Maribima preferisce definirle metasuperfici: sono “pannelli” di resina realizzai a mano con l’ausilio di una matrice di riporto.
Laureatasi a Brera in pittura, transitando dalla decorazione classica, Maribima è approdata a quella su resine sviluppando una ricerca artistica personale.
La giovanissima artista Maribima può già vantare importanti riconoscimenti e pubblicazioni su riviste specializzate accanto a grandi firme del design.
Com’è iniziata l’avventura?
Come inizia per la maggior parte di noi, quando si vuole arrivare a dedicarsi esclusivamente al “lavoro creativo”. Lavorando, collaborando con aziende del settore dell’arredamento, realizzando decorazioni classiche. Man mano ho
Laureatasi a Brera in pittura, transitando dalla decorazione classica, Maribima è approdata a quella su resine
sviluppando una ricerca artistica personale. approcciato quella su resina, diventata poi lo stimolo ad intraprendere la sfida di un’attività di laboratorio indipendente che prevede una ricerca artistica esclusiva e personale.
Perché le resine?
È un materiale duttile ed eclettico. Il tempo di catalizzazione della resina, cioè d’indurimento, è prolungato e questo permette innesti di altri materiali, lavorazioni speciali, la possibilità di intervenire nel dettaglio fino alla fine. È possibile ottenere grandi superfici monolitiche complanari, esteticamente più belle al confronto delle comuni piastrelle in ceramica, interrotte dalle classiche fughe. Inoltre la resina mi concede la possibilità di decorare, dunque personalizzare, elementi d’arredo solitamente anonimi. Partendo spesso dalle richieste del committente, ogni singola realizzazione, attraverso la mia personale elaborazione creativa, acquisisce caratteristiche uniche, di pezzo d’arte.
Qual è il target di riferimento?
Il mio è un “prodotto di lusso” dunque di nicchia. Ma il concetto di lusso per me coincide col concetto di dirompente,
e quello di nicchia, con coloro che possiedono una certa sensibilità per l’arte.
Ogni metasuperfici viene presentata associata ad un testo poetico. Perché?
Anche la mia è poesia, poesia visiva. E credo debba essere percepita oltre che mediante tutti i sensi, anche attraverso il ricordo, la memoria. Accostare il lirismo delle parole è aprire un nuovo panorama mentale che penso intrinseco all’oggetto d’arte e che altrimenti rimarrebbe inesplorato.
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