Abitare in un palazzo ricco di storia

Nella Matera settecentesca

Servizio di: Claudia Avolio
Foto: Athos Lecce

A Matera, i palazzetti e le case realizzati dal patriziato e dal clero nei primi anni del Settecento si allineano, con prospetti uniformi, lungo l’asse urbano creato in quel periodo al centro della città, luogo per eccellenza della vita cittadina. Questa concezione urbana risale a un secolo prima, quando accanto alla vecchia tecnica dello scavare le case nel tufo, tipica dei Sassi, cominciano ad affiancarsi sistemi costruttivi volti a realizzare case con pareti e tetti.
Negli ultimi anni del Seicento si aprono così due diverse strade dell’abitare: la vita chiusa in una grotta artificiale oppure quella più confortevole in spazi costruiti. A segno di questa fase di rinnovamento le case e i palazzi, precedentemente caratterizzati da ingressi volti verso il pendio dei Sassi, cominciano ad affacciarsi sulla parte piana,
nel nuovo asse urbano costituito dal Corso e dalla ex via del Seminario (ora via Ridola). Tale è il contesto in cui si trova questo storico palazzo, completamente ristrutturato negli anni ‘90 dopo essere stato adibito a piccolo albergo nel dopoguerra. La filosofia alla base della ristrutturazione, eseguita con estrema cura dagli architetti Gregorio e
Rossella Padula e Antonio Mattia Acito, è stata quella di ridare agli interni del palazzo il loro antico carattere, senza per questo rinunciare a una moderna identità di progetto e di scelte di arredamento. Come tutti i palazzi del “crinale”, l’impianto originario è settecentesco ma comprende preesistenze di stanze più antiche, come l’attuale camera da letto
padronale caratterizzata da una tipica volta a botte in tufo, oggi collegata al resto della casa da una scala tutta in legno di ciliegio come la pavimentazione. La splendida volta del salone decorata con tecnica a tempera negli ultimi

Sotto la splendida volta affrescata, a pezzi classici del design si affiancano oggetti di memoria,
sculture in cartapesta e mobili antichi tipici della civiltà contadina locale.

In queste antiche strutture tutti gli accostamenti si compongono con armonia in un contesto ampio e luminoso.

anni dell’Ottocento, attribuita al pittore Paolo Marinaro, è stata abilmente restaurata dalla padrona di casa (una restauratrice di professione) con ritocchi ad acquerello. I pavimenti del salone, rifatti integralmente in cemento secondo gli originali metodi artigianali, riprendono l’impianto decorativo della volta: una cornice architettonica con paraste e capitelli che racchiude motivi floreali. Il sapiente gioco delle luci, inserite all’interno delle cornici e delle colonne in gesso (costruite ex novo) posizionate in corrispondenza dei capitelli della volta, fa risaltare il fascino antico di questi ambienti. Sulla credenza ottocentesca del grande soggiorno troneggia benedicente la statua lignea di San Donato, lasciata in dono dal sacerdote che nella seconda metà dell’ottocento aveva abitato la dimora. Nella cucina
(foto nella pagina seguente), che nelle case contadine è l’ambiente più conviviale e il fulcro della vita quotidiana, spesso proiettiamo la nostra voglia nostalgica del passato; qui invece fanno incursione, accanto a mobili di arte povera, alcuni oggetti di design e una cucina, interamente in acciaio, prodotta da Ciatti.

Dalla finestra, da cui si gode lo splendido panorama dei Sassi e della Murgia materana (foto piccola nella pagina precedente), si respira quella perfetta armonia tra paesaggio e architettura che è tipica di queste abitazioni.
Per i pavimenti originali in cemento colorato che caratterizzano la cucina e lo studio, le uniche due stanze con affaccio
sui Sassi, è bastato un intervento di ripulitura per far riaffiorare la loro originaria bellezza. Lo stile dell’insieme è caratterizzato da un’accurata ricercatezza, dove le citazioni colte accentuano il calore e la personalità di un’antica architettura in cui gli spazi si prestano ad essere valorizzati dagli arredi. (Si ringrazia per la collaborazione l’APT
della Regione Basilicata e il suo presidente).

Nelle foto: Sulla bella consolle ottocentesca del soggiorno, un quadro della stessa epoca di Serrano e una lampada anni ‘70 di Gae Aulenti per Fontana Arte.
Un particolare del bagno a due livelli, dove trionfa l’high tech, con scala e vasca rivestite con piastrelle di Bisazza.

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