La fortezza sulla via dei pellegrini

 

Gli Stili nell’architettura sacra

L’architettura lombarda nell’alta Italia.

Risale all’alto medioevo questa abbazia che è anche rocca, fortezza. Nel corso della sua lunga storia ha attraversato momenti di splendore e di crisi. Oggi i Padri Rosminiani ne hanno fatto un importante centro di cultura. Con un concorso nazionale è stato selezionato lo scultore che erigerà una nuova, grande statua di San Michele. Ce ne parla P. Giuseppe Bagattini, Rettore della Sacra.

La Sacra di San Michele è luogo di suprema bellezza. In vetta a uno sperone di monte che domina l’imbocco della Val di Susa, ha una tradizione antica, che rimanda alle vie di pellegrinaggio medievali. Qui passa la via romea che giunge dalla Francia. La sua collocazione nel mezzo del cammino Mont Saint Michel e San Michele sul Gargano, le attribuisce un ulteriore significato simbolico. «E’ il monumento simbolo del Piemonte – ricorda Padre Giuseppe Bagattini, rosminiano, che della Sacra è il Rettore – di proprietà statale, ma a gestione regionale. Noi Rosminiani ne siamo i custodi».

La Sacra di San Michele si erge all’imbocco della Val di Susa, alta sul monte domina tutto l’intorno.
Il ripido scalone che culmina con la porta dello Zodiaco. E’ l’ambiente della Sacra in cui sono meglio conservati i caratteri della costruzione romanica.

Come si svolge questa attività di custodia?
«Celebriamo l’Eucaristia, accogliamo i visitatori, ospitiamo diverse attività culturali, quali per esempio l’esecuzione di cori gregoriani e di musica sacra. Siamo in questo aiutati da diverse decine di volontari, una cinquantina dei quali molto attivi. Ogni anno organizziamo convegni di carattere internazionale, su diverse tematiche, con la partecipazione di esperti, e con l’aiuto del Centro internazionale di Studi Rosminiani di Stresa, in particolare del suo Direttore, P. Umberto Muratore. Quest’anno il convegno si è incentrato sull’ecumenismo. Per alcuni giorni i rappresentanti delle diverse confessioni cristiane si sono incontrati e hanno dialogato. La tradizione dei convegni, che si svolgono all’inizio dell’estate, è cominciata qualche anno addietro, allo scopo di presentare figure come Rebora e Rosmini. Poi, pian piano, di lì si è passati a più generali argomenti che attengono alla società e alla storia corrente, in particolare con riferimento alle tematiche europee ed ecumeniche. Sono iniziative preparate in accordo con il Comitato regionale Sacrense, preposto alla valorizzazione della Sacra di S. Michele».

L’abside romanica con al centro il finestrone fiancheggiato da sei figure scolpite poste le une sulle altre.
Il bozzetto di Paul dë Doss Moroder, vincitore del concorso. E’ alto 121 cm. La scultura finale raggiungerà i 680 cm di altezza.

Il luogo sembra particolarmente adatto all’otium creativo…
«La Sacra di San Michele si trova sul monte Pirchiano, a quota 962 metri. La vista verso Torino e verso la Val di Susa è incantevole e l’edificio, nelle sue stratificazioni storiche, è ricco di significati. Le scale da cui vi si accede sono il simbolo della vita. Il portale dello zodiaco, che risale all’XI secolo, reca bassorilievi ricchi di richiami biblici, quali le immagini di Sansone nel tempio, o di Caino e Abele… Costituisce un vero e proprio invito a lasciare fuori dalla porta i vizi capitali per riprendere il cammino cristiano e salire all’incontro con il Signore. All’interno della Basilica domina il finestrone absidale, rivolto verso est, che nella sua iconografia richiama il Natale: vi si vedono una Madonna annunciata, l’arcangelo Gabriele, profeti, evangelisti. La chiesa di per sé è un’architettura imponente che, ergendosi sopra il culmine del monte, arriva a toccare quota 1000 metri».

Potrebbe in sintesi ripercorrere la storia di questo antico santuario?

«I recenti restauri hanno consentito di mettere alla luce le celle sotterranee abitate dai primi cenobiti che qui si raccolsero in epoca altomedievale. Essi seguivano il culto di S. Michele. L’abbazia sorse attorno al 1000, per volontà di Ugo di Montboissier che la affidò ai Benedettini. Essi la tennero sino al 1622 e in questo periodo realizzarono diversi ampliamenti e costruirono un nuovo monastero che affiancava quello antico. Ma nel corso del conflitto tra Spagnoli e Francesi questo monastero più recente fu distrutto. Dopo che i benedettini se ne furono andati, l’abbazia fu usata come un fortilizio: la posizione è particolarmente adatta. Nel 1836 Carlo Alberto vi invitò il Rosmini e da allora è abitata da noi Rosminiani. L’architetto Alfredo D’Andrade si occupò di restaurarla per conto dei Savoia che qui posero, nell’800, le sepolture di un ramo cadetto della famiglia. I restauri recenti hanno interessato i ruderi del “monastero nuovo” nel quale contiamo di collocare il museo della Sacra, ove raccogliere le testimonianze della sua lunga storia. E’ stata anche consolidata la torre della Bell’Alda ed è stat
o approntato il tunnel tra il monastero vecchio e quello nuovo, che porta all’interno delle officine cinquecentesche, usate dai monaci per i lavori più diversi, in legno e in ferro; essi erano infatti totalmente autosufficienti. Stiamo anche preparando l’esecuzione di una grande statua di San Michele: sarà alta tra i 6 e i 7 metri e diventerà un poco l’araldo della Sacra. Per la sua realizzazione è stato bandito un concorso, al quale hanno partecipato 37 artisti i cui bozzetti sono ora esposti in una mostra e successivamente faranno parte della dotazione del museo. Attualmente stiamo raccogliendo i fondi per la esecuzione dell’opera vincitrice, che è risultata quella di Paul dë Doss Moroder».

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