Il valore “emotivo” del fuoco

Anche chi non ha avuto la possibilità di potersi fare una famiglia, o poterla tenere stretta, come qualsiasi animo umano vorrebbe, non vuol dire che la presenza di un camino in una casa sia da considerare un optional che può esserci o non esserci.
Il fatto di non poterlo sempre condividere non pregiudica il valore atavico di una fiamma che scintilla e scoppietta, che riscalda non solo l’ambiente ma anche il cuore ricco di ricordi, a volte di malinconia ma anche di speranza.
Anche quando si è soli, il dolce e vivo crepitio delle fiamme danzanti culla e coccola chiunque, solo o in compagnia, donando all’animo quella tranquillità che l’Elemento Fuoco può regalarci. Avere un camino, grande o piccolo che sia, purché in armonia con chi lo vive e l’ambiente che lo circonda, dona quella pace che tutti aneliamo e desideriamo. Anche se a volte è estremamente difficile avere coraggio, non bisogna farsi prendere dallo sconforto, perché la Fiamma del camino è lì per aiutarci. Aiutarci a pensare, a scavare dentro la nostra anima affinché possiamo trovare quello che ci fa male o quello di cui abbiamo bisogno. La fiamma sprigiona energia vitale aiutandoci a capirsi e volersi bene.
Non solo il guardare, ma anche il gesto di attizzare e mantenere il fuoco acceso, oltre a essere un gesto storico, è un gesto che ci fa sentire vivi e utili anche se si è soli.
Con un camino acceso, non si è mai soli; questo perché, è Lui che ci può aiutare a vivere la vita. Il fuoco, il caro focolare è Amore, Calore e Difesa, e questo da sempre e per sempre. Solo l’immaginarlo ci proietta immagini vissute, indelebili e pronte a essere proiettate in ogni mente capace di accoglierle. Basta solo il profumo di un comignolo fumante, portato dal vento e sparso nell’aria frizzante di una qualsiasi sera o giornata di mezza stagione, a catapultarci in ricordi che non potranno mai essere dimenticati.
Chi non ha anche un solo bellissimo ricordo davanti allo spettacolo e al profumo impareggiabile di una fiamma schioppettante circondata da parole o silenzi eloquenti?