Un’architettura d’interni eclettica Uno stilista di moda fiorentino arreda un loft con semplicità sofisticata. Da una ex argenteria di Firenze un’abitazione semplice e raffinata, un mix di sobrietà e colore, di rigore e fascino etnico. Servizio di: Luisa Carrara Fino a circa la metà del ‘900 il quartiere delle Cure a Firenze, oggi una delle più esclusive aree residenziali della città, ospitava numerose attività industriali legate soprattutto alla lavorazione dei metalli. E proprio da un’ex argenteria L’appartamento oggi si sviluppa su due livelli e ospita nella parte alta l’abitazione e lo studio del proprietario, uno stilista fiorentino, e al piano interrato l’atelier per la creazione dei bozzetti seguendo lo spirito della originaria funzione produttiva per cui gli spazi erano stati concepiti. Gli ambienti, lasciati intatti nella loro struttura, rivivono in un’atmosfera nuova, con una singolare combinazione tra passato e presente, mediata da uno stile moderno dai caratteri rigorosi ed essenziali, in cui ogni elemento è opportunamente calcolato e accuratamente studiato. La semplicità delle scelte architettoniche si rafforza e si definisce attraverso i materiali, conformati ed accostati con estrema cura e precisione, come le lastre di marmo Afyon turco del bagno padronale scelte una per una in modo da formare un effetto di vena continua. Il rigore creato dai colori freddi, dai pavimenti scuri in pietra di Bedonia e dal bianco delle pareti, se da una parte contribuisce a confermare la morfologia originaria degli spazi, dall’altra crea lo sfondo ideale per un arredamento raffinato, scelto pezzo per pezzo dal proprietario, dove si alternano pezzi classici della storia del design con elementi e tessuti d’ispirazione etnica. Le antiche tende giapponesi che servono per l’oscuramento, la ruvida consistenza delle pelli di animali, la presenza di tessuti dai colori accesi creano un effetto di piacevole contrasto con la sobrietà di fondo del contesto e degli elementi d’arredo. Del tutto differente è invece lo stile che caratterizza il giardino d’inverno (accanto al titolo in apertura di servizio n.d.r.), l’unico ambiente aggiunto alla planimetria originale, una serra in ferro e vetro collocata in corrispondenza di un passaggio già esistente. Le qualità bioclimatiche con cui questo spazio è stato concepito lo rendono estremamente gradevole da vivere, sia nella stagione invernale durante la quale quasi non necessita di riscaldamento, sia in quella estiva grazie a un’insolazione diretta di soltanto due ore. Gli arredi coloniali (alcuni della vecchia Cina) e la presenza di vegetazione creano un’atmosfera di grande distensione, adatta alla lettura e al relax, ma soprattutto alla riflessione creativa, secondo le intenzioni del committente che nella sua abitazione atelier desiderava avere uno spazio più intimo e personale in cui potersi ritirare a pensare e a concepire le sue creazioni.
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