Un paesaggio emotivo


Testimonianza

Forme e personalità differenti e sempre importanti

Il territorio degli Iblei non ha giardini magniloquenti o grandi e importanti Orti Botanici; presenta, invece, un paesaggio diffuso di grande impatto e presa emotiva: campi delimitati da muri in pietra a secco, enclosure per la rotazione delle greggi e mandrie, occasione per liberare dalla presenza di pietrame sparso i terreni; isolate Ceratonia Siliqua, carrubbi, con forme e personalità differenti e sempre importanti. In questo contesto sono sorte nel corso dei secoli delle costruzioni isolate che hanno avuto diverse vicende e sviluppo.
Complessi edilizi, “masserie”, opifici della produzione locale lattiero casearia e di tanto altro; grandi “ville” padronali destinate alla ricerca di frescura nella campagna sfuggendo all’afa cittadina nonché presidi proprietari per sovrintendere agli eventi produttivi periodici (raccolte, semine, pigiatura, molitura, etc).

Pietro Paolo Mincio
Ispica, Ragusa, 13 agosto 1956
Presidente dell’ Ordine degli Architetti P.P.C. di Ragusa. Brillante quanto lenta carriera universitaria che attraverso
la collaborazione con l’architetto Roberto Collovà , innesca una serie di esperienze interessanti in
campo di progettazione grafica, concorsi di architettura, seminari e laboratori di progettazione.

In questo contesto e nell’ambito di una cultura “periferica”, ma raffinata e vivace, nascono nei pressi delle grandi o piccole fabbriche dei giardini (hortus deliciarum), fra mura, questa volta alte, sempre di pietra a secco; all’interno di questi convivono gli aranci, i pruni e i fichi, ma anche la lavanda e il rosmarino, l’immancabile limone, l’alloro, il gelsomino e la pomelia con i suoi fiori dal profumo inebriante; nel mezzo di un tripudio di fiori ed aromi spesso un’altana permette di sorbire un tè al finire del giorno, discretamente celati
agli occhi del mondo circostante, ma in posizione dominante per osservare il paesaggio al di sopra dell’alto muro.
Questa immagine in uno con la qualità urbana delle città ricostruite subito dopo il terremoto, nel XVIII secolo, deve essere il centro della ricerca paziente, costante e caparbia degli architetti tutti ed, a maggior ragione, di coloro che
hanno consacrato la loro specialità all’attenzione per il paesaggio ed il territorio.
L’Ordine degli Architetti della Provincia di Ragusa, ha molto lavorato alla sensibilizzazione per una cura reale e non solo nominale del paesaggio; in contrasto con la tendenza a densificare l’edificato in quello stesso paesaggio con finte masserie e finti muri a secco, finti reggi mensola e finto bugnato, finte modanature e finti portoni… e, poi, ville e villette di ogni foggia, accordi di programma, centri commerciali, capannoni, alberghi ristoranti, masserie; tutte rigorosamente abbinate a giardinetti nei quali troneggiano reiteratamente sempre le stesse essenze, il più delle volte nemmeno autoctone, ed esuberanti piscine di un azzurro smagliante. Ci auguriamo che la stretta collaborazione con le organizzazioni che rappresentano, a vario e diverso titolo, gli architetti argini il depauperamento selvaggio
dei territori che tanto hanno contribuito alla costruzione della nostra cultura complessa e seducente.

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