L’INTERVENTO DI RECUPERO DI UN ANTICO COMPLESSO RURALE DEL XVI SECOLO È STATO ESEGUITO CON CURA E PASSIONE DAI PROPRIETARI CON L’OBIETIVO DI CREARE UNA STRUTTURA RICETTIVA PIACEVOLMENTE ACCOGLIENTE, ADATTA A CONIUGARE IL FASCINO E LA BELLEZZA DELLE ANTICHE DIMORE TOSCANE E DEL CIRCOSTANTE PAESAGGIO
Servizio di Caterina Parrello, architetto
Sulle colline del Chianti, che si distendono tra le province di Firenze, Siena e Arezzo, nel comune di Bucine Valdarno (AR), sorge il borgo di Iesolana, un antico complesso rurale risalente al XVI secolo. L’intervento di recupero, eseguito con cura e passione dai proprietari nel corso degli anni ’90, ha interessato tutto il borgo, con l’obbiettivo di creare una struttura ricettiva piacevolmente accogliente, adatta a coniugare, con tipologie e modi diversi da quelli alberghieri, il fascino e la bellezza delle antiche dimore toscane e del circostante paesaggio con tutti i comfort offerti dalle più avanzate tecnologie. La struttura avrebbe dovuto offrire all’ospite, secondo gli intenti dei committenti, tutto quanto necessario per un soggiorno rigenerante in un ambiente autentico e di rara bellezza, qual è il paesaggio toscano di queste zone. Per questo gli architetti, nell’eseguire il loro lavoro, hanno evitato forzature, nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e formali degli edifici, calibrando un intervento dai toni misurati e discreti, al fine di non snaturarne le originarie e intrinseche qualità architettoniche. Il fabbricato principale in pietra, con la sua massiccia volumetria, è stato conservato e restaurato, interpretando le stratificazioni storiche ancora chiaramente leggibili e cercando di valorizzare la morfologia originaria della costruzione; è per questo che si è provveduto alla riapertura delle arcate presenti al piano terra, tamponate in tempi relativamente recenti, avendo cura di valorizzarle con degli infissi in metallo scuro e vetro. Nella sua semplicità il progetto di distribuzione interna, coordinato con il consolidamento statico delle strutture, ha seguito i suggerimenti offerti dall’articolazione dell’impianto iniziale, per cui l’intervento sembra non aver aggiunto nulla che non fosse già presente nell’organismo originario.
Il metodo fin qui descritto è stato adottato anche per gli altri fabbricati che compongono il borgo: l’annesso che sorge di fronte alla facciata dell’edificio principale, il villino posto all’ingresso del complesso e la più grande volumetria delle ex stalle. Una nota particolare richiede la descrizione dell’approccio metodologico impiegato per la progettazione degli spazi esterni, dove, fin dai primi interventi, è stata privilegiata la dimensione paesaggistica dell’opera, evidenziando le componenti tradizionali del paesaggio toscano: il cipresso, il leccio, l’olivo e gli arbusti tipici, quali elementi semplici ed essenziali di un ambiente che dalle proprie arcaiche radici trae motivi di nuova e raffinata eleganza. La progettazione della viabilità interna al borgo ha consentito di collegare le nuove strutture realizzate a servizio del complesso in maniera armonica e discreta; parcheggi, piscina, ristorante e zone comuni sono stati posizionati e realizzati in modo da mettere in relazione le alberature e le emergenze ambientali preesistenti con le nuove piantagioni di arbusti, previste per schermare o per evidenziare alcune parti del borgo. Si è cercato infine di limitare al minimo indispensabile i movimenti di terra, rispettando e valorizzando le antiche pavimentazioni in pietra esistenti. Un altro elemento importante, che contribuisce ad accrescere la qualità dell’intervento, è l’attenta progettazione dell’illuminazione esterna. Infatti, la scelta di corpi illuminanti dalle forme sobrie ed essenziali, l’accurato dosaggio di cromatismi luminosi adatti a evidenziare i paramenti in pietra degli edifici e le masse vegetali del giardino e l’uso equilibrato della luce indiretta si sono rivelati particolarmente adatti per sottolineare le peculiarità architettoniche di questo antico borgo.
1. Vista complessiva dello spazio esterno e del borgo. 2. Planimetria generale del borgo: oltre agli edifici destinati al soggiorno degli ospiti, si evidenzia il nuovo complesso destinato a wine bar e sala meeting.
3. Particolare del prospetto dell’edificio destinato alle camere degli ospiti. 4. Distribuzione interna dell’edificio principale.
5. Sistemazione della zona cucina e pranzo destinata agli ospiti del complesso. Il sapiente abbinamento di mobili tradizionali con arredi più moderni e funzionali dona un tocco di eleganza e raffinatezza. 6. La zona soggiorno e l’angolo relax possono essere usufruiti dagli ospiti dell’appartamento. Nella pagina successiva: 7. Vista della piscina e della zona solarium. 8. Veduta aerea del complesso.
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Alessandro Lassi (Empoli 1959) e Giuseppe Pisacreta (Siena 1960) si laureano in Architettura nel 1987 a Firenze, dove collaborano con il professor Guido Ferrara, docente presso la stessa Facoltà. Nel 1989 danno vita allo studio associato Lassi & Pisacreta architetti in Vinci (FI), che da allora si occupa soprattutto di restauri, edilizia civile e progettazione di parchi, giardini e arredo urbano. Dal 1990 sono membri dell’AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Fra gli incarichi pubblici, oltre al progetto per il restauro del Teatro di
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Lamporecchio, ricordiamo quello per un parco commemorativo nel Padule di Fucecchio (Pistoia), e la realizzazione di un sistema di segnaletica turistico-ambientale e di arredo urbano per l’area dell’Appennino Tosco Emiliano su incarico delle province di Bologna, Modena e Pistoia. Numerosi risultano inoltre gli interventi di recupero di interessanti esempi di architettura rurale e di ville signorili in Toscana, realizzati soprattutto per committenti privati. Attualmente lo studio sta lavorando al recupero del parco storico della villa Rospigliosi, in provincia di Pistoia.
LASSI & PISACRETA ARCHITETTI
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“La progettazione degli spazi esterni ha evidenziato le componenti tradizionali del paesaggio toscano: il cipresso, il leccio, l’olivo e gli arbusti tipici”
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