Quando la propria dimora si integra in maniera armonica con il paesaggio circostante, regala a chi la abita un importante valore aggiunto poiché diventa parte del paesaggio stesso, della sua storia raccontata attraverso stratificazioni geologiche e architettoniche. Il progetto di una casa non può vivere avulso dal constesto ma deve porsi con esso in modo dialettico. Questa è la caratteristica più evidente che lega tutti i lavori dell’architetto Luigi Vietti: l’attenzione all’ambiente fisico, alle architetture e alle civiltà preesistenti, con la conseguente adesione allo spirito del luogo, al cosiddetto “genius loci”. «La cosa che mi ha aiutato in questo non facile lavoro – ha sempre affermato Vietti – è stata il mio modo istintivo di “sentire”, di immedesimarmi nell’intrinseca natura del luogo, di capirne i paesaggi, la luce, l’aria». Solo così ha potuto tradurre senza forzature formule abitative fuori dal comune come quella dello splendido soggiorno all’aperto pensato per la grande villa Cerruti, tra le colline di Casale Monferrato, connotata da due portici posti a cannocchiale, intervallati da un patio quadrato. Dall’ingresso lo sguardo spazia fino al paesaggio cui il secondo portico (nella foto) fa da cornice. Un gioco prospettico di notevole suggestione. In tale cornice, un soggiorno all’aperto arredato con divani e poltrone in vimini dagli imbottiti chiari e tavolinetti in marmo con decori discreti e stilizzati. Nelle immagini: in alto “Palla” di Vittorio Bonacina; in basso il divano “Queen” di Uno Più.
Un elegante e arioso porticato incornicia le lussurreggianti colline del Monferrato. Un gioco d’archi che si rincorrono e racchiudono uno splendido salotto all’aperto.
Un grande salotto concepito su tre livelli e in zone differenti si estende nel vasto e imponente giardino di una casa costruita sempre in collina, ma questa volta nell’intorno di Bologna. L’abitazione era stata progettata nel secolo scorso dall’architetto Masi, ma la sistemazione del giardino che l’avvolge è stata rivista recentemente da Stefano Conti, esperto nella scelta e nella cura delle piante, e da Ma-risa di Exotica. In base al loro intervento, la padrona di casa ha deciso di sacrificare la visione vagamente intimista e romantica del giardino-rifugio, per creare angoli dalle ambientazioni conviviali, gradevoli e accoglienti, adatti alla conversazione. Ebbene, proprio di fronte alla casa, in una piccola bomboniera immersa nel verde cupo della vegetazione (ricca di alberi ad alto fusto e di fiori che si alternano a sbocciare col variare delle stagioni), è stata mantenuta quell’atmosfera intimista originale. Un gazebo con doppia struttura in ferro battuto regge tendaggi bianchi e gialli sovrapposti all’interno, per permettere all’edera di arrampicarsi fino a strutturarsi in un tetto di foglie. Lo spazio è stato arredato con salottini comodi disposti tutt’intorno ad un tavolo di bambù. La ricchezza dei particolari richiama l’atmosfera calda e raffinata di una sala da interni. Le sere di festa poi, le lanterne in ferro battuto e le centinaia di candele si accendono in tanti bagliori rarefatti. Nalle immagini: in alto “Palladio” di Uno Più, in basso poltrona e pouff “Keba” di Elite.
Un angolo privato dalle atmosfere romantiche. Un gazebo immerso nel verde di una grande villa nei dintorni di Bologna è il posto ideale per piacevoli incontri.
Uno spazio giardino godibile nella grande città. Ricavato da un’autorimessa, un loft di gusto francese in pieno centro urbano racchiude una area tutta verde come si fosse in aperta campagna. Rampicanti, campane a vento, comode sedute per prendere il sole. Il proprietario è un progettista che lavora tra l’Italia e il Giappone, e da tutti i suoi viaggi ha mutuato stili di vita diversi la cui filosofia ha finito per confluire nella sua stessa modalità d’abitare. Lo si evince dall’idea di concepire questo giardino “urbano” per il quale ha studiato un’ingegnosa struttura di grosse canne di bambù che sorregge una tenda bianca tesa.
Un arredamento vivace, composto da piante e complementi di legno e bambù ravviva un giardino “di città”, contrappunto a un loft in stile minimalista.
Essa protegge dalle intemperie o dal sole battente l’ospitale zona pranzo arredata con un tavolo in legno decapato con gambe a cipolla e semplici sedie in ferro e legno pieghevoli. Più in là, una panchina in teak di gusto coloniale e ancora sedute in bambù: tutto dà l’idea di essere stato pensato per pomeriggi e serate in compagnia di amici, passati a chiacchierare. E nonostante la singolarità di questa “trovata”, essa si integra bene con l’intero contesto dell’abitazione che al suo interno fornisce deliziosi contrappunti al giardino, comprendendo numerosi richiami al bambù che che arreda l’esterno. Nelle immagini: in alto la poltroncina “Slim” di Gervasoni; in basso le chai
ses longues “Alveo” dotate di poggiapiedi, Emu Group.
|