Bruzzano (MI). Ristrutturazione di un appartamento – Progetto Alberto Galeazzi, architetto
La ristrutturazione di un miniappartamento ha riportato alla luce l’antica muratura in laterizio e pietra di fiume. A questi materiali naturali l’architetto ha contrapposto l’acciaio e un arredo decisamente hi – tech.
Progetto di Alberto Galeazzi Servizio di Ilaria Borella Foto Athos Lecce
Progettare un interno è rendere reale un’idea che prende forma nell’immaginazione, è la capacità di creare in un ambiente talvolta molto semplice, uno spazio ricco di atmosfera e di suggestioni. Questo interno si trova nell’hinterland milanese, nella parte antica di Bruzzano; è un monolocale di circa 30 metri quadri al piano terra di una palazzina di due piani che si sviluppa a cortina lungo la strada dell’antico borgo storico. L’architetto, che è proprietario dell’immobile, ha saputo intravedere in questo piccolo spazio la possibilità di un interessante gioco di volumi. E li ha interpretati con tale forza espressiva da render questo miniappartamento significativo della sua visione artistica. All’origine era un unico vano intonacato di bianco; per scoprire l’antica muratura in laterizio e pietra di fiume sono state grattate e ripulite a mano tutte le pareti, rimettendo in luce le nicchie e le porte ad arco che erano state murate, il camino e le travature del soffitto precedentemente nascoste.
Un giovane architetto ha deciso di valorizzare i materiali poveri di una vecchia casa di ringhiera.
L’angolo dedicato alla cucina è caratterizzato dal piano di lavoro ricoperto con tessere di mosaico nere, Bisazza. Piano cottura elettrico, Whirlpool.
Il camino in cemento grezzo enfatizza il linguaggio “ruvido” e materico utilizzato in questo progetto.
Nel living: divano e tavoli, Ikea; sedie “FPE” disegnate da Ron Arad, Kartell. Leitmotiv anche in bagno le tessere di mosaico nere, Bisazza. Lavabo disegnato da Antonio Citterio, Pozzi Ginori. Complementi, Ikea.
|
ALBERTO GALEAZZI, architetto
Nasce a Milano nel 1971 e si laurea al Politecnico con una tesi sul recupero di un edificio industriale da trasformare in teatro. Ha collaborato con diversi studi di architettura per progetti residenziali e ricettivi. Collabora da cinque anni con lo studio Dante O. Benini & Partners Architects su progetti residenziali, commerciali e per enti pubblici. Sperimenta una personale ricerca linguistica nella progettazione d’interni.
|
A questo ambiente ripristinato nel suo stato originario sono stati aggiunti nuovi elementi: la vela in lamina d’alluminio che racchiude il volume del bagno e diventa parapetto per il soppalco, la scala in acciaio che divide la zona pranzo da quella del soggiorno dominata dal camino, infine l’angolo bar ricavato all’interno di una nicchia nella muratura. Contrapponendo acciaio e rame alle pietre e ai laterizi della muratura, l’architetto è riuscito a far convivere con armonia l’antico col moderno, la tecnologia e il comfort col rustico. Nei due livelli della casa le diverse funzioni vengono sottolineate dai materiali: a piano terra la dinamicità della vita diurna viene raccontata dal pavimento in beola a spacco e dalla vela curva rivestita in alluminio e rame; sul soppalco il pavimento (in listelli di Ipè Iapacho) e il soffitto in legno trasmettono la quiete notturna; mentre in bagno dominano le tessere di mosaico nere.
Il tocco finale è dato dall’arredo, che utilizza alcuni pezzi di design unendoli ad altri realizzati artigianalmente, come le lampade a muro realizzate con un foglio di acciaio forato e curvato, il ripiano della cucina e i tavolini della zona pranzo rivestiti con tessere di mosaico, il parapetto del soppalco composto assemblando un tubolare in acciaio con una serie di cavetti pure in acciaio. L’uso sapiente delle luci, prevalentemente radenti e posizionate sul pavimento, contribuisce a creare un ambiente accogliente e nello stesso tempo espressivo, moderno e stimolante, dove i materiali sembrano prendere vita, trasmettendo a chi vi abita la loro energia.
|