Quale aspetto poteva avere una casa contadina nelle Fiandre del 1600? Dove si svolgeva la giornata? Dove si mangiava, dove ci si scaldava? Nel quadro “Visita alla fattoria” Brueghel racconta, come in una fiaba, la vita quotidiana di due borghesi di città che vanno a trovare il loro piccolo mandato a balia. Peter Brueghel il Giovane, come del resto il padre e tutti gli altri pittori della sua famiglia, era abilissimo nel rendere l’atmosfera di festa e di quotidianità contadina. La precisione dei dettagli era tipica dei fiamminghi. Non si da troppa importanza alla proporzione tra le figure e la scena. Il naturalismo dell’opera viene in superficie attraverso i numerosi particolari che vogliono continuamente catturare l’attenzione dello spettatore. Se ci mettessimo a contare tutti gli oggetti presenti in questo dipinto, rischieremmo di andare avanti per un bel po’ di tempo. La stanza pullula di persone. Sono sette gli adulti che vi abitano (la tavola è infatti apparecchiata per sette), due i borghesi che vi giungono (marito e moglie), una persona indefinita è sulla soglia della porta a destra (forse la serva della signora), tre i bambini. La disparità sociale è avvertibile, anche se i vestiti dei ricchi signori di città non sono poi così vistosi rispetto a quelli dei contadini. La cosa che più colpisce è la totale assenza di relazioni interpersonali; solo un bambino e un contadino accolgono i signori. La donna allarga i cordoni della borsa per dare una moneta al ragazzino. L’uomo offre al contadino un pacco di zucchero (estremamente costoso ai tempi). Gli altri continuano a lavorare, uno di loro inizia addirittura a mangiare la sua zuppa senza aspettare gli altri. Nella figura del bimbo piccolo in braccio alla nutrice che mostra la schiena ai genitori si è voluta vedere una sorta di beffa nei confronti dei borghesi. Il bimbo sta per essere fasciato (come si usava un tempo): il rotolo è già pronto sulle ginocchia della balia. (Ella Sher)
Alla scoperta del dettaglio
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