EDITORIALE

“Il problema dell’ ‘arredo sacro’ mi sfida come uomo, come artista, come credente… tento di far sbocciare la materia e la forma dell’arredo del tempio, nella liturgia sacramentale e nella preghiera, senza snaturarne l’innocenza e la ‘usualità’ naturale”: così scriveva p. Costantino Ruggeri nel 1982. Sono parole che esprimono il senso di una vita dedicata alla ricerca della bellezza per il luogo di culto. E da quella dedizione sono sbocciate tante opere: come fiori a punteggiare i campi ubertosi della perenne primavera di una creatività intesa come lode al Creatore, secondo una logica profondamente intessuta di fede.
Sono oggetti liturgici e pitture, sculture, architetture… e tantissime vetrate dalle quali entrano con impeto avvincente ondate di colore: le si trova in tantissime chiese, nuove e antiche, in Italia e all’estero.
E moltissime sono anche le chiese la cui progettazione ha firmata insieme col suo collaboratore di sempre, Arch. Luigi Leoni.
In questa vasta produzione, la Fondazione Frate Sole e il suo Premio Internazionale di Architettura Sacra FRATE SOLE non hanno un’importanza minore.
Sarebbe naturale all’artista pensare anzitutto a se stesso: p. Costantino invece ha pensato sempre anzitutto alla bellezza per la Chiesa. Di qui la sua scelta di indire un Premio che potesse stare al pari con i massimi eventi mondiali di architettura.
Dalla I edizione del 1996, che DI BAIO EDITORE ha sostenuto con la rivista CHIESA OGGI architettura e comunicazione, il Premio Internazionale di Architettura Sacra FRATE SOLE si è imposto nel mondo come riferimento che dà valore all’architettura delle chiese come opere esemplari per la nostra epoca, peraltro così travagliata, così priva di punti di riferimento.
Il Pocket FRATE SOLE, della Collana editoriale DI BAIO EDITORE, La parola prima dell’Architettura – CREDERE, è dedicato a coloro i quali hanno vinto, con le chiese da loro progettate, le prime 5 edizioni del Premio Internazionale di Architettura Sacra FRATE SOLE: il giapponese Tadao Ando (edizione 1996), il portoghese Àlvaro Siza Vieira (edizione 2000), lo statunitense Richard Meier (edizione 2004), il britannico John Pawson (edizione 2008), il cileno Cristián Undurraga (edizione 2012). Un Premio che veramente non conosce frontiere.
La pubblicazione avviene in contemporanea con la 13° Mostra di Architettura della Biennale di Venezia 2012, durante la quale ad Àlvaro Siza Vieira è assegnato il Leone d’Oro alla carriera: un riconoscimento che necessariamente tiene conto anche del progetto della chiesa di Santa Maria in Marco de Canavezes (Portogallo), per la quale allo stesso autore nell’anno 2000 è stato assegnato il Premio FRATE SOLE. Anche questo è un successo della Fondazione Frate Sole: la testimonianza che dopo anni di incertezza, l’architettura sacra è pienamente riconosciuta come espressione della cultura contemporanea.

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Il vigore era quello del contadino, la passione quella dell’amante che tutto si dona, l’intelligenza quella dello scienziato intento alla ricerca.
Ma soprattutto valeva la fede: e tutto il resto era una via per esprimerla.

“… tu contadino dell’Eden uomo di fatica del Dio creatore, da sempre intento a coltivarne i campi; e più attento a quanto compare, se al mattino o a notte, o di sera, e dispare…
Ma più sognatore di geometrie astrali (…) e poi a condensare in grumi doloranti di materia la oscura pena per la devastata innocenza.
Allora eccoti infaticabile a cercare tra cumuli di rifiuti la perla perduta (…)”
(tratto da “Sequenza”)

Così p. David Maria Turoldo descriveva fra’ Costantino Ruggeri. Nato ad Adro (Brescia) nel 1925, egli è riuscito a portarsi dietro tutta la vita quella ingenuità mista a durezza di chi è nato nel lavoro dei campi; la dolcezza infinita e la sensibilità attenta di chi guarda con meraviglia la bellezza del creato, conservando sempre lo stupore del bimbo.
Fu battezzato Carlo, ma scelse il nome Costantino dopo il lungo cammino di studio e iniziazione da lui percorso nel collegio Serafico di Saiano, da dove uscì come frate minore francescano.

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