AL CENTRO DEI PERCORSI ALBERATI

La pianta circolare e il colonnato perimetrale fanno di questa architettura, progetto dell’Arch. Franco Trabucchi, il luogo gravitazionale del grande giardino che sorge nel parco di Veio. L’insediamento di Fraterna Domus è sorto per favorire l’ospitalità di pellegrini e bisognosi: la chiesa ne riassume il messaggio e la finalità.

Un disegno inconsueto che reca memorie dell’Europa orientale, quali quello delle cuspidi “a cipolla” che caratterizzano le chiese ortodosse e quella morbidezza nei profili di copertura che si ritrovano in alcune antiche architetture dell’Adriatico, di cui la Basilica di San Marco a Venezia resterà sempre un modello inimitabile di incontro di tendenze.
La pianta circolare, familiare alla tradizione romana, è stata rivisitata in relazione alla ricerca postconciliare dello spazio liturgico, unendo così tematiche di attualità con richiami storicistici fortemente caratterizzati.
Questa chiesa è stata progettata per il nuovo insediamento in Sacrofano (vicino a Roma), della comunità Fraterna Domus, dedita all’accoglienza e all’ospitalità.
Sta al centro del sito e la sua architettura è pensata in relazione al giardino che la attornia: la forma rotonda le permette di essere luogo di riferimento visivo da qualsiasi angolatura. Il sistema di vialetti che attraversano il giardino segue l’andamento naturale del terreno che resta punteggiato da ulivi e segnato da file di cipressi. L’insieme conferisce risalto al luogo di culto, perno attorno al quale convergono le diverse costruzioni realizzate nel tempo.

APPRONFONDIMENTO
http://pro.dibaio.com/fraterna-domusLa pianta della chiesa si sviluppa secondo tre cerchi concentrici. Questi sono il portico, il deambulatorio e l’aula liturgica, e rispettivamente segnano il luogo della meditazione, dell’esperienza e del rito. Così il portico gradua il passaggio tra esterno e interno, e simboleggia la comunione tra la natura e la spiritualità.
Col suo muro in cotto inframmezzato da fasce in travertino, l’edificio si mostra ben solido e la struttura – costituita da otto costoloni che convergono su un tamburo centrale – è alleggerita dalle finestre perimetrali, dalla corona di luce sull’imposta del tetto, dai tagli della copertura. Salendo alla lanterna, i costoloni in travertino si alleggeriscono sinuosi per smaterializzarsi nel cupolotto trasparente. Nell’aula liturgica la luce è diffusa in modo graduale così da lasciare alcune zone nella penombra, altre in radiosa luminosità.
Alla magniloquenza dell’architettura si contrappone la scabra naturalezza dell’altare e dell’ambone: qui il linguaggio delle forme si apre all’ineffabile, per il quale il progettista richiama le parole che S.Em. Card. Gianfranco Ravasi ha dedicato alle chiese: “Il tempio è necessario come segno della presenza divina nella storia e nella vita dell’umanità.”Committente: Fraterna Domus
Progetto e d.l.: Arch. Franco Trabucchi (Roma)
Collaboratori: Arch. Maria Teresa Vignoli, Arch. Simona Trabucchi
Progetto calcoli in CA: Ing. Adolfo Milone
Progetto impianti: Ing. Michelangelo Pezzimenti
Collaudo: Ing. Fabio Mazzetti
Impianti audio: ORION Gt, Ospitaletto di Cormano (Milano)
Arredi in legno: Genuflex, Maser (Treviso)Arredi e restauri
http://pro.dibaio.com/genuflex-2012

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