Si tratta in fondo di una rivoluzione cartesiana: dal piano a due dimensioni entro il quale ci si muove consuetudinariamente, l’ascensore introduce l’asse “Z” come qualcosa di facilmente avvicinabile che finisce per diventare normale.
Non precisamente come l’aviazione, che ha rivoluzionato il modo di vivere nel mondo, avvicinando i continenti come mai si sarebbe potuto sognare prima che i fratelli Wright iniziassero questa nuova era dell’umanità: ma in fondo anche l’ascensore, per quanto molto antico nelle sue forme primitive, ha permesso non solo di praticare lo spazio in modo nuovo, ma anche di concepirlo secondo modalità prima inimmaginabili.
Per esempio, è vero che i condomini dell’antica Roma si ergevano anche su sei e più livelli, ma certamente non erano per tutti e non a caso all’epoca (e sino alle soglie del XX secolo) il “piano nobile” è rimasto quello basso: quello cioè cui si poteva accedere senza troppa fatica. E gli abbaini della Parigi bohemienne erano riservati ai poveri e agli studentelli.
Solo con l’introduzione dell’ascensore l’attico è diventato il piano privilegiato della casa, con ciò realizzandosi una rivoluzione nel mondo di intendere e di vivere il mercato immobiliare.Per non dire dei grattacieli: assolutamente inconcepibili senza gli ascensori, eppure oggi diffusi sempre di più, e secondo un’organizzazione interna che in prevalenza prevede le residenze ai livelli più alti, e gli uffici ai livelli più bassi.
Se i “futuristi” vedevano nell’ascensore l’espressione di una nuova era, che avrebbe rivoluzionato il modo di vivere, oggi viviamo all’interno di questa rivoluzione compiuta: e diamo per scontato l’ascensore come strumento per esperire la dimensione verticale – l’asse “Z” – come un fatto ormai entrato nella logica corrente.
L’ascensore come strumento ha reso facile frequentare la dimensione verticale.
Oggi l’ascensore come elemento architettonico giunge a maturità, imponendosi come momento portante del disegno interno, e a volte esterno degli edifici.
Questo chiudersi del cerchio nella storia recente dell’ascensore avviene anche grazie al fatto che, oltre a essere ormai stato acquisito come elemento totalmente integrato nel design degli edifici, l’ascensore è capace di tornare a integrarsi sempre nuovamente, o
di inserirsi là dove non c’era, o di ristrutturarsi in modo tale da apportare un valore estetico in più all’edificio esistente.
Nel confrontare la situazione attuale con l’evoluzione storica, ci si rende conto della misura in cui l’ascensore ha spostato il modo di vivere su un nuovo binario di facilità: l’accesso all’edificio è infatti il primo momento in cui questo è conosciuto. Se l’accesso è facile, l’edificio – la casa in particolare – è subito apprezzata.
Vi sono linee di produzione di ascensori di dimensioni e prestazioni diverse: questo consente di contemperare qualità e accessibilità economica.Impianti: Daldoss Elevetronic
Ascensori Easylife ® per edifici residenziali, ville e attività commerciali;
particolarmente adatti nelle ristrutturazioni di edifici esistenti e al superamento delle barriere architettoniche
Installazione: fissaggio a muro in vano proprio o con struttura portante per interno o per esterno
Portata: Kg. 180 – 280 – 390 – 550 secondo i modelli
Capienza: n. 2-3-5-6-7 persone
Corsa max: da 16600 a 18000mm
Fermate: fino a un massimo di n. 6 nella configurazione standard
Velocità: da 0,2 a 0,5 m/s
Porte di piano e di cabina: versione automatica o semiautomatica;
fotocellula su ogni ingresso cabina con interruzione di movimento
Pulsantiera cabina: orizzontale
Pulsantiera di piano: placche in acciaioL’industrializzazione e il pre-assemblaggio in fabbrica agevolano e rendono più rapida l’installazione, limitando così i tempi del cantiere. Se realizzato con struttura portante, Easylife® è indipendente dalle condizioni di cantiere, e sono eliminati i costi aggiuntivi per le opere murarie nell’immobile.
Lo schema della struttura portante qui illustrato è quello della versione con fissaggio a muro: è disponibile anche la versione da inserire in un vano.
Una simile struttura, con apposite modifiche, può essere usata anche per installazioni all’esterno dell’edificio. La centralina e il quadro di manovra possono essere contenuti in un armadio di dimensioni ridotte collocabile anche nelle vicinanze dell’impianto.
Quindi non è necessario avere un locale di servizio ad hoc.Lo stesso modello di ascensore può essere inserito in un vano esistente oppure montato su una struttura portante propria, che si appoggia esternamente alle pareti – sia dentro, sia fuori l’edificio. Le più recenti acquisizioni consentono di realizzare tali impianti anche là dove non sia possibile scavare una fossa o realizzare una testata di dimensioni notevoli, sotto o sopra il vano corsa. Così l’ascensore nella sua maturità diventa qualcosa che fa parte della casa, e ne è anche esterno.
Un elemento capace di evolvere nel corso della storia o dell’edificio per seguire le trasformazioni tecnologiche e gli avanzamenti (o le mode) del design. Nel considerare questi aspetti, si nota come l’ascensore non sia più concepito come un elemento immutabile nel tempo. Non solo a seguito dei dettami delle norme di sicurezza, che tendono a essere sempre più stringenti e cogenti, ma anche a seguito del desiderio di accessibilità e di comfort.
Un tempo alla cabina ascensore si richiedeva solo che compisse la corsa e che non ingombrasse troppo.Oggi si richiede che sia accogliente e persino dialogante: che abbia un che di artistico, che renda interessante anche i brevi istanti del trasferimento verticale sui livelli più alti (o più bassi).
Anche da questo – oltre che dai motivi di sicurezza – nasce un interesse sempre più nuovo e raffinato verso il design della cabina nel suo complesso e degli elementi minuti che la abitano, quali le pulsantiere.
Di qui l’interesse, per esempio, verso la possibilità di operare sostituzioni nei cielini; nel disporre di elementi informativi (gli schermi led) che non solo siano chiari ma anche belli a vedersi.
Un discorso, questo che vale per qualsiasi elemento interno alla cabina: dal telefono per il collegamento col centro di assistenza, all’impianto di illuminazione, alle eventuali maniglie.
L’era degli sviluppi in verticale è stata pienamente assimilata, rispetto a quando i Futuristi lanciavano i loro proclami avventurosi e sfrontati.
Ora dalla normalità dell’uso comune si tratta di passare alla comodità e al comfort totale.Essere sollevati non è sempre facile come sembra