Giardini storici

Testo e Foto di: Mauro Artioli

Il parco del “manoir d’Eyrignac” è sicuramente tra i più belli di Francia. Un tempo questi giardini, fatti solo di prato e alberi potati in forme geometriche, venivano chiamati “giardini dell’intelletto” per il loro rigore matematico.

Situati nei pressi di Sarlat, sulla strada storica dei “mille e uno castelli” del Perigord, i giardini del maniero di Eyrignac sono sicuramente tra i più belli di Francia. Ispirati allo stile italiano, sono caratterizzati da viali di carpini a cui sono state date forme geometriche, con proporzioni a misura d’uomo e stupende prospettive che non hanno nulla da invidiare a Versailles. Le aiuole sono in prato rasato, ornate da piccoli bossi che formano arabeschi e da motivi decorativi di sabbia colorata. Non mancano i meli tagliati a palla che con la loro forma arrotondata addolciscono il rigore geometrico dei vari disegni.

Il giardino è diviso in varie parti che risultano separate da muri o differenze di livello, come era d’uso un tempo, allo scopo di mantenere viva la curiosità del visitatore e rompere la monotonia del paesaggio. Fanno bella mostra di sé anche numerosi cipressi filiformi, piantati per aggiungere una nota mediterranea e spezzare con la loro verticalità le prevalenti linee orizzontali del parco. Vasi italiani di terracotta sono sistemati ai lati dei vialetti e l’acqua di una fontana romana si riversa in un antico sarcofago merovingio. Erignac è molto ricca d’acqua e questo costituisce un’eccezione, dato che le colline del Perigord sono generalmente aride e secche. Non è possibile però godere appieno della bellezza di questo luogo senza ricordare la sua storia. I giardini vennero costruiti nel ‘700, durante il regno di Luigi XV, dal marchese Louis-Antoine Gabriel de la Caprenède, proprietario della tenuta e della villa (visibile nelle foto). Questa austera dimora era sorta sulle rovine di un castello medioevale chiamato “il covo dei nobili”, parzialmente distrutto dal Grand Condé nel 1653 quando si era ribellato al Re Sole che aveva solo quindici anni. Tale complesso architettonico era sempre appartenuto alla sua famiglia e si trova al centro di una tenuta agricola e boschiva che oggi si estende su duecento ettari ma che in passato era ancora più estesa.

“Quando disegnate un giardino evitate le maniere meschine, rimanete sempre nella dimensione del grande e del bello. Le pareti ottenute potando piante sempre verdi sono di grande decoro al giardino perché creano prospettive e impediscono di vederlo in un solo colpo d’occhio.” La theorie et la pratique du jardinage di A.J.D.d’Argenville (1709)

Degni di nota anche la colombaia e la cappella tra le quali sgorga una delle sette preziose fonti che danno acqua a tutto il giardino e che nel corso dei secoli non si sono mai esaurite. L’aspetto della villa-maniero rispetta naturalmente lo stile dell’epoca in cui venne edificata, circa un secolo prima della creazione del giardino. Le fortificazioni nella seconda metà del ‘600 erano diventate inutili e non era più necessario disporre di torri, per cui questo insieme di edifici si è sviluppato in lunghezza, dotandosi di grandi finestre per catturare il bel sole del Perigord. L’attuale proprietario, Patrik Sermadiras de Pouzolz de Lile, conserva in vita questo giardino con molto amore. Suo padre Gilles l’aveva fatto rinascere da un lungo abbandono seguendo scrupolosamente il progetto originario; una ricostruzione abbastanza difficile dal momento che alla fine del ‘700, per seguire la nuova moda, era stato trasformato in giardino romantico, dopodiché per più di un secolo fu trascurato. Essendo un giardino di solo verde, lo si può visitare in ogni stagione dell’anno. Oggi viene molto apprezzato per la sua originalità, confrontandolo con i giardini coevi. In effetti in Francia sono rimasti pochi giardini “alla francese” anche per gli enormi costi della loro manutenzione.

Tutte le piante, per mantenere quella particolare configurazione geometrica richiedono potature frequenti particolarmente difficili; i carpini in particolare devono essere potati a mano quattro volte all’anno usando cordicelle di riferimento, filo a piombo e apposite sagome. Cure simili vanno destinate anche ai tassi e ai bossi, mentre i prati hanno bisogno di venire falciati ogni quattro o cinque giorni a seconda della stagione. Attualmente i giardini d’Erygnac sono dichiarati monumento storico nazionale e aperti alla visita, per dare l’opportunità ad appassionati e turisti provenienti da tutto il mondo di vivere la particolare emozione che un giardino d’intelletto (contrapposto a quello naturale o all’inglese) può dare.

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