In alto i colori!

La forma apre un racconto: in architettura la forma è quanto comunica, e non a caso gli stili che contraddistinguono le diverse epoche attraversate dalla storia dell’arte si riconoscono soprattutto attraverso esempi di carattere architettonico.
E parte integrante della forma è il colore, cioè quanto fornisce all’occhio il contenuto emotivo, aggiungendo un quid di comunicatività in più alla costruzione. Soprattutto laddove ci si trova di fronte a soluzioni architettoniche limitate da volumi precisi e da funzionalità cogenti, il colore diventa espressione di una libertà creativa e di una capacità comunicativa particolare.Non a caso le campiture cromatiche sono diventate di fondamentale importanza per molti autori, esponenti del più puro razionalismo.
Per lo stesso motivo l’uso dei diversi colori negli ascensori diventa un’occasione per offrire a questi spazi, di per sé limitati e necessariamente collegati alla funzionalità: un modo per rifinirli con un tocco di estetica in più.
Nell’ascensore si apprezza il colore nella sua pura essenza: al di là del disegno, è proprio la luce riflessa e rielaborata dal pigmento quel che adduce una connotazione emotiva allo spazio. Una porta verde che si distacca da una parete celeste, non resta solo ben individuata nell’ambiente, diventa anche un elemento che arreda, un “luogo” nello spazio architettonico.
Il tema è quello della personalizzazione dell’elevatore: soprattutto quando viene installato in un edificio esistente. Che possa armonizzarsi con l’intorno, non solo, che vi apporti qualcosa che va oltre alla possibilità di superare i dislivelli. Trattandosi di elevatori da inserire in edifici esistenti, questi prodotti si riferiscono spesso a una clientela che per sopraggiunte necessità si trova in condizione di necessitare l’ausilio meccanico per superare la barriera architettonica costituta dalle scale.In questi casi risulta particolarmente utile (per quanto lo sia sempre) che l’ascensore sia dotato di sistemi di sicurezza che ne consentano il funzionamento anche in assenza di elettricità in rete. È una caratteristica di un particolare modello dotato di batteria: se va via la corrente è in grado di compiere diverse corse comunque. La tecnologia va assieme con l’estetica: sono due facce della stessa medaglia, ma si possono godere entrambe.Impianti: EP Elevatori Premontati
Piattaforme elevatrice (home-lift) Elfo.
Impianto personalizzabile e adattabile a qualsiasi vano, installabile in tutti gli edifici sia all’interno che all’esterno. Nella versione automatica, richiede una fossa minima di 130 mm e una testata minima di 2150 mm.
Ascensore a batterie Supermec. Su di esso è applicata la più moderna tecnologia EP, un consumo energetico minimo e un impatto ambientale molto ridotto.
Ascensore elettrico che funziona con 220 V e richiede una potenza di circa 0,5 Kw. In caso di black-out, il funzionamento è garantito per oltre 100 corse continuative in assenza di alimentazione di rete prima che l’ascensore si fermi.
Piattaforma elevatrice Upper.
Le sue caratteristiche progettuali ne permettono l’installazione in locali in cui gli spazi (in particolar modo le altezze disponibili in testata) sono ridotti. Per servire sottotetti o mansarde, ma anche quei luoghi dove è richiesto un impatto visivo ridotto e si voglia valorizzare la spaziosità degli ambienti. Può essere installato sia all’interno che all’esterno degli edifici (in questo ultimo caso, sarà provvisto di struttura metallica).Tutte le soluzioni per l’elevazione

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