Un equilibrato connubio


Fra mare e terra, la forza dei materiali e la leggerezza delle forme creano un equilibrato e luminoso connubio

È situata nei pressi di Punta Est in Sardegna questa abitazione i cui interni riprendono volutamente la natura semplice del luogo.

Servizio Luisa Carrara
Testo Arch. Giulia Maselli
Foto Athos Lecce
Arredatrice Barbara Grifoni

Incantevoli spiagge di finissima sabbia, splendide scogliere di granito scolpite nelle forme più strane dal mare e dal vento, meravigliose calette dalle acque di incredibile trasparenza e nell’aria il profumo intenso delle essenze aromatiche della macchia mediterranea.
È un paesaggio quasi incontaminato quello che pulsa e avvolge questa piccola ma graziosa abitazione che pare vivere in perfetta simbiosi con la natura circostante.
La proprietaria ne ha curato l’allestimento miscelando con sapiente abilità la ruvidezza dei materiali locali, gli arredi, concepiti come evanescenti presenze, e la luce che fluisce liberamente ed abbondante dalle ampie finestre che si affacciano sul mare.
I pavimenti sono rivestiti con marmette, non lucidate, in pietra di Orosei, disposte a quarantacinque gradi per dilatare otticamente lo spazio mentre le pareti, prive di rasatura in gesso,sono colorate semplicemente con della pittura murale nella tinta giallo Napoli.
L’effetto finale è quello di uno spazio che sembra esistito da sempre e non modellato dalle mani dell’uomo.
La terrazza è lo spazio attorno al quale la giornata prende forma e sulla quale si affacciano la piccola cucina e la zona conversazione.
L’arredamento di entrambi è essenziale, quello della cucina è realizzato su misura e si concede poche decorazioni: le scanalature sulle ante dei pensili e delle basi ed alcuni grafismi eseguiti a mano libera.
Nel soggiorno sono stati sistemati un comodo divano, un pouf, un “drop leaf table”, un cavalletto, delle lampade, tutti rigorosamente bianchi. Uniche macchie di colore quelle della frutta matura di stagione sistemata con cura nei vassoi!
La disposizione delle luci segue uno schema sapiente e capace di far risaltare al meglio le irregolarità delle pareti e lo spessore materico delle diverse tele appese o appoggiate a pavimento.

Sotto: la portafinestra si compone di un largo telaio in legno realizzato su misura ed è dotata di un’ampia specchiatura che blocca, una volta aperta, il passaggio alla cucina dall’interno, obbligando l’accesso ad essa dal terrazzo.
A destra e sotto: la zona pranzo è stata volutamente posizionata sull’ampio terrazzo. Il tavolo, composto da un sostegno centrale ed un ampio piano d’appoggio, con bordatura in legno, è stato disegnato dalla padrona di casa
e realizzato in pietra di Orosei.
Sono state affiancate delle poltroncine della collezione Atlantide, Lord Yo, prodotte da Driade Store e disegnate da Philippe Starck.
Hanno una struttura in alluminio e sostegni in trafilato speciale anodizzato. Il telaio è in pressofusione e la scocca
in polipropilene. All’interno del soggiorno oltre al pouf si intravede il divano prodotto da Gervasoni, Ghost 14, e disegnato da Paola Navone, ha una struttura in multistrato e massello con imbottitura in poliuretano espanso mentre il rivestimento è sfoderabile ed i cuscini volanti in misto piuma.

A sinistra: in un angolo del soggiorno fa bella mostra di sé un “drop leaf table”(tavolo a bandelle) dei primi dell’800,
con sostegni chiudibili a mensola e decorati con un motivo a rocchetto, con affianco una lampada da terra con diffusore bianco in plexiglass.
Sopra: l’arredamento della camera padronale si presenta essenziale a cominciare dal letto volutamente sprovvisto
di testiera sostituita da una grande tela illuminata da una bizzarra lampada da terra, Mistral 11, prodotta da Lumen Center Italia, con struttura in metallo cromato, bracci orientabili con innesto a jack e che la padrona di casa ha scherzosamente battezzato “capelli pazzi”. Aterra è stato posizionato un tipico tappeto sardo annodato a mano
che richiama il colore chiaro del pavimento.
In questa pagina: il bagno padronale, come il resto della casa, ha pareti non trattate e pavimento rivestito con mearmette di pietra di Orosei, non levigate, che riproducono fedelmente le caratteristiche cromatiche di uniformità e struttura del materiale naturale.
I miscelatori della serie Zen, sono prodotti da Fantini.
Il piano, con il bordo bisellato, i lavabi ed il box doccia sono in vetro temperato prodotti da Falper. Lo specchio, tagliato su misura, è incollato su supporti in legno fissati a parete in modo da creare sul retro una naturale circolazione dell’aria ed evitare l’accumulo di umidità che potrebbe rovinare, con il tempo, l’argentatura. Sanitari Gessi.

Dall’interno il terrazzo ed il paesaggio circostante appaiono come il soggetto di un grande quadro incorniciato dal telaio in legno della portafinestra.
Gli stessi materiali presenti nella zona giorno si ritrovano nel bagno padronale con una eccezione: il vetro, quello color acqua del piano e dei lavabi appoggiati su staffe in acciaio e quello del grande specchio fissato a parete e racchiuso
all’interno di una larga cornice in gesso che con la sua presenza, aiuta a stemperare e diffondere in tutta la stanza la luce che penetra dalla grande finestra.
L’unica stanza che vuole conservare gelosamente la propria intimità è la camera padronale dove il volume semplice del letto trova nel grande dipinto, posto sopra di esso,il suo punto di equilibrio completato dai teli leggeri posti
alle finestre, da
l tappeto annodato a mano ed dal copriletto in tela grezza.

Nota tecnica

La curvatura delle lastre può avvenire con due sistemi: a caduta o con spinta. La lastra piana viene appoggiata
sullo stampo dell’oggetto da riprodurre e posta in forno.
Il calore ammorbidisce la superficie che per peso proprio si adagia nello stampo. Nel caso in cui la forma da riprodurre
sia più elaborata si preferisce ricorrere al sistema di forgiatura forzata che consiste nello spingere la lastra nello stampo con l’uso di “skelets “o pesi manovrabili a seconda dell’esigenza.
La lavorazione utilizzata per la realizzazione del piano lavabo risulta innovativa in quanto si evita l’interruzione o
l’incollaggio delle parti limitandone così la fragilità.
Il vetro può essere trasparente o colorato,come in questo caso, con uno spessore di 19 o 24 mm e la superficie
viene trattata con smalti ceramici antigraffio o trattamento anticalcare permanente. Il sostegno di tutta la struttura
è affidato a staffe in acciaio inox adeguatamente dimensionato e regolabile in altezza.

 

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