Testo di: Walter Pagliero A Milano vicino al Conservatorio E’ una casa giovane, realizzata con mobili di famiglia da una stilista che ha fatto della semplicità elegante e della vestibilità un momento forte delle sue apprezzate collezioni. “Ho una piccola collezione di antichi modellini di mobili, quelli che un tempo gli artigiani eseguivano
in miniatura per mostrare al cliente l’effetto dei mobili definitivi.” Ora che è diventata una stilista a tutto campo, con i giorni regolati al minuto per il lavoro e gli appuntamenti ineludibili, Gigliola Curiel doveva avere una sua casa, non di rappresentanza, ma abbastanza ariosa per poter ricevere gli amici e il variopinto mondo della moda. Un appartamento grande ma non troppo, con finestre luminose per veder bene i colori, in una casa signorile ma senza ostentazioni. L’impegno per le collezioni non dava tregua, mancava il tempo per fare una vera ricerca di arredamento andando a caccia di cose inusuali, e i mobili di famiglia le erano sempre piaciuti, sarebbero andati benissimo, bastava farli andare d’accordo fra loro con colori, stoffe e piccoli oggetti particolari da aggiungere per dare sapore. Così è stato fatto e il risultato non solo è vario ed elegante, ma possiede quel tanto di casualità che aggiunge calore e salva dal pericolo di un progetto troppo coerente e pensato a tavolino. Qui di molto coerente (e non poteva che essere così) c’è la scelta di una gamma cromatica molto personale e affascinante: beige chiaro per le pareti, giallo scuro per la maggior parte dei tessuti e rosso lacca cinese per il grande paravento più un divano, una poltrona e molti cuscini. Ci sono anche tocchi di rosa, di arancio, di viola e di violetto, ma niente blu, azzurro e celeste perché la scelta si è orientata su una gamma calda e solare. Il blu c’è solo in alcune opere appese alle pareti, dipinti e disegni che è giusto far vivere di vita propria senza coordinarli all’arredamento. Le pareti delle camere da letto sono invece scure per staccarle dal living, a parte una deliziosa alcova con letto a barchetta che ha pareti di un delicato albicocca perché viene considerata ancora salotto. Chiedo a Gigliola Curiel da dove è partita per progettare l’arredamento. “Come fanno spesso le coppie appena sposate, sono partita da quello che avevo. E ne avevo già tante di cose.” Chi ha progettato l’articolazione della parete del soggiorno con le due nicchie contenenti divanetti e librerie. “E’ tutta farina del mio sacco. Ho cercato di mettere quello che occorreva senza invadere troppo lo spazio: mi servivano dei divanetti e delle étagères dove riporre i libri e ho assemblato le due cose in modo che risultassero decorative. Mi piacciono molto i divani a muro, come nelle case tunisine, e tutto il mobilio che entra nella struttura della casa.” Chi vuole incominciare una collezione o acquistare delle belle cornici antiche può rivolgersi con sicurezza, per la consulenza, a Franco Sabatelli che ha alle spalle più di quarant’anni di esperienza. L’impostazione cromatica degli spazi come l’ha organizzata? “Ho diviso la casa in due zone sia come funzioni che come colori: la sala è di gusto più moderno e ha il pavimento in marmo bianco con pareti molto chiare; le camere invece sono più tradizionali, col pavimento a parquet e tinte più intense alle pareti. Ho preferito avere il soggiorno molto luminoso e le camere più tranquille, quasi in penombra. Così, mentre nel soggiorno domina il giallo, il verdino e il salmone con le pareti beige chiaro per scaldare il bianco del marmo, nella mia camera da letto ho voluto un rosso abbastanza scuro.” Le chiedo quale sia la provenienza dei piccoli oggetti molto particolari che si trovano sulla scrivania dietro al divano. “Io sono una maniaca di mercatini d’antiquariato e fin da ragazza i miei primi risparmi li ho spesi lì. Quindi ho varie collezioni.” |