Tratto da: 99 Idee Casa N°65 |
Affascinanti presenze etniche | ||||||||||||||||||
L’eclettismo della casa contemporanea presenta l’essenzialità del design moderno accostata a forme ritrovate del passato, il tutto arricchito da qualche presenza etnica. Nascono ambienti in equilibrio fra emozione e ragione, liberi dallo “stile”, interpretati in modo personale per realizzare una casa dall’atmosfera calda e vissuta. Di Claudia Molteni Architetto
La globalizzazione, l’immigrazione dal Terzo Mondo, i viaggi per turismo…Sono tutti elementi che hanno contribuito a cambiare il gusto della società occidentale, che hanno portato nelle case europee prodotti dell’artigianato africano e orientale, venendosi così a formare una nuova poetica dell’arredamento, dove coesistono il passato, la memoria, il design d’autore, la tecnologia più avanzata ed elementi etnici. Dopo il rigore minimalista, un po’ freddo e distaccato, degli anni passati, ora la tendenza richiede ambienti più caldi e accoglienti, dove colori, forme e materiali contribuiscono a coinvolgere i sensi, in una libertà espressiva che accosta mobili ed oggetti prevenienti da culture diverse. Certo questo nuovo “stile” fusion, in equilibrio fra rigore e memoria, non deve mai essere eccessivo, e, in una ricerca senza regole, bisogna riuscire a realizzare ambienti misurati, dove i riti della quotidianità si svolgano con un piacere sempre rinnovato. Sicuramente le presenze etniche svolgono un ruolo importante, perchè i mobili e gli oggetti sono sempre realizzati con materiali naturali, sono prodotti artigianali dove è evidente la lavorazione della mano dell’uomo, presentano colori caldi: tutte caratteristiche che contribuiscono a donare agli arredamenti intimità ed accoglienza. Le prime intrusioni orientali (specialmente dalla Cina e dal Giappone) nell’arredamento occidentale risalgono all’Ottocento, ma anche le maschere africane hanno giocato un ruolo importante nella cultura europea dei primi Novecento, suggestionando Picasso quando dipinse “Les demoiselles d’Avignon”, dando il via alla rivoluzione pittorica cubista. Oggi è molto facile reperire oggetti di altri continenti: molte ditte importano i prodotti artigianali dal nord Africa e dall’Oriente, nelle fiere internazionali è possibile acquistare direttamente negli stand dedicati alle singole nazioni mobili e oggetti della loro tradizione. Sicuramente però il modo più affascinante e divertente è andare a scegliere direttamente sul posto, lasciandosi coinvolgere nelle trattative con i commercianti dei souk mediorientali, oppure nei colori dei mercati dell’Africa nera o nelle affascinanti botteghe indiane. In questo modo gli oggetti prescelti avranno anche il sapore del ricordo. Adeguandosi al gusto che cambia, vi sono anche aziende o artigiani europei che ora commercializzano prodotti di loro produzione molto in sintonia con il gusto etnico: sono oggetti che sopratutto vogliono suscitare emozioni.
Mille e un tappeto Marocco e Turchia sono due mete attualmente molto richieste dal turismo occidentale. Ma cosa si può acquistare per arricchire la casa al rientro delle vacanze? In entrambi i paesi è importante l’artigianato dei tappeti. Al momento dell’acquisto se non si è esperti di tappeti bisogna almeno dare l’impressione di esserlo. Un’occhiata alla grossezza dei nodi o una domanda sul numero dei nodi per centimetro quadrato possono già dare l’impressione che siate specialisti. Se poi si maneggia un po’ il tappeto alla luce del sole e si apre il pelo con le dita per controllare la solidità del colore, allora il commerciante penserà di avere a che fare con un intenditore! Importante, prima di partire, è prendere nota delle misure massime del tappeto che dovrete acquistare e memorizzare i colori dell’arredamento della vostra casa. In Marocco sono abili anche gli artigiani del metallo sbalzato, del ferro battuto, e del cuoio. Inoltre sono molto belle le scatole e gli oggetti di legno di cedro intarsiati che si trovano a Essaouria. (Nell’immagine tappeto Errebi Trading)
99IDEE CASA segnala: “Sapori etnici e calde scenografie”, CASE DI CAMPAGNA n. 73 |