Seconda casa sotto il Monte Bianco

In un fienile ristrutturato in Valle d’Aosta

Da un antico fienile stretto e alto, dopo una ristrutturazione durata due anni, l’architetto Graziella Giuliani
ha tratto tre piani fuori terra. Questa bella cucina in muratura si trova a livello del giardino,
accanto a un elegante tavolo da pranzo dominato da quattro grandi abat-jours.

Architect Graziella Giuliani has managed to get three floors out of an old, high and narrow hayloft. The restoration took two years to complete. This beautiful masonry kitchen is on the same level as the garden, and is next to an elegant dining table with four large lampshades above it.

Progetto dell’architetto Graziella Giuliani
Servizio di Chantal Farinet
Foto di Athos Lecce

Nell’alto borgo di Entrèves, sopra Courmayeur, c’era una serie di fienili a schiera addossati gli uni agli altri. Anni fa, in uno di questi era stato fatto un bar ristorante che non ha avuto fortuna. Allora è subentrata una famiglia milanese che con calma, e con l’aiuto dell’architetto torinese Graziella Giuliani, l’ha ristrutturato a fondo ricavandone una perfetta seconda casa per quattro persone. La ristrutturazione è durata quasi due anni e ha riguardato tutto lo stabile sia come distribuzione interna che come facciate. Con un notevole lavoro di sventramento, sotto al giardino si è potuto ricavare uno spazio adibito ad autorimessa e altri locali di servizio come la lavanderia, la stireria, lo spogliatoio e il guardaroba per le attrezzature da montagna. Al piano terra è stata realizzata la sala da pranzo con uno spazio cucina aperto, dominato da
un monoblocco centrale in muratura, la cosiddetta isola, attrezzato per la preparazione e la cottura dei cibi.
Il particolare più gustoso di questa cucina è il fatto di avervi inglobato come testata un originale mobile da farmacia del ‘700 trovato dai proprietari in Alto Adige, nell’antico centro di Chiusa, in provincia di Bolzano. Questo mobile ha la funzione di dare una dignità decorativa alla cucina lasciandola in vista e collegandola al pranzo che ha tavolo e sedie di bella fattura.

La cucina è semplice e funzionale, con piastrelle bianche e solo una bordura floreale in basso che le gira attorno per staccarla dal resto del pavimento. Un altro elemento, che completa la decorazione creando un effetto trompel’oeil, è l’impiego sulle pareti di affreschi del XIV secolo (sia originali che copie). Si osservino in particolare le sedie e gli abat-jours
strettamente collegati all’affresco autentico che li sovrasta.

Il particolare più gustoso di questa cucina è il fatto di avervi inglobato come testata un originale mobile da farmacia del ‘700 trovato dai proprietari in Alto Adige, nell’antico centro di Chiusa, in provincia di Bolzano.

The kitchen is simple and functional, with white tiles and just a single floral border at the bottom that separates it from the floor. Another element that completes the decoration and creates a trompe-l’oeil are the fourteenth-century frescoes on the walls (both original and reproductions). Notice how the chairs and lampshades match the fresco above them.

The most appealing part of this kitchen is the use of an original headpiece froma chemist’s unit of the eighteenth century,
which the owner found in Alto Adige in the old town of Chiusa, in the province of Bolzano.

In the mountain town of Entrèves, above Courmayeur, there used to be a group of haylofts arranged in a row. Some years ago, one of these had been converted into a bar/restaurant, which was unsuccessful. Then a family from Milan bought it and, little by little, with the help of Turin-based architect Graziella Giuliani, they renovated it completely and turned it into the perfect holiday home for four people. The renovation took almost two years, and it involved both the interior layout and the exterior facades. After a sizeable gutting operation at the bottom of the garden, space was made for a car park and other service rooms such as the laundry and ironing room, and the changing room for the mountain equipment.

Approfondimenti tecnici

L’affresco

La pittura ad affresco risulta resistente e duratura, tuttavia un’inadeguata preparazione dell’intonaco, l’uso di tecniche miste o improprie (come per esempio nel cenacolo di leonardo) o di ritocchi a tempera o, più sovente, la presenza di umidità e l’aggressione degli agenti atmosferici inquinanti possono comprometterne la conservazione. In tali casi, nel restauro dell’affresco, oltre alla pulitura e al fissaggio della superficie dipinta, può essere opportuno Effettuare un intervento di strappo (della sola pellicola pittorica) o di stacco (dell’intonaco) o addirittura di asportazione a massello operata sul corpo del muro (tecnica già nota ai romani), per poter procedere a un successivo trasporto dell’affresco su un supporto più idoneo.

Ma si è lasciata la cucina semplice e funzionale, con piastrelle bianche e solo una bordura floreale in basso che le gira attorno per staccarla dal resto del pavimento. Un altro elemento, che completa la decorazione creando un effetto trompe-l’oeil, è l’impiego sulle pareti di affreschi del XIV secolo (sia originali che copie), serviti anche da tema cromatico per la scelta di materiali e colori di tutto l’arredamento (si osservino in particolare le sedie e gli abat-jours strettamente collegati all’affresco autentico che li sovrasta). In fondo alla cucina vi è uno degli affreschi gotici più conosciuti della storia dell’arte, il ritratto equestre di Guidoriccio da Fogliano attribuito a Simone Martini , checon i suoi colori squillanti e le forme elegantemente decorative fa da citazione colta di un mondo totalmente contadino anche se raffinato.

La cucina in muratura costituita da un’isola centrale e da un piano di lavoro continuo su tre pareti.
Molto particolare il mobile settecentesco usato in testata per nascondere in parte la cucina e
legarla allo stile della zona pranzo.

In primo piano, il monoblocco centrale in muratura, la cosiddetta isola, attrezzato per la preparazione e la cottura dei cibi

In the foreground, the central unit in masonry called an island, fitted out with cooking utensils for the preparation of traditional Tuscan food.

www.dibaio.com

Una guida moderna e attuale che, in vari capitoli, viene in aiuto delle padrone di casa, dando consigli pratici sull’arte del ricevere, a seconda del proprio gusto e cultura

Facile scegliere il servizio bello per apparecchiare la tavola per una cena importante. Più difficile, ma più gratificante, è saper portare eleganza sulla tavola di ogni giorno, abbinando con gusto piatti, bicchieri e tessuti. E perché no, sistemare al centro un delizioso mazzo di fiori o una candela che crea la giusta atmosfera. E poi, per ognuno degli invitati, con un tocco di classe, creare dei segnaposto personalizzati…

On the ground floor a dining room with open space kitchen has been made, dominated by a central unit in masonry called an island and fitted out for food preparation. The most appealing part of this kitchen is the way it has used the original headpiece of a chemist’s unit of the eighteenth century, which the owner found in Alto Adige in the old town of Chiusa, in the province of Bolzano. This unit serves to give decorative dignity to the kitchen, which is left in full view, connecting it to the dining room that has a beautifully made table and chairs. The kitchen has been left simple and functional, with white tiles and only a floral border at the bottom that goes all the way around and separates it from the floor. Another element that completes the decoration with a trompe-l’oeil effect are the fourteenth-century frescoes (original and copies) on the wall, which are also used as a colour theme for the materials and colours of all the furniture (notice how the chairs and lampshades are closely matched with the authentic fresco above them). At the back of the kitchen there is one of the most well-known Gothic frescoes of art history, the equestrian portrait of Guidoriccio da Fogliano attributed to Simone Martini, which with its bright colours and elegantly decorative forms adds a touch of culture to a completely peasant, although refined, world.

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