotati di personale altamente competente – ha detto Mons. Giuseppe Russo – Il fatto che a questo Convegno partecipino oltre 300 delegati da 180 Diocesi è un buon segno: indice di un’accresciuta e matura attenzione, e di un severo impegno. Da tempo siamo sollecitati a dare indicazioni su come preparare staff tecnici organizzati in modo tale da poter seguire con competenza tutte le fasi, dalla formulazione dei progetti alla loro  realizzazione.
Il nostro scopo non è di arrivare a ottenere profili gestionali di tipo aziendale, bensì di avere l’assoluta garanzia che i contributi erogati dalla Chiesa, frutto dell’8 per mille, siano gestiti col massimo della dedizione e della capacità. Di qui la necessità di una continua opera di aggiornamento sugli argomenti tecnici e procedurali, sui quali è  importante interrogarsi e dialogare. Più sarà seria, competente e aggiornata l’azione  degli Uffici diocesani, migliori, più efficienti e durature saranno le architetture che ne conseguiranno.” Il Convegno si è articolato in quattro aree tematiche: urbanistica, tecnica, organizzativa e giuridica. La struttura dell’incontro è stata tale da favorire, al di là delle presentazioni pubbliche e del conseguente dibattito, lo scambio delle esperienze tra le diverse Diocesi, onde ricavarne una crescita condivisa e un senso di azione corale e di dialogo.
La prima sessione ha riguardato i temi giuridici.
L’Avv. Luigi Lacroce, collaboratore dell’Ufficio Nazionale della CEI per i problemi giuridici, ha riassunto l’evolversi delle relazioni tra Chiesa e Stato in merito alle tematiche afferenti alla costruzione e alla conservazione, oltre che alla proprietà, dei luoghi di culto e dei centri parrocchiali, alla luce del fatto che ai Beni della Chiesa è riconosciuta una precipua funzione sociale. Tale riconoscimento è stato declinato in vario modo in diversi momenti nella storia recente: uno snodo cruciale si è verificato nel 1971 quando molte competenze sono passate dallo Stato alle Regioni, talché da allora vi sono regolamentazioni differenti nei diversi luoghi, che danno adito a differenti approcci nel finanziamento pubblico dei luoghi di culto. “Sarebbe auspicabile che si riconoscesse ovunque e nel modo più chiaro il fondamentale ruolo sociale svolto dai centri parrocchiali” ha osservato tra l’altro l’Avv. Luigi Lacroce. Mentre per parte sua la Chiesa, conscia del proprio ruolo sulla scena pubblica, nell’organizzazione dei propri interventi di edilizia segue le regole riguardanti le opere pubbliche. Al proposito, l’Ing. Andrea Zappacosta del Servizio nazionale per l’Edilizia di Culto della CEI, così come Mons. Giuseppe Russo, hanno insistito sull’importanza delle diverse figure professionali chiamate a collaborare con le Diocesi: il Responsabile unico dei procedimenti (RUP) che fa da interfaccia tra committente ed esecutori, dal concepimento del progetto sino al suo completamento; il Direttore dei lavori; il Verificatore del progetto; il Responsabile della  sicurezza…Nell’aprire la seconda giornata dei lavori, dedicata alle procedure tecniche, Mons. Giuseppe Russo ha evidenziato come “occorra compiere scelte oculate sin dall’inizio della progettazione.” E il Prof. Emilio Pizzi, del Dipartimento BEST (Building Environment Science & Technology) del Politecnico di Milano, ha notato come il progetto della chiesa comporti una complessità particolare, sia perché si tratta di spazi dotati di grandi dimensioni libere, sia per il rapporto privilegiato col contesto dovuto al valore iconico della chiesa, sia perché questa richiede una prospettiva di lunga durata nel tempo, a differenza della tendenza prevalente oggi che vede edifici dall’obsolescenza relativamente rapida.
“Da dove parte l’opera? – ha chiesto il Prof. Emilio Pizzi – A volte i progettisti tralasciano la fase pre-progettuale, in cui va valutata la fattibilità tecnica ed economica. Ma è proprio in questa fase che gli eventuali nodi devono venire al pettine.” Il che richiede un’accurata e completa prefigurazione per evitare di incorrere, nella fase esecutiva o nella successiva gestione dell’immobile, in una lievitazione dei costi. Si richiede insomma un “progetto integrale” che includa l’apporto di diversi specialisti e consenta una descrizione, previa e totale dell’opera: dai materiali costruttivi ai costi gestionali a edificio finito. Addentrandosi nello specifico della fase realizzativa, il Prof. Giancarlo Paganin, del Politecnico di Milano, ha esplorato il tema “I soggetti dell’appalto” per mostrare come qualsiasi intervento, che origina dalle necessità del committente, dà luogo al costituirsi di una “impresarete”, un soggetto temporaneo al quale concorrono diversi partecipanti: dal committente agli utenti, dagli specialisti del progetto agli enti preposti al controllo, dai fornitori di strumentazioni e materiali agli operatori finanziari, in un elenco di interessi, specialità e funzioni talmente lungo da rendere estremamente improbabile che una medesima “impresa-rete” si ritrovi a operare nella stessa configurazione più di una volta. E, ciò nonostante, questa organizzazione temporanea è chiamata ad agire in modo coordinato, come un organismo “ben oliato” di alta efficienza e precisione. Di qui la rilevanza del Responsabile del procedimento, ovvero del principale coordinatore che finalizza gli sforzi al perseguimento degli obiettivi secondo principi chiari. Incertezze ed esitazioni in uno solo dei molteplici passi o dei differenti soggetti coinvolti, comporta ritardi, aumenti dei costi, contenziosi, possibili effetti negativi sulla sicurezza dei procedimenti e sull’ambiente. “A causa delle carenze nel coordinamento, il 66 % degli interventi pubblici sono completati con notevoli ritardi” ha notato il Prof. Giancarlo Paganin, riferendosi non alle costruzioni commissionate da Enti ecclesiastici, bensì all’attivita edile in generale.Il Prof. Raffaello Borghi ha discusso sul rapporto tra investimento economico e validità dell’opera, evidenziando i problemi che derivano dal “gioco al ribasso” usualmente attivato da chi ambisce a ottenere appalti, e spesso accettato dal committente. Questi, essendo “colui nel cui interesse si compie l’opera” dovrebbe saper valutare il costo dei lavori sul lungo periodo, ovvero tenendo in conto come evitare che sorgano imprevisti in fase realizzativae inconvenienti in fase gestionale. Il Responsabile unico del procedimento è la figura chiave: conoscitore del progetto, deve saper bandire al meglio la gara d’appalto e stipulare contratti op
portuni e realistici. Sulle tematiche attinenti al rapporto tra giurisprudenza e appalti si è espressa anche la Prof.ssa Maria Agostina Cabiddu, del Politecnico di Milano, mentre Mons. Vincenzo Barbante, Mons. Gaetano Coviello e Stefano Mori hanno presentato le procedure seguite per gli affidamenti di incarichi rispettivamente nelle Diocesi di Milano (che vanta una congruenza tra preventivi e costi effettivi superiore al 90 %), Bari-Bitonto, Arezzo-Cortona-Sansepolcro.
Nel primo caso, gli affidamenti avvengono prevalentemente tramite concorsi, negli altri due con scelta diretta: comunque con uffici tecnici capaci di affiancare i parroci e di seguire le opere in tutte le loro fasi.
Il Convegno nella parte conclusiva ha ampiamente esaminato il tema del rapporto tra Uffici diocesani e Servizio nazionale per l’Edilizia di Culto, che si svolge attraverso sistemi totalmente informatizzati. I sistemi procedurali attivati al fine di rendere fluidi e allo stesso tempo rigorosi i procedimenti relativi alla realizzazione di nuove costruzioni o di ampliamenti o completamenti edilizi sono stati discussi nel dettaglio.
Dopo la celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Filippo Iannone, Vescovo di Sora Aquino Pontecorvo e Presidente della Commissione nazionale per l’Edilizia di Culto, Mons. Giuseppe Russo ha tratto le conclusioni del Convegno enunciando quattro parole simbolo attorno alle quali aggregare l’impegno delle Diocesi: Idee (“la leggerezza della fantasia”), Slancio (“entusiasmo per un pieno coinvolgimento”), Dignità (“autorevolezza nel lavoro che implica umiltà nel crescere e aggiornarsi sempre”), Comunicazione (“che nella distinzione dei ruoli si sviluppi la collaborazione,  sia entro le singole Curie, sia tra le
diverse Diocesi”). Sono pietre miliari per svolgere “un servizio competente, onesto e creativo” attraverso il quale comporre il volto della Chiesa del nostro tempo.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)