Vivere al mare senza vederlo direttamente da casa è come andare in barca stando sotto coperta. In compenso, una volta assicurato il legame visivo con questo elemento primordiale, l’interno è meno importante, è solo una questione di stile di vita. In queste pagine presentiamo tre case “vista mare” con tre stili diversi: vivere nel rustico, vivere con una grande scultura, vivere in un cilindro. Costruirsi una villa a picco sul mare è ormai diventato impossibile; la necessità porta a comportamenti virtuosi: si deve utilizzare tutto quel che di costruito già esiste. Abbiamo seconde
La ristrutturazione, avvenuta nel ‘72, fu considerata un intervento d’avanguardia, visto che tutti gli elementi (impiantistica compresa) sono a vista. I pochi contenitori che attrezzano questo spazio sono in truciolare con superfici in formica bianca e legno chiaro per aumentare la luminosità.
Il fatto di dover fare tante scale rende meno frequentati i piani alti, la vita (come spesso accade al mare e in campagna) tende a concentrarsi attorno al grande tavolo della cucina, che sapientemente è stato messo a piano terra. E fuori dall’uscio c’è un bellissimo terrazzo librato sul mare e difeso dal sole da un folto pergolato d’uva fragola. Protetti da un albero Per meglio confondersi nella macchia mediterranea, questa confortevole villa sulla Costa Smeralda è stata costruita
E’ un’architettura pensata in funzione del mare: per renderlo più facile da raggiungere, certamente, ma anche per farne uno sviluppo naturale del soggiorno, quasi fosse una quinta da ammirare ma dentro cui entrare infrangendo la fatale “quarta parete”. Il mare lo incornicia con grandi e lunghe aperture panoramiche, inquadrate da elementi figurativi che ricordano le rituali porte d’ingresso di templi buddisti situati in mezzo a un lago. Tale rapporto di empatia questa architettura non l’ha solo col mare, ma anche col prato e con la macchia mediterranea in cui è inserita. Sul retro c’è infatti un altro spazio intermedio, questa volta a gradoni, che si fonde in modo fluido col retrostante prato all’inglese animato da cespugli di vegetazione autoctona e da grandi pietre che affiorano come fossero dolmen. L’incanto del verde entra perfino all’interno: col tessuto a fiori bianchi su un intreccio di foglie che ricopre divani e materassi (su cui stendersi anche per dormire), e con le piante d’appartamento di origine tropicale che si affollano eleganti nei punti più significativi. Per non parlare dei grandi alberi scolpiti: il vero “segno” che caratterizza e dà significato a tutto l’interno.
Il grande architetto “rivoluzionario” Le Corbusier diceva che in una stanza doveva esserci solo un’opera d’arte, quadro o scultura che fosse, solo così le si permette di esprimersi completamente; il coll In una torre d’avorio Una torre che domina l’ansa di Forìo ad Ischia è un sogno che possono avere in molti. A realizzarlo è stata una coppia tedesca che nell’immediato dopoguerra, appena uscita dalle immani distruzioni della guerra, è corsa a Sud per scrollarsi di dosso, al caldo sole mediterraneo, le tristezze accumulate. Si sono fatti costruire, come seconda casa,
La proprietà è poi passata di mano e i nuovi abitanti hanno chiamato, per ristrutturarla, il famoso Puri Purini che con Maurizio Mariani non solo l’ha rimessa a nuovo, ma ne ha fatto un completo restyling. Ecco quanto ci ha detto in proposito: “Quando ho visto per la prima volta questa torre mi sono reso conto che non c’era nessuna armonia tra il territorio e l’architettura che sembrava un corpo estraneo, un cilindro piantato nel terreno. Sembrava che l’architetto non si fosse guardato intorno, ma avesse progettato la torre in astratto. In origine gli archi del piano terra erano soltanto due; noi li abbiamo continuati facendo un portico rotondo attorno alla casa che abbiamo rivestito con pietre vulcaniche, messe in opera al modo antico, proprio per “legare” l’edificio all’ambiente circostante che in questo caso è una macchia mediterranea ancora oggi abbastanza integra.” (w.p)
|