Naturalmente, piscina:

Testi: Ing. Elena Mambretti

Una casa per sentirci in sintonia con noi stessi e con gli altri, dove circondarci solo di cose vere, naturali, fatte a misura d’uomo. Un rifugio da ritmi di vita troppo frenetici e poco salutari cui bisogna sopravvivere, la necessità di riscoprire il
piacere delle cose semplici, come il contatto con la natura. Ed è proprio la natura ad offrire lo spunto per una filosofia del giardino diversa, che permette di mantenere vivo in modo quasi ancestrale lo stretto legame che unisce l’uomo all’acqua. Affinché l’accordo sia perfetto, tuttavia è fondamentale vivere e quindi organizzare e progettare gli spazi della propria piscina naturale nel rispetto delle rigide e al contempo delicate regole che governano la biosfera che ci circonda e di cui siamo parte U integrante, sebbene spesso in modo inconsapevole e a volte distruttivo.

Lo stagno balneabile, è realizzato in modo ovviamente artificiale ma secondo gli stessi principi con cui si forma e vive un laghetto in natura. Non bisogna infatti dimenticare che l’acqua costituisce l’habitat ideale non solo per pesci, anfibi e uccelli ma anche e soprattutto per svariate qualità di alghe, piante subacquee, microrganismi e plancton. Proprio l’equilibrata mescolanza e convivenza di questi esseri viventi garantisce la salubrità dell’ambiente che si viene a formare: acqua limpidissima, presenza controllata di insetti, totale assenza di odori sgradevoli e, non da ultimo, una cornice di piante ed efflorescenze stagionali davvero suggestiva.

Cosa c’è sotto?

Una volta effettuato lo scavo, ovviamente il più informale possibile, dopo un adeguato studio sulla morfologia e sulla costituzione del terreno e dopo aver prestato accorta attenzione ai dislivelli che sono normalmente presenti in un giardino, esso viene ricoperto da un foglio di pvc saldato in opera in modo che non si formino pieghe, protetto da uno spesso strato di feltro. Le pareti, vista l’assenza di cemento armato, vengono realizzate con sacchi o blocchi di pietra sovrapposti a secco in modo da ricreare l’angolo di franatura del terreno: da un lato si conferisce così maggiore stabilità allo scavo, che andrà comunque a sommarsi alla spinta definitiva dell’acqua a invaso riempito, dall’altro ricrea, tramite riempimento in sassi, il dolce andamento di risalita del fondo fino al bordo contenitivo in polietilene.

Il fondo è la zona preposta ad ospitare la cosiddetta zona di rigenerazione, uno strato di ghiaia a tre diverse granulometrie in scala ascendente dal fondo verso la superficie, di uno spessore totale di circa 1-1,5m a seconda del volume d’acqua: tale stratificazione rende possibile il drenaggio che in natura avviene spontaneamente ma che nel caso della bio-piscina deve essere indotto da speciali tubi forati sistemati tra i ciottoli più grossi dell’ultimo strato. La sabbia fine, oltre ad essere un filtro naturale che distribuisce l’effetto drenante, costituisce la base su cui va ad accumularsi il fango prodotto dal ciclo vitale degli organismi presenti. In acqua, ovvero alghe, plancton, zooplancton e fitoplancton. La funzione del fango è di fondamentale importanza per la purificazione dell’acqua perché sono proprio i batteri presenti nella sabbia, attraverso cui l’acqua passa a ciclo continuo, i responsabili delle trasformazioni chimiche.

Il ciclo dell’acqua

Come le piscine tradizionali, anche le piscine naturali sono dotate di un sistema di ricircolo
Che si basa sull’esigenza di tenere l’acqua in movimento affinché sia costantemente filtrata attraverso la sabbia del fondo. Innanzi tutto si dica che per il riempimento della vasca non è sempre possibile utilizzare l’acqua della rete idrica comunale ma bisogna preventivamente effettuare delle analisi che ne valutino il livello di fosfati e di nitrati: questi potrebbero infatti inficiare la purificazione biologica dell’acqua e causare la formazione eccessiva e quindi fastidiosa delle alghe.

In alternativa si ricorre alla realizzazione di una vasca di accumulo in cui raccogliere l’acqua piovana (può essere davvero divertente e interessante studiare una serie di canaletti che raccolgano l’acqua nel giardino tramite salti e cascatelle) collegata ad una pompa per l’aspirazione e la reimmissione in vasca. L’acqua che fuoriesce dalla piscina per moto ondoso viene raccolta a sfioro e convogliata nella vasca d’accumulo.

Perchè l’acqua si "autopulisce"?

Una questione importante riguarda la plantumazione dello stagno: le piante non solo conferiscono un aspetto più bucolico e suggestivo all’habitat ricreato ma soprattutto danno un contributo consistente al suo “buon” funzionamento. Per avere acqua pulita e cristallina bisogna inibire la formazione di alghe oltre una certa soglia: esistono in commercio numerosi prodotti chimici, più o meno invadenti ovvero nocivi, che promettono tale risultato, ma l’unico rimedio davvero efficace per bloccarne la proliferazione è impedire che la fotosintesi clorofilliana avvenga, semplicemente ombreggiando quanto più possibile lo specchio d’acqua. Inoltre è bene tenere presente che, poiché le piante a radici grosse trovano nell’acqua lo stesso nutrimento di cui necessitano le alghe, si genera una naturale competizione selettiva a totale svantaggio delle alghe che quindi, non avendo abbastanza “cibo” a disposizione non riescono a proliferare.

Ma attenzione: le alghe non devono essere totalmente eliminate poiché di esse si nutre il plancton, in parte responsabile della creazione del fango che contiene le sostanze nutrici per le piante. Anche il ph dell’acqua viene mantenuto costante da una parte con una forte presenza di piante acquatiche sommerse, perché a loro volta producono ossigeno, e dall’altra con il contributo di calcare naturale tra le rocce, evitando così ogni aggiunta di sostanze chimiche di laboratorio. Ed è proprio questa la filosofia che governa il delicato equilibrio bio-chimico, qui brevemente accennato in modo semplificato, di una piscina naturale.

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